Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Cibo ultra processato: nutriente solo per l'ansia e la depressione

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Cibi in scatola, in busta, precotti, snack e poi bevande gassose, zuccherate, succhi… Ricchi di sale, grassi saturi, zuccheri, amido e poveri in nutrienti gli alimenti ultra-processati – cioè trasformati dall’industria in una forma molto distante dalla loro originale versione naturale – predominano sempre più nella nostra alimentazione. 

CALORIE “VUOTE”

Si calcola, ad esempio, che nei soli Stati uniti i cibi ultra-processati rappresentino oltre il 60% delle calorie consumate dalla popolazione, recando danni alla salute, spesso irreparabili. Se da una parte, infatti, sono economici, veloci da preparare, quando non già pronti al consumo, dall’altra i cibi ultra-processati non assolvono quello che dovrebbe essere il principale compito di un alimento: nutrire. Pieni di calorie “vuote” – che hanno cioè perso nella trasformazione vitamine, sali minerali, proteine e altri nutrienti e acquisito invece coloranti, emulsionanti e una moltitudine di additivi – i cibi ultra-processati sono stati riconosciuti all’origine di numerose malattie croniche non trasmissibili tipiche dei nostri tempi quali obesità, diabete di tipo 2, problemi cardiovascolari e metabolici. 

UNA CORRELAZIONE CON ANSIA E DEPRESSIONE 

A queste si aggiungono ora anche i disturbi psicologi, l’ansia in particolare, come attesta un nuovo studio dell’Università del Florida che ha cercato di stabilire una correlazione tra consumo di cibo ultra-processato e sintomi di depressione, ansia e disagio mentale. Per riuscirvi i ricercatori hanno preso in esame i dati relativi al 10.359 adulti dai 18 anni in su, raccolti dal Sondaggio nazionale sulla salute e la nutrizione Usa. È stato così possibile misurare per tutti la depressione, il numero di giorni di disagio mentali e quelli di ansia. Dall’incrocio dei dati è risultato in modo evidente che coloro i quali consumavano maggiori quantità di cibi ultra-processati mostravano un aumento statisticamente significativo dei sintomi di depressione e dei giorni di disagio mentale e ansia. Sintomatologia di questo tipo si manifestava bassissima, invece, in quanti si attestavano su livelli di consumo minimi di cibo industriale.

NON TUTTO È DANNOSO

Certo la vita è frenetica e non è sempre facile trovare il tempo per cucinare in casa, senza contare quanto il cibo fresco e di alta qualità possa arrivare a pesare sul portafogli, soprattutto in questi tempi di alta inflazione. Dovremmo però imparare a vedere i soldi spesi in alimenti sani, freschi e genuini come un vero e proprio investimento in saluto che, a lungo andare, ci farà risparmiare cure e farmaci. D’altra parte, nemmeno tutti gli alimenti confezionati devono essere demonizzati e per trovare il giusto compromesso tra qualità e praticità si può far riferimento al metodo di classificazione NOVA che distingue tra:

1) alimenti non trattati (parti crude di animali o vegetali);

2) alimenti naturali trattati con ingredienti quali olio, farina, zucchero, spezie, aglio ecc.;

3) alimenti trasformati con gli ingredienti del punto 2, ma in questo caso già presenti all’interno della confezione. Ad esempio, pesce e legumi in scatola, verdure precotte, yogurt: conservano buona parte delle loro proprietà nutrizionali e fisiche;

4) cibi ultraprocessati, sottoposti a molteplici processi industriali, nessuna componente è non trattata. Sono quelli assolutamente da ridurre o evitare e includono: snack dolci o salati, gelati, biscotti, fette biscottate, cereali in scatola, pasticcini e torte, caramelle, margarine, barrette, bibite zuccherate, succhi di frutta, yogurt alla frutta, bevande al cacao; dadi; salse pronte, pizza, affettati, insaccati, affumicati, salsicce, hamburger e würstel, zuppe pronte e noodles “istantanei”, e, non ultime, numerose tipologie di pane. 

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

FONTE: Eric M Hecht, Anna Rabil, Euridice Martinez Steele, Gary A Abrams, Deanna Ware, David C Landy, Charles H Hennekens. Cross-sectional examination of ultra-processed food consumption and adverse mental health symptomsPublic Health Nutrition, 2022; 1 DOI: 10.1017/S1368980022001586