Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Ognuno di noi digerisce i grassi in modo diverso

Indice

Nessuno di noi è identico all’altro e ogni organismo risponde in modo differente a uno stesso cibo. Questo semplice concetto, intuitivo e facilmente osservabile nella pratica clinica, è stato recentemente dimostrato in modo rigoroso da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di California-Davis e pubblicato sulla rivista Journal of Nutritional Biochemistry che ha dimostrato come ogni individuo digerisca i grassi in modo radicalmente diverso. Ciò dipende dalla diversa reazione infiammatoria con la quale il fisico risponde all’apporto eccessivo di grassi e avvalora l’affermarsi della cosiddetta nutrizione personalizzata secondo la quale il miglior modo di mangiare per qualcuno non coincide necessariamente con il migliore per qualcun altro.

INFIAMMAZIONE COME DIFESA DAI GRASSI
Ricordiamo, infatti, che l’infiammazione è una risposta immunitaria attivata dal fisico in difesa da attacchi esterni, incluso il consumo di cibo cotto: è pressoché normale in questi casi che l’organismo s’infiammi un po’, con un meccanismo che non ha nulla a che vedere con la reazione del sangue all’eccesso di glucosio provocato dai pasti ricchi di carboidrati e legato all’innalzamento dei livelli d’insulina. Partendo da questi presupposti i ricercatori hanno analizzato in 20 volontari la risposta infiammatoria immediatamente successiva e fino a sei ore dopo il consumo di un pasto standard, uguale per tutti, contenente il 38% di grassi.

COINVOLTI 13MILA GENI DIVERSI
Come accade per i fiocchi di neve, ogni reazione infiammatoria è stata differente dall’altra, senza che nemmeno due partecipanti del gruppo di 20 abbiano risposto in maniera identica. In particolare, ogni individuo ha raggiunto in livelli e in tempi diversi il suo picco infiammatorio nell’arco delle sei ore dopo il pasto. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori si sono avvalsi di test sofisticati capaci di evidenziare ogni volta quali geni venissero coinvolti nelle risposte infiammatorie: oltre 13mila geni differenti sono entrati in gioco tra tutti i partecipanti, a sottolineare l’impossibilità di tracciare profili univoci.

LE NUOVE FRONTIERE DELL’ALIMENTAZIONE PERSONALIZZATA
Da tenere presente che il pasto imposto ai partecipanti equivaleva a un hamburger piccolo, una porzione piccola di patate fritte e un gelato alla frutta. Alla luce dell’intensità delle reazioni infiammatorie innescate, gli esperti valutano che un tale tipo di pasto sia sostenibile dall’organismo non più di una-massimo due volte a settimana, mentre mangiare così più spesso inevitabilmente finirebbe con il danneggiare l’organismo. Uno stato d’infiammazione latente è, infatti, associato a malattie come asma, diabete, infarto, artrite reumatoide e molte altre. Per questo è importante evitare di innescare l’infiammazione a tavola, optando per un’alimentazione varia, equilibrata e composta da cibi quanto più possibile simili alla loro versione naturale, in luogo di quelli eccessivamente trasformati industrialmente. A questa regola generale si vanno aggiungendo, via via, i nuovi saperi della nutrizione personalizzata che sta imparando a tenere conto della diversità di ogni individuo e, di conseguenza, delle diverse esigenze che può vantare la sua dieta.

FONTE: Danielle G Lemay, Shurong Huang, Liping Huang, Zeynep Alkan, Catherine Kirschke, Dustin J Burnett, Yining E Wang, Daniel H Hwang. Temporal changes in postprandial blood transcriptomes reveal subject-specific pattern of expression of innate immunity genes after a high-fat meal.

The Journal of Nutritional Biochemistry, 2019; 72: 108209 DOI: 10.1016/j.jnutbio.2019.06.007