Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Negli anni ’80, grazie ad alcune riuscite campagne pubblicitarie, si è diffusa l’idea che lo zucchero fosse un alimento imprescindibile per la salute e per il cervello. Questo concetto si sta letteralmente disgregando alla luce di nuovi studi che sembrano indicare un ruolo causativo degli zuccheri nello sviluppo di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Ne parliamo con la dr.ssa Debora Rasio, dirigente medico presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma che cura per noi la rubrica dedicata all’alimentazione secondo natura.

Davvero il potere del marketing è straordinario nel convincerci a considerare sostanze prive di virtù o addirittura tossiche, come desiderabili e benefiche.

Quello dello zucchero è un classico esempio. Un’idea vincente quella di associarlo alla vita e al cervello; peccato che le cose, in realtà non stiano proprio così.

Una dieta ricca in carboidrati, infatti, aumenta di quasi 4 volte il rischio di sviluppare deficit cognitivo, e il pericolo è ancora più elevato se si consumano zuccheri o dolci.

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Questi i risultati di uno studio, pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease, condotto su  1230 individui di età compresa fra 70 e 89 anni, sottoposti a diversi test per la valutazione delle funzioni cognitive. Nei 4 anni di durata dello studio, i partecipanti che mangiavano più carboidrati avevano 3.6 volte il rischio di sviluppare deficit della memoria, del linguaggio, del pensiero e della capacità di giudicare. Al contrario, quelli le cui diete erano più ricche in grassi o proteine avevano un rischio ridotto del 42 e del 21 percento, rispettivamente, di andare incontro a decadimento cognitivo.

La ragione per cui i carboidrati fanno male al cervello è che, se presenti in eccesso, stimolano troppo l’insulina inducendo insulino-resistenza, ovvero una ridotta sensibilità delle cellule al segnale dell’ormone in grado di far entrare il glucosio nelle cellule. In presenza di insulino-resistenza i neuroni si trovano in deficit di glucosio, una mancanza di energia che li porta a funzionare meno correttamente e ad accumulare difetti.

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Nello studio, un elevato consumo di acidi grassi mono-insaturi (presenti nell’olio di oliva) e poli-insaturi (presenti nel pesce e nella frutta oleosa) si associa invece ad una riduzione del rischio di declino cognitivo negli anziani.

La composizione della dieta è importante per la salute del cervello: l’eccesso di carboidrati e il deficit di grassi impatta in maniera sfavorevole il funzionamento dei nostri neuroni predisponendoci a deficit cognitivo in età avanzata.

Sappiamo che chi soffre di diabete di tipo 2 ha un rischio raddoppiato di ammalarsi di Alzheimer o di sviluppare altre forme di demenza, e sempre più l’insulino-resistenza risulta coinvolta nella genesi delle malattie neurodegenerative. Non a caso diversi ricercatori hanno coniato per la malattia di Alzheimer il termine “diabete di tipo 3”.

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Un altro studio, condotto da Agrawal e colleghi, ha valutato l’impatto della dieta sull’apprendimento e sulla memoria. I topi nutriti con un’alimentazione ricca in fruttosio e povera in acidi grassi omega-3 mostrano in breve tempo decadimento della memoria e dell’apprendimento. Da notare che questi deficit sono proporzionali all’intensità dell’insulino-resistenza. Il cervello abbonda di recettori per l’insulina, particolarmente nelle aree coinvolte nei processi cognitivi quali ad esempio l’ippocampo. I ricercatori hanno dimostrato che troppi zuccheri e pochi omega-3 distruggono il signalling dell’insulina nei neuroni ippocampali, con compromissione delle performance cognitive degli animali. Non dimentichiamo poi che l’insulina è un vasodilatatore, in grado di aumentare il flusso di sangue, ovvero di glucosio, a muscoli, cervello e altri tessuti. Questa funzione vasodilatatoria è ridotta in presenza di insulino-resistenza.

Ancora non sono completamente chiariti i molteplici meccanismi attraverso cui l’eccesso di zucchero è in grado di danneggiare il nostro cervello. Nel frattempo però, abbiamo sufficienti dati per preoccuparci del dilagare di un’alimentazione abbondante in farine raffinate e zuccheri, in grado di compromettere non solo la nostra salute mentale, ma anche quella dei nostri bambini.

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Fonti

Relative intake of macronutrients impacts risk of mild cognitive impairment or dementia. Roberts RO, et al. J Alzheimers Dis. 2012;32(2):329-39.

Hyperglycemia modulates extracellular amyloid-β concentrations and neuronal activity in vivo. Stanley M, et al. J Clin Investig. 2015, 1;125(6):2463-7.

‘Metabolic syndrome’ in the brain: deficiency in omega-3 fatty acid exacerbates dysfunctions in insulin receptor signalling and cognition. Agrawal R, et al. J Physiol. 2012;590:2485–2499.

Dottoressa Debora Rasio
Nutrizionista presso l’ospedale Sant’Andrea
Università di Roma La Sapienza

Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute. La Dott.ssa Rasio vanta inoltre collaborazioni con le trasmissioni televisive Uno mattina (RaiUno) e Cose dell’altro Geo (RaiTre), oltre a curare la rubrica settimanale Salute & Benessere su Radio Monte Carlo.