Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Dormire tanto e bene aiuta a mantenere il metabolismo in equilibrio. E un metabolismo ben regolato è di grande aiuto per chi è impegnato nella lotta ai chili di troppo. Non dovrebbe essere, quindi, una sorpresa che proprio la melatonina, l’ormone prodotto durante il  sonno, si stia rivelando preziosa alleata di chi è a dieta. Nel 2015, ad esempio, uno studio randomizzato ha dimostrato che le donne in menopausa – per le quali è spesso più difficile mantenere il peso sotto controllo – hanno perso fino al 7% di grasso corporeo e guadagnato il 3,5% di massa magra assumendo da 1 a 3 mg di melatonina ogni giorno per un anno, senza apportare altre modifiche al loro stile di vita. Le donne che hanno ricevuto il placebo, invece, hanno visto nell’arco dell’anno i propri depositi di grasso aumentare (un dato che trova riscontro nel progressivo e frequente incremento ponderale riscontrabile in post-menopausa). Questo studio ha fornito un’ulteriore evidenza sul collegamento diretto tra obesità e disturbi cronici del sonno -una vera e propria epidemia che affligge il mondo industrializzato- in cui la melatonina sembra svolgere un ruolo chiave. Prodotta dalla ghiandola pineale la melatonina regola i cicli di sonno e veglia, oltre a svolgere una profonda azione antiossidante. Andando avanti con l’età la produzione di melatonina decresce progressivamente, quindi i risultati di questo studio in termini di perdita di peso potrebbero non essere applicabili alle donne giovani. In ogni caso, il meccanismo attraverso il quale la melatonina sembra attivare il metabolismo dei grassi è ancora da chiarire.

EFFICACE ANCHE NEL BREVE PERIODO

Il collegamento tra carenza di melatonina e obesità trova ampio riscontro scientifico negli studi condotti sugli animali. Ne sono state dimostrate, ad esempio, le proprietà antiinfiammatorie e la capacità di aumentare la spesa energetica attraverso l’attivazione del tessuto adiposo bruno, quello deputato alla produzione di calore. Per quanto riguarda gli uomini, invece, le evidenze sono ancora agli albori ma proprio di recente un altro studio ha dimostrato che la melatonina può essere efficace sulla perdita di peso anche in un periodo relativamente breve, di soli trenta giorni. Gli scienziati si sono chiesti in che modo l’ormone del sonno influisca sui livelli circolanti nel sangue di antiossidanti e di adipochine (sostanze prodotte dal tessuto adiposo) nelle persone obese. Per rispondere a questo quesito hanno analizzato per trenta giorni trenta pazienti obesi sottoposti tutti a una dieta ipocalorica, ma divisi in due gruppi: al primo è stata data melatonina (al dosaggio di 10 mg) un’ora prima di coricarsi, al secondo un placebo. La dieta era piuttosto restrittiva: 1000-1200 calorie giornaliere per le donne e 1400-1600 per gli uomini. Terminato il periodo di osservazione tutti i partecipanti hanno registrato una diminuzione del 5% della circonferenza corporea, ma quelli che avevano assunto melatonina avevano perso fino al 7% di peso corporeo, mentre gli altri si erano fermati al 5%. Lo studio, inoltre, ha  messo in evidenza le proprietà antiossidanti della melatonina: trascorsi i 30 giorni le persone trattate con melatonina presentavano, infatti, un minor livello di ossidazione dei grassi nel sangue e un aumento dell’espressione di enzimi antiossidanti, rispetto a quelle che avevano assunto il placebo.

CON L’ORMONE DEL SONNO OGNI COSA A SUO TEMPO

Ma in che modo la melatonina, l’ormone del sonno, può incidere sul peso corporeo? Il processo è in realtà piuttosto complesso, ma possiamo semplificarlo nel seguente modo: di notte noi esseri umani – che siamo predatori diurni – non siamo tarati per mangiare, il nostro corpo è infatti ‘programmato’ per dormire, riparare e rigenerare e la melatonina gioca un ruolo chiave nel mettere in atto questo ‘programma’ regolando il rapporto sonno-veglia. L’alterazione di questo ritmo induce insulino-resistenza e infiammazione, indipendentemente dalla perdita del numero di ore di sonno. Ecco perché se assumiamo melatonina nel momento sbagliato della giornata, ovvero di giorno o comunque, in orari lontani dal momento in cui andare a letto essa andrà ad aumentare l’insulino-resistenza – invece che ridurla – aumentando le concentrazioni di glucosio circolante e favorendo l’accumulo di grasso. Lo ha dimostrato un recente studio spagnolo che ha preso in esame 21 giovani donne in salute: assunta al mattino la melatonina determinava un incremento della concentrazione di glucosio nel sangue del 186%! Assumere melatonina in orari diversi da quello in cui andare a dormire non solo ne annulla gli effetti benefici sul metabolismo descritti in precedenza, ma – cosa ben più grave – influisce negativamente sulla sensibilità all’insulina rendendo il nostro organismo più resistente ai suoi effetti. Insomma, parlando di melatonina è davvero il caso di ricordare che “ogni cosa a suo tempo”.

 

Fonti

“Melatonin supplementation lowers oxidative stress and regulates adipokines in obese patients on a calorie–restricted diet.” Oxidative Medicine and Cellular Longevity 2017

“Reduced fat mass and increased lean mass in response to one year of melatonin treatment in postmenopausal women: A randomized placebo controlled trial.” Clinical Endocrinology 2015

“Influence of melatonin administration on glucose tolerance and insulin sensitivity of postmenopausal women.” Clinical endocrinology 2001

“Circadian misalignment augments markers of insulin resistance and inflammation, independently of sleep loss.” Diabetes 2014