Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Mangiare cibi ricchi in colesterolo non aumenta il rischio di infarto, nemmeno in individui con una predisposizione genetica che li mette più a rischio.

Un nuovo studio condotto in Finlandia dimostra che l’assunzione di un uovo al giorno non si associa ad un incremento del rischio di malattia coronarica, nemmeno in chi possiede una variante del gene dell’apolipoproteina E (APOE) associata ad elevati livelli di colesterolo nel sangue.

Che il colesterolo alimentare non rappresentasse un fattore di rischio cardiovascolare lo aveva già concluso nel 2013 l’American College of Cardiology, che nelle sue nuove linee guida non aveva espresso alcun consiglio riguardo all’assunzione di colesterolo con la dieta.

A seguire, il ministero della Sanità e quello dell’Agricoltura statunitensi, nelle loro “Dietary Guidelines for Americans” pubblicate nel 2015, hanno affermato che il colesterolo alimentare è fra le sostanze “non preoccupanti per la salute”.

Nel report si legge: “Le linee guida precedenti raccomandavano di non consumare più di 300 mg di  colesterolo al giorno. Questa raccomandazione non può più essere sostenuta poiché l’evidenza disponibile mostra che non vi è un rapporto apprezzabile fra consumo di colesterolo con la dieta e livelli di colesterolo nel sangue”.

Quindi, sebbene, elevati valori di colesterolo LDL nel sangue siano un importante indicatore di rischio cardiovascolare, non è più necessario escludere uova, burro e gamberi dalla dieta poiché il colesterolo assunto con gli alimenti non modifica significativamente i livelli di quello circolante. Ricordiamo che solo il 15% del colesterolo che abbiamo in circolo proviene dalla dieta, mentre il restante 85% è prodotto dal fegato.

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Dalla pubblicazione di queste linee guida, molti esperti hanno smesso di porre limiti al quantitativo di colesterolo assunto con la dieta. Nei portatori di una variante del gene dell’apolipoproteina E (la APOE4), i quali normalmente hanno livelli più alti di colesterolo nel sangue e hanno quindi un maggior rischio di infarto, rimaneva tuttavia l’idea prudenziale di limitarne l’assunzione con la dieta.

In questo studio, condotto in Finlandia, dove la prevalenza del gene ApoE4 è molto alta arrivando a coinvolgere un terzo di tutta la popolazione, si è confermata l’evidenza che il colesterolo alimentare non aumenta il rischio di eventi cardiovascolari, nemmeno nei portatori del gene ApoE4. Chi consumava uova regolarmente non aveva più infarti e nemmeno maggior inspessimento delle pareti delle arterie (delle carotidi), nemmeno se erano portatori della variante genetica che li metteva più a rischio. Nello studio i partecipanti consumavano al massimo 520 mg di colesterolo al giorno e assumevano in media un uovo al giorno. Non si sa se consumi maggiori possano avere conseguenze negative in individui predisposti.

Un uovo contiene circa 200 mg di colesterolo, concentrati nel tuorlo. Ma non dobbiamo dimenticare il valore nutrizionale di questo alimento, uno fra i più completi in natura. Contiene proteine del più alto valore biologico, è ricco in vitamina B2, necessaria per trasformare il cibo in energia e vitamina B12, essenziale per la produzione di globuli rossi; è fra le maggiori fonti naturali di luteina e zeaxantina, carotenoidi importantissimi per la protezione dell’occhio e di colina o lecitina, un nutriente essenziale per lo sviluppo dell’ippocampo, la regione del cervello coinvolta nella memoria e nell’apprendimento. A fronte della straordinaria ricchezza in nutrienti, è relativamente ipocalorico: 1 uovo medio ha circa 70-85 calorie.

In Cina vigeva la tradizione per le donne incinte di mangiare fino a 10 uova al giorno per avere bambini intelligenti e nella nostra cultura le uova fresche venivano riservate ai bambini per farli crescere bene. La loro ricchezza in colesterolo, colina, vitamine liposolubili, calcio e fosforo, elementi indispensabili ad un organismo in rapido sviluppo, suffraga un sapere che a quei tempi trovava le basi sull’osservazione e l’esperienza.

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Come cuocere le uova

Il tuorlo dovrebbe essere mantenuto più crudo possibile per non ossidarne il prezioso colesterolo e perderne le vitamine: la cottura ideale è all’occhio di bue o alla coque, a seguire si può optare per l’uovo strapazzato, cotto a fiamma bassa. Nella padella aggiungiamo il burro al posto dell’olio: non solo risulterà più buono ma il fegato sarà facilitato nel metabolizzare grassi di più simile composizione.

Fonte:
Associations of egg and cholesterol intakes with carotid intima-media thickness and risk of incident coronary artery disease according to apolipoprotein E phenotype in men: the Kuopio Ischaemic Heart Disease Risk Factor Study. American Journal of Clinical Nutrition, 2016;

Dottoressa Debora Rasio
Nutrizionista presso l’ospedale Sant’Andrea
Università di Roma La Sapienza

Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute. La Dott.ssa Rasio vanta inoltre collaborazioni con le trasmissioni televisive Uno mattina (RaiUno) e Cose dell’altro Geo (RaiTre), oltre a curare la rubrica settimanale Salute & Benessere su Radio Monte Carlo.