Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Litio: il minerale che cura la mente

Indice

Minerale alcalino, appartenente alla stessa famiglia del sodio e del potassio, il litio è utilizzato sin dall’antichità contro le malattie mentali e ancora oggi resta uno dei rimedi più efficaci nel trattamento della malattia bipolare e della depressione.

DEPRESSIONE E DISTURBO BIPOLARE: NUMERI DA EPIDEMIA
Se le malattie più diffuse al mondo sono quelle cardiovascolari, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) questo triste primato potrebbe essere presto detenuto da quelle mentali le quali, solo in Italia, affliggono 17 milioni di persone. Tra esse l’Istat calcola che quasi 3 milioni (il 5,4% della popolazione di età superiore ai 15 anni) soffrono, nello specifico, di depressione, la malattia più incidente tra gli adolescenti, con il suicidio che è arrivato a costituire la seconda causa di morte nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni.

Purtroppo il pensiero di togliersi la vita ricorre spesso anche nei malati di bipolarismo, una condizione caratterizzata da instabilità dell’umore che alterna picchi di euforia e di depressione a fasi di relativa normalità: in Italia questa malattia affligge circa 1,5 mln di persone. Oltre che nella cura del disturbo bipolare e della depressione, il litio è utile nel mitigare il deficit di serotonina alla base di molti comportamenti compulsivi ed è un valido aiuto nella disassuefazione da tabacco e alcol e nel dolore da emicrania.

EFFICACE, MA TOSSICO
Il litio impiegato nelle terapie farmacologiche è in forma di carbonato o citrato di litio, sali molto efficaci nello stabilizzare l’umore ma che vanno utilizzati a dosaggi molto elevati perché poco assorbiti dalle cellule: in queste formulazioni gli ioni di litio tendono a fermarsi a livello delle membrane cellulari senza riuscire a penetrare al loro interno. Il risultato è che questo minerale si accumula nel sangue in elevate concentrazioni, con un significativo rischio di tossicità che richiede, dunque, il monitoraggio frequente delle sue concentrazioni plasmatiche (litiemia). Gli effetti tossici del litio, infatti, possono generare tremore, sete, aumento di peso, nausea, sonnolenza, perdita della memoria. Nel lungo periodo, inoltre, il trattamento con alti dosaggi di litio può danneggiare la funzione epatica e renale. A concentrazioni elevate, poi, il litio inibisce il rilascio di dopamina e noradrenalina e potrebbe provocare un abbassamento del tono dell’umore invece che un suo miglioramento.

OROTATO DI LITIO: NE BASTA POCHISSIMO
Da decenni, però, gli scienziati hanno individuato una possibile alternativa che limiterebbe gli effetti collaterali del litio senza comprometterne l’efficacia: l’orotato di litio, il sale litico dell’acido orotico. Si tratta di una versione chimica molto più bio-disponibile del citrato o del carbonato che consente di usare dosaggi molto inferiori nella terapia delle persone affette da disturbo bipolare. L’orotato, infatti, riesce a trasportare il litio oltre le membrane cellulari facendo sì che, in caso di depressione ad esempio, il dosaggio terapeutico si limiti a 150mg al giorno di litio orotato (contenenti circa 5-6 mg di litio elementare) rispetto ai 900-1800 mg necessari per il citrato o il carbonato. Il rischio di tossicità e la necessità che il paziente si sottoponga a frequenti esami del sangue sarebbero, così, annullati.

POTERE TERAPEUTICO DEL LITIO NELL’ACQUA
Molti autori hanno evidenziato in diverse parti del mondo (Giappone, Austria, USA, Grecia, Gran Bretagna) una relazione inversa tra maggiori concentrazioni di litio naturale nell’acqua pubblica e minori tassi di suicidio. Anche un recente studio italiano sembra supportare questa ipotesi. Pompili e collaboratori hanno misurato le concentrazioni di litio nell’acqua potabile di 145 località italiane e, mettendole in correlazione con i tassi di suicidio locali di uomini e donne verificatisi tra il 1980 e il 2011, hanno dimostrato un effetto protettivo del litio – più significativo nelle donne, rispetto agli uomini – nel periodo di tempo compreso tra il 1980 e il 1989. L’ipotesi è che in quel periodo le donne, lavorando meno fuori casa, passassero più tempo nell’ambiente domestico e bevessero quindi più acqua del rubinetto (non era ancora il “tempo” dell’acqua in bottiglia), rispetto agli uomini.

UN PO’ DI STORIA
Le prime scoperte sui sali orotati si devono agli studi e all’impiego del medico e scienziato tedesco, Hans Nieper, scomparso nel 1998. Chimicamente gli orotati sono i sali minerali dell’acido orotico, utilizzati dalle piante e dagli animali per la sintesi di DNA e RNA. Nieper iniziò a sperimentarne l’utilizzo clinico negli anni ’80 intuendo che la carica neutra di tali sali consentisse loro di attraversare più facilmente le membrane cellulari. In seguito tale ipotesi trovò conferma scientifica poiché fu visto che gli orotati fungono proprio da trasportatori di minerali all’interno delle cellule e tessuti, permettendo di raggiungere concentrazioni terapeutiche utilizzando dosaggi ben inferiori, fino a 20 volte. Le teorie di Nieper attrassero l’attenzione della ricerca che, negli anni a venire, ha aggiunto nuovi tasselli relativi al potenziale curativo degli orotati assunti nell’ambito di terapie più vaste e articolate. Nuovi risultati che suggeriscono ulteriori campi di applicazione dell’orotato di litio: in quanto neuroprotettivo sarebbe estremamente utile nelle patologie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer, la malattia di Parkinson o la sclerosi multipla. Applicazioni che si aggiungono a quelle originariamente individuate da Nieper per l’orotato di litio come antiemicranico, coadiuvante nel trattamento dell’epilessia e sostegno nella disassuefazione da alcol.

AVVERTENZA
In qualunque malattia, e ancora di più nel trattamento dei disturbi mentali –che per loro natura sono delicatissimi – è importante non improvvisare alcuna terapia fai da te. Non assumere nulla senza averne prima discusso con il medico curante è pertanto la regola aurea da non trasgredire mai.

Fonte

The clinical applications of lithium orotate. A two years study. Agressologie. 1973;14:407–411.

Lithium orotate in the treatment of alcoholism and related conditions. Alcohol. 1986;3:97–100.

Do vitamins or minerals (apart from lithium) have mood-stabilizing effects? J Clin Psychiatry. 2001;62:933–944.

Tryptophan depletion in stable lithium-treated patients with bipolar disorder in remission. Arch Gen Psychiatry. 1995;52:154–155.

Relationships of local lithium concentrations in drinking water to regional suicide rates in Italy. World J Biol Psychiatry. 2015 Dec;16(8):567-74.