Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Pochi grassi, poco testosterone

Indice

La carenza di testosterone sta diventando sempre più diffusa: nei soli Stati Uniti viene diagnosticata a circa mezzo milione di uomini ogni anno. Fra le cause più frequenti rientrano il sovrappeso e l’obesità. Il tessuto adiposo, infatti, abbonda in aromatasi, un enzima che converte il testosterone in estrogeni; ne consegue che più grasso è presente, più estrogeni si producono, un effetto che si manifesta tanto negli uomini che nelle donne. Il deficit di testosterone è una condizione piuttosto problematica che nell’uomo conduce a un calo dell’energia e della libido, disfunzioni erettile, rallentamento metabolico e fragilità delle ossa, nonché a depressione. Uno dei metodi “classici” per fronteggiare questo problema è mettersi a dieta per perdere peso ma sembra che una dieta povera di grassi possa in realtà contribuire a ridurne i livelli, piuttosto che aumentarli. È quanto è stato recentemente confermato da uno studio statunitense pubblicato su “The Journal of Urology“, rivista ufficiale dell’Associazione americana di urologia. 

LO STUDIO
I ricercatori hanno isolato alcuni dati raccolti nell’ambito del grande Sondaggio nazionale sulla nutrizione e la salute (NHANES) condotto negli Usa tra il 1998 e il 2012. Nello specifico sono stati presi in considerazione i dati relativi a 3100 uomini adulti per i quali erano disponibili informazioni relative sia alle loro abitudini alimentari, sia ai loro livelli di testosterone. Il 14,6% del campione è risultato seguire una dieta a basso contenuti di grassi, così come l’altro 24,4% seguace della Dieta mediterranea, molto sana, ma comunque a moderato apporto di grassi animali, latticini inclusi. I membri di entrambi questi gruppi presentavano in media livelli di testosterone tra 411 e 413 nanogrammi per decilitro (ng/dL) al di sotto della media dell’intero campione che era, invece, di 435,5 ng/dL. Raffinando, poi, queste medie in base ad altri fattori che possono incidere sui livelli di testosterone come età, indice di massa corporea, attività fisica e condizioni generali di salute è stato confermato che le diete povere in grassi fossero maggiormente associabili a una riduzione di questo ormone. 

Non sono ancora del tutto chiari i meccanismi attraverso i quali la dieta incida sui livelli di testosterone. Trattandosi di un ormone steroideo che deriva dal colesterolo è plausibile che un’alimentazione povera in grassi, spesso raccomandata per perdere peso o per ridurre il rischio cardiovascolare, possa incidere sui suoi livelli.  

GRASSI BUONI: ALLEATI DI SALUTE
Ricordiamo che, nonostante la vera e propria demonizzazione dei decenni scorsi, i grassi “buoni” sono ricchi di vitamine liposolubili e un consumo controllato di burro, panna, uova, così come di carne bianca è un alleato importante per la nostra salute. Non è un caso che gli anni durante i quali ci hanno indotto, da tutti i fronti, a ridurre e/o eliminare i grassi a tavola coincidono con quelli di maggiore diffusione di obesità e altre malattie simili: insomma consumare meno grassi non ci ha fatto dimagrire. Al contrario, se bilanciati per tipo e quantità, essi sono d’aiuto per chi vuole perdere peso poiché rallentano lo svuotamento dello stomaco e inducono sazietà prolungata senza stimolare l’insulina, l’ormone del deposito che favorisce l’incremento ponderale. 

I grassi, ancora, sono tra i più efficaci scudi protettivi presenti in natura: proteggono, isolano, sono una fondamentale riserva energetica (ecco perché abbondano nei semi e nel latte degli animali), producono calore. All’opposto, una dieta povera di grassi è anche povera di vitamine liposolubili: A, D, E, K1 e K2, importantissime per la costruzione e il mantenimento dell’integrità dell’osso, per il corretto funzionamento del sistema immunitario e per proteggerci dai tumori. La vitamina D, inoltre, aumenta la quantità di testosterone attivo nel sangue. Non dimentichiamo, inoltre, che i cibi naturalmente ricchi in grassi sono anche ricchi in sostanze ad azione antiossidante (pensiamo ai polifenoli dell’olio di oliva o a quelli del cacao) e che il colesterolo è il precursore di molti ormoni come il testosterone, oltre a essere il costituente essenziale delle membrane cellulari e del cervello.

QUALI GRASSI MANGIARE?
Come spesso accade, bisogna imparare a distinguere e chiedersi non più se mangiare i grassi, ma quali. Tanto per iniziare eliminiamo i grassi trasformati a livello industriale ormai “esausti”: si inseriscono nelle membrane cellulari alterando la comunicazione tra cellule e aumentando l’infiammazione, oggi la prima causa riconosciuta di malattie croniche. Grassi e oli raffinati, inoltre, sono completamente privi di tutti quei micronutrienti naturalmente presenti nei precursori non trattati, sono calorie “vuote” che consumano le nostre già povere scorte di nutrienti. Apriamo, dunque, senza riserve le porte ai grassi “buoni” che non ingrassano: uova da galline allevate all’aperto, latticini interi (preferibilmente di pecora ovvero di animali allevati a pascolo), pesci grassi, frutta secca oleosa, semi misti, avocado, cioccolato fondente, olio extravergine di oliva e oli di semi spremuti a freddo. La salute ne guadagnerà, e così i nostri ormoni. 

 

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

Fonte:
Fantus RJ, Halpern JA, Chang C, et al. The Association between Popular Diets and Serum Testosterone among Men in the United States. Journal of Urology, February 2020.