Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Non basta mangiare meno e muoversi di più: contro l’obesità più grassi e meno carbo

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Capiamo, dunque, che il problema sia di portata endemica nonostante da ormai decenni le politiche di salute pubblica si concentrino sulla lotta all’obesità, ripetendoci a oltranza di “mangiare meno e muoversi di più”. Questa è, infatti, la regola aurea del cosiddetto modello del bilancio energetico, il classico approccio in base al quale guadagniamo peso perché ingeriamo più calorie di quante ce ne servano. 

EPPURE, GLI OBESI AUMENTANO
Ancora le recentissime raccomandazioni alimentari Usa per il periodo 2020-2025 incitano “gli adulti a ridurre il numero di calorie che assumono da cibo e bevande e aumentare, attraverso l’attività fisica, quelle che bruciano”. Adottato da oltre un secolo questo modello del bilancio energetico non sembra, però, centrare a pieno il problema alla luce del fatto che il numero di persone obese al mondo è non solo ancora molto alto ma in continuo aumento.

IL MODELLO CARBOIDRATI-INSULINA: UN NUOVO APPROCCIO
È in tale contesto che un gruppo di scienziati ha pubblicato sulla rivista “The American Journal of Clinical Nutrition” un importante lavoro che ribalta l’approccio classicamente adottato sinora nella lotta all’obesità, concentrandosi non più su quanto mangiamo, ma su cosa. L’attenzione degli scienziati smette di focalizzarsi sui soli meccanismi fisici che portano a ingrassare, ma si concentra anche su quelli più profondi, di natura biologica. Che prescindono dalla forza di volontà di ognuno nel riuscire a mangiare meno e muoversi di più. 

Questo nuovo modello chiamato “carboidrati-insulina” prova a superare quello del bilanciamento energetico e a considerare l’obesità un problema prima di tutto metabolico, legato all’abuso di carboidrati raffinati e cibi ad alto contenuto glicemico, tipici della nostra alimentazione occidentale e sempre presenti nelle diete a scarso contenuto di grassi tradizionalmente prescritte a chi deve dimagrire. Peccato, però, che sarebbero proprio questi carboidrati raffinati uno dei principali fattori di aumento del peso. Dal momento che li assorbiamo in fretta, infatti, innalzano la glicemia e per abbassarla il corpo risponde aumentando la secrezione di insulina e diminuendo quella di glucagone. Questo assetto ormonale informa le cellule adipose di dover fare scorta di calorie e perciò le immagazzina, lasciandone una minima parte a disposizione di muscoli e cervello. Quest’ultimo, a sua volta, percepisce che non stiamo ricevendo energia a sufficienza e, pur di conservarne quanta più possibile, per tutta risposta rallenta il metabolismo. Insomma, può sembrare un paradosso, ma meno grassi riceve il corpo dall’alimentazione, più ne immagazzina a partire dai carboidrati per farne scorta. 

METABOLISMO VS VOLONTA’
Se, quindi, si affronta il problema da un punto di vista metabolico si riduce anche il senso di frustrazione che la maggior parte delle persone ha nel non riuscire a controllare il peso mangiando meno e muovendosi di più. Il modello carboidrati-insulina, infatti, considera l’aumento del peso frutto di una risposta ormonale all’eccessivo apporto di carboidrati altamente glicemizzanti e riparte da qui per bilanciarlo, facendone una questione biologica, prima che di volontà.

Secondo i suoi sostenitori l’adozione di questo nuovo modello invece di spingere le persone a mangiare meno – strategia che si è dimostrata fallimentare nel lungo periodo – le indurrebbe a concentrarsi più sulla qualità di ciò che mangiano, riducendo i carboidrati a favore dei grassi. I grassi, infatti, danno gusto alle pietanze e inducono un senso di sazietà prolungata, favorendo così la perdita di peso. Potrebbe essere proprio questa la nuova strada della lotta all’obesità: quella giusta, si spera. 

Dr.ssa Debora Rasio
Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.
FONTE David S Ludwig, e al. The carbohydrate-insulin model: a physiological perspective on the obesity pandemicThe American Journal of Clinical Nutrition, 2021; DOI: 10.1093/ajcn/nqab270