Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Troppi zuccheri rovinano il cervello dei nostri bambini

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Tanto per fare un esempio le linee guida sull’alimentazione raccomandano che gli zuccheri non dovrebbero superare il 10% delle calorie giornaliere assunte, ma le statistiche calcolano che questa raccomandazione -criticata da molti esperti perché fissa il limite di questo problematico nutriente troppo in alto- è praticamente del tutto disattesa nella fascia d’età tra i 9 e 18 anni. Come noto, tutto ciò rappresenta una corsia preferenziale verso l’obesità infantile e problemi di vario genere da adulti, a partire dalle malattie cardiovascolari, al diabete, ai tumori, alle demenze. Ma ora nuovi studi allarmano su possibili conseguenze anche sullo sviluppo del cervello come quello recente, a firma di due università statunitensi, che ha stabilito un collegamento tra un eccessivo consumo di zuccheri in età infantile e adolescenziale e il malfunzionamento dell’ippocampo (la regione cerebrale tra le più coinvolte nei processi di apprendimento e memoria) e dei batteri intestinali. Tutto ciò si traduce in difficoltà mnemoniche e cognitive. 

GIOVANI CERVELLI CRESCESI
Attraverso un esperimento sui topini i ricercatori hanno messo in luce le possibili conseguenze del troppo zucchero su un giovane cervello, concentrandosi in particolare sull’ippocampo.

I piccoli animali hanno ricevuto in pasto il loro cibo abituale con l’aggiunta dell’11% di una soluzione di zucchero paragonabile alle bevande disponibili in commercio. Dopodiché sono stati sottoposti a test per la misurazione della memoria episodica contestuale direttamente legata al funzionamento dell’ippocampo. È stato così visto che i topini che avevano consumato zucchero in giovane età avevano difficoltà a riconoscere un nuovo oggetto in un dato contesto, mentre quelli che non avevano mangiato zucchero vi riuscivano senza difficoltà. Come controprova è stato condotto un altro test relativo alla capacità di riconoscere qualcosa visto in precedenza (memoria base di riconoscimento) che non dipende dall’ippocampo: in questo caso lo zucchero non ha fatto la differenza.

INTESTINO E CERVELLO SI PARLANO GIA’ DA PICCOLI
A sostegno della loro tesi gli studiosi hanno considerato che simili deficit della memoria si verificano quando i batteri Parabacteroides aumentano all’interno del microbiota intestinale e ne hanno trovati in abbondanza nei topini a dieta zuccherina. Più essi aumentano, più le capacità mnemoniche diminuiscono e una delle cause scatenanti l’incremento di questi batteri è proprio il precoce consumo di zucchero. Ancora una volta si conferma l’indissolubile legame tra salute dell’intestino, in particolare della popolazione di miliardi di batteri che vi risiedono, e quella del cervello. Ciò che mangiamo può incidere direttamente sulle nostre capacità cognitive, tanto più su quelle di bambini e adolescenti il cui cervello è ancora in fase di sviluppo.

GENITORI SVEGLIA!
Quindi, genitori sveglia! Non fidatevi della pesante attività di lobbying esercitata dalla grande industria sui media e sugli organismi regolatori. Non ci sono più scuse per continuare a far finta che quella merendina o quel succo di frutta pieni di zuccheri, additivi, coloranti siano innocenti momenti di evasione. Snack dopo snack, lattina dopo lattina, si fa sempre più salato il conto in salute che i nostri bambini dovranno pagare da grandi. 

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

FONTE: Emily E. Noble, et al. Gut microbial taxa elevated by dietary sugar disrupt memory functionTranslational Psychiatry, 2021; 11 (1) DOI: 10.1038/s41398-021-01309-7