Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

B 12 pesce carne

Vitamina B12, un’alleata nel contrasto dell’Alzheimer

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La demenza senile, la cui forma più diffusa è l’Alzheimer, affligge al momento circa 50 milioni di persone al mondo. Purtroppo, non è ancora stata individuata una cura, e mentre la ricerca prosegue sempre più evidenze riconoscono nell’alimentazione un ruolo preventivo e di contrasto alla malattia.

A tal proposito uno studio recente individua una possibile alleata dei malati di Alzheimer nella vitamina B12. Fornita esclusivamente da alimenti di origine animale è, infatti, un nutriente prezioso per la salute del sistema nervoso perché partecipa alla formazione della mielina (la guaina isolante che avvolge le cellule nervose facilitando la conduzione degli impulsi elettrici) e favorisce la sopravvivenza, lo sviluppo e il corretto funzionamento delle cellule nervose. Inoltre,  concorre alla formazione di serotonina e dopamina, i neurotrasmettitori del buon umore. Non è un caso che sempre più evidenze colleghino il deficit di vitamina B12 al declino cognitivo. 

DEI VERMICIATTOLI FACILI DA STUDIARE
Questo collegamento è emerso anche in un recente studio dell’Università del Delaware (Usa) condotto sul Caenorhabditis elegans, un sottile vermicello trasparente, lungo poco più di un millimetro, che vive nel suolo, si nutre di batteri e si presta allo studio della biologia cellulare e delle malattie in quanto è un organismo molto, molto più semplice rispetto all’uomo pur condividendone i programmi biologici essenziali. 

Bene, entro 36 ore dal raggiungimento dell’età adulta, i nostri vermiciattoli vengono completamente paralizzati dalla beta-amiloide, la proteina tossica legata all’insorgere dell’Alzheimer. In pratica, nel giro di pochissimo tempo, la beta-amiloide provoca nel C. elegans gli effetti tossici che impiegano anni a manifestarsi nel cervello umano, come la frammentazione dei mitocondri (le centraline energetiche delle cellule) e l’aumento dello stress ossidativo, dovuto a un eccesso di radicali liberi. 

UNA SCOPERTA INATTESA
Proprio mentre sono intenti a condurre studi genetici su C. elegans malati di Alzheimer, i ricercatori notano che un gruppo di essi, invece che paralizzarsi come gli altri della stessa età, continua a muoversi. Gli studiosi concentrano la loro attenzione sul perché di questa differenza e, dopo esperimenti durati anni, scoprono finalmente che tutti i vermiciattoli erano stati allevati con E. coli, ma un ceppo del batterio aveva livelli di vitamina B12 più alti rispetto all’altro. Ed era proprio quanto capitato al gruppo di animaletti “resistenti” alla malattia. Da qui il passo è stato breve: somministrando vitamina B12 ai vermetti che ne erano carenti la paralisi rallentava immediatamente, mentre aumentavano i livelli di energia e diminuiva lo stress ossidativo nelle cellule. In altri termini, grazie alla sua capacità di favorire la regolazione dell’espressione dei geni, la vitamina B12 era riuscita a contrastare l’accumulo della beta-amiloide, la proteina tossica dell’Alzheimer, affermando il suo potenziale terapeutico contro la malattia.

TROPPA CARENZA DI VITAMINA B12
Come accennato la vitamina B12 è fornita solo da alimenti di origine animale: in primis carne (specie fegato e reni), pesce (trota, salmone, pesci grassi), molluschi (vongole, ostriche, cozze ecc.) e, a seguire, latticini e uova. Questa vitamina è perciò spesso carente nelle diete vegetariane e totalmente mancante in quelle vegane.

Circa il 20 per cento degli anziani soffre di insufficienza di vitamina B12 e anche nei giovani e negli adulti la carenza è più̀ frequente di quanto comunemente si pensi. La mancanza può̀ instaurarsi a causa di scarso apporto dalla dieta (soprattutto per i vegani e i vegetariani) oppure per ridotto o mancato assorbimento intestinale. Da tenere presente, inoltre, che alcuni farmaci di comune utilizzo, come gli inibitori di pompa protonica (gli antiacidi per il reflusso gastroesofageo) e la metformina (usata nel trattamento del diabete di tipo 2), interferiscono con l’assorbimento della B12. Un altro “ostacolo” alla presenza di adeguati livelli della vitamina B12 è dato dai limiti piuttosto bassi del range di valori di vitamina B12 considerati normali. Secondo le direttive italiane, ad esempio, sono adeguati livelli compresi tra 200 e 350 pg/ml, ma questo non impedisce a persone che formalmente rientrano nei valori di manifestare sintomi espliciti di una carenza di B12 quali depressione, affaticamento e perdita della memoria (tutti segni di danno cerebrale) che rispondono poi positivamente alla somministrazione di questa vitamina.

LA VITAMINA DEL BUONUMORE
Ricordiamo, infine, che la vitamina B12 svolge un ruolo essenziale nella sintesi e nel metabolismo della serotonina, il neurotrasmettitore responsabile della regolazione dell’umore, definito anche l’ormone del buonumore o, addirittura, della felicità. Ecco perché se la B12 è deficitaria si ha una riduzione della produzione dell’ormone e la comparsa di depressione, un segno spesso precoce dell’insorgenza di Alzheimer.

Dr.ssa Debora Rasio
Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

FONTE: Andy B. Lam, Kirsten Kervin, Jessica E. Tanis. Vitamin B12 impacts amyloid beta-induced proteotoxicity by regulating the methionine/S-adenosylmethionine cycle. Cell Reports, 2021 DOI: 10.1016/j.celrep.2021.109753