Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

L'amido resistente riduce il rischio di tumore intestinale da eccessivo consumo di carni rosse e trasformate

Indice

Uno studio dell’American association for cancer research individua un possibile fattore protettivo nell’amido resistente, un carboidrato capace di mitigare l’aumentato rischio di sviluppare questo tumore in chi consuma spesso queste carni. 

UN CARBOIDRATO CHE SEMBRA UNA FIBRA

Presente in alimenti amidacei come pane, pasta, riso, legumi, noci, semi, banane e patate, l’amido resistente è un carboidrato che “resiste alla digestione” ovvero non è scomposto dai nostri enzimi digestivi né reso disponibile all’assorbimento. Raggiunge pertanto il colon dove diventa nutrimento per i batteri lì presenti, al pari della fibra. E come per le fibre, la disponibilità di amido resistente può variare molto in base alla cottura: 80 grammi di patate al forno ne contengono quasi quattro grammi, mentre bollite appena 2,5. Dopo la cottura, il raffreddamento dei carboidrati aumenta la formazione di amidi resistenti, ecco perché l’indice glicemico di pasta, riso e patate consumati freddi è più basso, rispetto agli stessi consumati caldi. 

FERMENTA NEL COLON E LO PROTEGGE

Resistendo alla digestione e all’assorbimento, l’amido resistente arriva al colon dove è fermentato dai batteri che vi albergano in butirrato, un prezioso nutrimento per le cellule del colon che regola inoltre i livelli d’infiammazione e di altri processi legati allo sviluppo del tumore. 

LO STUDIO: CARNE ROSSA TUTTI I GIORNI PER DUE MESI

Per stabilire questo collegamento lo studio ha coinvolto 23 adulti sani di età compresa tra 50 e 75 anni. Ogni partecipante ha seguito due diverse diete per quattro settimane, intervallate da un periodo di pausa. La dieta del primo mese prevedeva il consumo di 300 grammi di carne rossa al giorno; il secondo anche, ma con l’aggiunta di 40 grammi di amido resistente. Al termine di ciascun periodo i ricercatori hanno raccolto campioni di tessuto rettale, tramite biopsia.

LIVELLI NELLA NORMA 

Conclusa la prima dieta ricca di carne rossa, i tessuti intestinali dei partecipanti hanno mostrato un aumento del 30% di alcuni microRNA (molecole che partecipano al flusso di informazioni che dal Dna va alle proteine) favorenti lo sviluppo del cancro. Ma quando i partecipanti hanno aggiunto l’amido resistente alla loro dieta ricca di carne rossa, i loro livelli di microRNA sono tornati a quelli di partenza.

Ciò suggerisce un effetto protettivo dell’amido resistente specifico contro il rischio di tumore al colonretto. Più in generale, un semplice ingrediente presente nella dieta si conferma un alleato potente per chi vuole prevenire o è affetto da questa malattia.

Dr.ssa Debora Rasio
Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

FONTE: K. J. Humphreys, Met al. Dietary Manipulation of Oncogenic MicroRNA Expression in Human Rectal Mucosa: A Randomized TrialCancer Prevention Research, 2014; 7 (8): 786 DOI: 10.1158/1940-6207.CAPR-14-0053