Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Polifenoli, un grande aiuto per chi soffre di intestino permeabile

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Questo indebolisce la loro funzione di “barriera” (la quale, a causa dei buchini, appunto, “gocciola”) e attraversarla è più facile per patogeni e tossine i quali, dall’intestino, entrano in circolo nel sangue. La risposta immunitaria messa in campo dall’organismo genera infiammazione e può scatenare malattie come quelle autoimmuni, intolleranze alimentari, allergie. Questa condizione, sempre più diffusa, sembra essere contrastata da una dieta ricca in polifenoli, antiossidanti dalle forti proprietà protettive presenti principalmente in semi, frutta e verdura. 

MICROBIOTA E BARRIERA INTESTINALE
Il microbiota, la popolazione di miliardi di batteri “buoni” che vive nell’intestino umano scompone, infatti, i polifenoli in composti più piccoli per aumentarne l’assorbimento. Così accade per tutto ciò che ingeriamo: sono i batteri intestinali a occuparsi della digestione trattenendo le sostanze utili al corpo e scartando quelle inutili o dannose. Con l’avanzare dell’età, però, la qualità del microbiota intestinale può diminuire indebolendo la barriera intestinale che non è più in grado di evitare del tutto che le sostanze presenti nell’intestino straripino nel sangue. Insomma, la sindrome dell’intestino permeabile è strettamente connessa a un microbiota non in salute. 

MIRTILLI, CIOCCOLATA, MELOGRANO: UNO STUDIO
Lo conferma un recente studio italo-inglese, condotto su 51 residenti di una casa di cura, dai 60 anni in su e tutti con livelli elevati di zonulina nel sangue, un indicatore biologico associato a una ridotta tenuta della barriera intestinale. Metà dei partecipanti hanno proseguito la loro dieta abituale, mantenendo lo stesso apporto calorico e nutritivo, ma sostituendo alcuni alimenti con altri ricchi in polifenoli come mirtilli, melograno, cioccolato fondente. Gli altri hanno proseguito con la loro alimentazione abituale, senza sostituire alcun alimento. In media, la dieta “rafforzata” in polifenoli ne garantiva un apporto giornaliero di 1391 mg a fronte degli 812 assunti con la dieta “normale”. Dopo otto settimane, i due gruppi si sono scambiati regime alimentare. Prima, durante e dopo la sperimentazione sono stati prelevati e studiati campioni di sangue e feci. 

UN BENEFICIO DIFFUSO
Dalle analisi è emerso che durante la dieta con più polifenoli diminuivano, rispetto al gruppo di controllo, i livelli di zonulina nel sangue e aumentavano quelli di butirrato, un acido grasso a catena corta che denota un intestino in salute. Ciò è stato attribuito ai metaboliti dei polifenoli presenti nel cacao e nel tè verde. Al fianco di questo riscontro diretto dell’effetto positivo dei polifenoli in chi soffre di intestino permeabile, sono emersi benefici aggiuntivi quali una maggiore presenza di batteri “buoni” rispetto ai livelli della dieta abituale, in particolare di quelli appartenenti alla famiglia delle Porphyromonadaceae. Questo si ripercuote in positivo sulla composizione del microbiota creando un beneficio diffuso non solo a livello intestinale, ma anche sistemico.

CIBI AMICI DEL MICROBIOTA
L’effetto combinato di questi esiti avvalora la tesi, negli ultimi anni sempre più presente in letteratura, che arricchire in modo mirato la dieta, in questo caso di polifenoli, contribuisce ad attenuare la sindrome dell’intestino permeabile. Presenti in frutta, verdura, tè, caffè, vino rosso, cacao, i polifenoli esercitano un’attività antiossidante e antinfiammatoria irrinunciabile per proteggerci dalle malattie croniche. Al loro fianco, per rafforzare i batteri “buoni” del microbiota servono anche i batteri stessi presenti negli alimenti probiotici come yogurt con fermenti lattici vivi, kefir, alcuni formaggi e altri alimenti fermentati. Una delle più ricche fonti di probiotici in natura è il kimchi, verdura di origine coreana fermentata e speziata. I batteri provenienti dai cibi probiotici aiutano a mantenere integre le barriere dell’intestino, quindi la sua tanto importante impermeabilità. 

Oltre ai probiotici, vi sono poi gli alimenti prebiotici: non contengono organismi vivi, ma rappresentano le migliori fonti di energia per i batteri intestinali. Sono rappresentati da aglio crudo, cipolle crude o cotte, porri, cicoria. Anche il tè è una bevanda prebiotica. Si stima che per ogni 100 grammi di prebiotici consumati si producono 30 grammi di batteri buoni. I prebiotici sono anche degli ottimi antinfiammatori, facilitano l’assorbimento dei minerali, son molto sazianti e diminuiscono il senso di fame. 

Dr.ssa Debora Rasio
Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

FONTE: Crosstalk among intestinal barrier, gut microbiota and serum metabolome after a polyphenol-rich diet in older subjects with “leaky gut”: The MaPLE trial. Gregorio Peron, Giorgio Gargari, Tomás Meroño, et al. Clin Nutr. 2021 Oct;40(10):5288-5297.