Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Vi sentite poco motivati? Provate a mangiare più proteine

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È la motivazione che fa la differenza! Quante volte ci siamo sentiti ripetere o noi stessi abbiamo pronunciato questa frase nella consapevolezza che a distinguere un successo da un fallimento, un obiettivo raggiunto da uno mancato sia proprio “quanto lo vogliamo”. Ma restare sempre motivati non è facile e da anni varie branche della scienza indagano quali siano i fattori che sostengano la nostra motivazione a impegnarci nei vari ambiti della vita.

Meno attiva rispetto a queste indagini è la scienza della nutrizione la quale, pur avendo assodato l’imprescindibile legame tra una mente vivace e una corretta alimentazione, non si era mai spinta a ipotizzare che mangiare bene potesse incidere anche sull’aspetto motivazionale. A colmare questo vuoto arriva un interessante e innovativo studio svizzero che ha individuato un legame diretto tra volontà e metabolismo, soprattutto dei cibi ad alto contenuto proteico.

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INDAGARE NEL CERVELLO PIU’ PROFONDO

Gli scienziati si sono, infatti, domandati se i metaboliti che dopo la digestione del cibo arrivano al cervello potessero in qualche modo incidere sulla capacità motivazionale dell’individuo. La risposta a questo quesito è stata cercata nel nucleus accumbens, un’area profonda del cervello nota per svolgere un ruolo importante nella regolazione di funzioni come ricompensa, rinforzo, avversione e, non da ultimo, motivazione.

LO STRESS OSSIDATIVO CHE ARRUGGINISCE LA MENTE

Come il resto del corpo, il cervello è minacciato dallo stress ossidativo innescato dai radicali liberi, molecole “dannose”, prodotte durante il normale metabolismo quotidiano e che aumentano in modo consistente a causa di fattori esterni quali inquinamento, fumo attivo e passivo, alcol, stress psicofisico, sostanze tossiche presenti negli alimenti, principalmente quelli molto trasformati industrialmente o cotti ad alte temperature. Se presenti in eccesso, i radicali liberi ossidano le nostre cellule, come se le arrugginissero, e l’antidoto sono le sostanze antiossidanti che attingiamo da una dieta sana, variegata e quanto più possibile composta da alimenti genuini e freschi e quanto più simili alla versione in cui ci sono offerti da madre natura. 

UN ANTIOSSIDANTE CHE STIMOLA LA MOTIVAZIONE

Ecco perché i ricercatori hanno cercato di stabilire se e come la presenza di antiossidanti nel nucleo accumbens potesse influenzare la motivazione. Più nel dettaglio, hanno preso in esame il ruolo del glutatione (GSH), il più importante antiossidante endogeno nel cervello, e la sua eventuale relazione con la motivazione.

Attraverso una tecnica non invasiva (la spettroscopia protonica di risonanza magnetica, un esame che permette d’individuare i livelli di alcuni metaboliti in specifiche strutture anatomiche), sono stati misurati i quantitativi di GSH presenti nel nucleo accumbens di uomini e topini mentre venivano sottoposti a test standardizzati che misuravano i diversi livelli di sforzo prodotti dalla motivazione. Dall’incrocio dei due dati è emerso che livelli più elevati di GSH nel nucleo accumbens fossero correlati a prestazioni migliori e, in particolare, costanti nel tempo, nelle attività legate allo sforzo.

PROVE E CONTROPROVE

Una volta stabilita la correlazione tra l’antiossidante e la maggiore motivazione, gli studiosi si sono spinti a cercare un vero e proprio nesso causale attraverso esperimenti dal vivo sui topini. Dopo aver loro iniettato una sostanza inibitrice della produzione del GSH la motivazione dei topini era diminuita come evinto dai peggiori risultati conseguiti nei test basati sullo sforzo e incentivati ​​dalla ricompensa. Al contrario, una volta che nel nucleo accumbens dei topini è stata iniettata N-Acetilcisteina (NAC), un precursore che aumenta i livelli di GSH, i risultati dei test motivazionali sono nuovamente migliorati.

DAL CIBO ALLA VOLONTA’

Possiamo attraverso l’alimentazione combattere lo stress ossidativo nel cervello al punto di stimolare la motivazione? La domanda iniziale degli studiosi era questa e la risposta sembrerebbe affermativa, soprattutto se gli alimenti in questione sono ad alto contenuto proteico. La NAC, la sostanza “magica” che è stata capace di stimolare la motivazione nel nucleo accumbens, viene sintetizzata nel corpo dal suo precursore cisteina, presente specialmente in carne, pollo, pesce e frutti di mare. Altre fonti, ma con un contenuto inferiore, sono uova, latticini, avena, lenticchie, semi di girasole e datteri.

Dr.ssa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute. 

FONTE: Eva Ramos-Fernández, Ioannis Zalachoras, Fiona Hollis, Laura Trovo, João Rodrigues, Alina Strasser, Olivia Zanoletti, Pascal Steiner, Nicolas Preitner, Lijing Xin, Simone Astori, Carmen Sandi. Glutathione in the nucleus accumbens regulates motivation to exert reward-incentivized efforteLife, 2022; 11 DOI: 10.7554/eLife.77791