Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Una dieta sbilanciata in gravidanza "programma" dei figli obesi

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Consumare durante la gravidanza una dieta sbilanciata, ad alta presenza di grassi omega-6 e basso apporto di grassi omega-3, programmerebbe neurologicamente i futuri figli a essere obesi. E’ quanto suggerisce un nuovo studio condotto sui topini dall’università di Hiroshima che apre a nuovi orizzonti la lotta all’obesità potendola prevenire ancora prima della nascita, partendo dalla dieta della mamma.

OMEGA-6 E OMEGA-3, UN EQUILIBRIO PRECARIO
I grassi polinsaturi omega-6 abbondano negli oli vegetali impiegati in tutti i prodotti della lavorazione industriale e ristorazione collettiva. Gli omega-3, invece, sono presenti principalmente nel pesce grasso come salmone e sgombro e nella frutta secca con guscio come le noci. In un cervello sano il giusto rapporto tra omega 3 e omega 6 dovrebbe mantenersi tra 1:3 e 1:4. Significa che per ogni grammo di omega-3 dovremmo consumarne 3 o 4 di omega 6.

Ma rispettare questo equilibrio è diventato sempre più difficile nel mondo occidentale dove, dagli anni ’60 a oggi, la massiccia presenza di cibi industriali nell’alimentazione ha portato al più forte squilibrio tra omega-6 e omega-3 mai sperimentato prima dall’uomo. Non può, infatti, bastare consumare pesce due o tre volte a settimana o assumere sotto forma di integratore un grammo di olio di pesce al mattino se poi ingeriamo 20 g di omega-6 ogni giorno attraverso cibo pronto, confezionato, di tavola calda, cracker, prodotti da forno, merendine, snack vari.

LA DOPAMINA E IL PIACERE IRREFRENABILE
Un tale sbilanciamento provoca infiammazione e una lunga serie di reazioni biochimiche correlate all’aumento di peso ed era già stato visto in precedenza sui topini che l’eccesso di omega-6 a sfavore degli omega-3 nella dieta della mamma gravida altera il cervello dei figli. Questo nuovo studio è andato più a fondo rilevando nella prole un aumento dei neuroni che rilasciano dopamina, un neurotrasmettitore che incide sul meccanismo cerebrale della ricompensa. I topini venuti al mondo da mamme allevate durante la gravidanza con una dieta ad alta presenza di omega-6 presentavano alti livelli di dopamina nel cervello ed erano propensi a un consumo edonico, cioè irrefrenabile, di fronte al piacere provocato da cibi ricchi di zuccheri e grassi.

LA PROVA DEL NOVE
Al contrario, questo comportamento era estraneo a un altro gruppo di topini nati da madri che in gravidanza avevano assunto una dieta bilanciata tra omega-6 e omega-3. Anzi, in questo caso la prole non si è mostrata nemmeno tentata da alimenti ipercalorici, rifiutandoli quando le sono stati offerti. Come “prova del nove” i ricercatori hanno somministrato al primo gruppo di topini un inibitore di dopamina che ha smorzato il loro consumo edonico di cibo confermando come il neurotrasmettitore giochi un ruolo importante nello stimolare cerebralmente questo comportamento.

LA LOTTA ALL’OBESITA’ INIZIA NELLA PANCIA DELLA MAMMA
Ecco, dunque, una possibile nuova strategia di contrasto all’obesità infantile che, invece di agire “a valle” lottando senza successo contro il meccanismo di ricompensa che induce il nostro cervello a desiderare continuamente cibi piacevoli, ma non salutari, proverebbe ad agire “a monte” impendendo l’innesco di quel desiderio sin dalla pancia della mamma.

 

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

 

FONTE: Maternal dietary imbalance between omega-6 and omega-3 fatty acids triggers the offspring’s overeating in mice. Communications Biology, 2020; 3 (1) DOI: 10.1038/s42003-020-01209-4