Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Mangiare meno per invecchiare meno

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Mangiare meno aiuta a invecchiare meglio. L’avanzare dell’età rappresenta, infatti, uno dei principali fattori di rischio per l’insorgere di malattie croniche come cancro, diabete, sindrome metabolica, demenza senile ed è ampia la letteratura scientifica che attesta l’efficacia di una dieta a ridotto apporto di calorie nel limitare queste degenerazioni. Per la prima volta uno studio statunitense e cinese condotto su topini e da poco pubblicato sulla rivista Cell compie un passo in avanti riuscendo a spiegare in che modo la restrizione calorica agisca sulle singole cellule proteggendole dall’invecchiamento.

MIGLIAIA DI CELLULE ANALIZZATE
Con il passare del tempo ogni cellula presenta dei cambiamenti che ne compromettono il funzionamento e mangiare meno limita queste mutazioni. È quanto emerso dalla sperimentazione su 56 topini divisi in due gruppi: uno sottoposto a una dieta normale, l’altro a una dieta con il 30% in meno di calorie. Gli animaletti sono stati osservati tra i 18 e i 27 mesi di vita, un arco di tempo che nell’uomo equivale a seguire un regime di restrizione calorica tra i 50 e i 70 anni. All’inizio e alla fine della sperimentazione i ricercatori hanno analizzato quasi 169mila cellule, di 40 tipi diversi, appartenenti a tutti i topini – a dieta e non – e provenienti dai tessuti adiposi, fegato, reni, aorta, pelle, midollo osseo, cervello e muscoli. In ogni cellula isolata i ricercatori hanno utilizzato la tecnologia di sequenziamento genico per misurare i livelli di attività dei singoli geni. Hanno anche esaminato la composizione complessiva delle cellule all’interno dei vari tessuti. A questo punto hanno confrontato topi giovani e vecchi appartenenti ai rispettivi gruppi.

MANGIARE MENO LASCIA LE CELLULE GIOVANI
Ne è emerso che molti dei cambiamenti registrati nei topini più anziani che avevano seguito la dieta normale non comparivano in quelli che avevano seguito la dieta restrittiva e, tra quest’ultimi, nemmeno in età più avanzata quando gran parte dei tessuti analizzati risultava sostanzialmente simile a quelli in giovane età. In generale, il 57% dei cambiamenti cellulari caratteristici dell’invecchiamento visti nei topini alimentati normalmente non erano presenti in quelli alimentati con meno calorie. Questo tipo di approccio sperimentale ha svelato non solo gli effetti della restrizione calorica sui vari tipi di tessuti e organi, ma anche quelli che l’invecchiamento produce sulle singole cellule. I geni e le cellule più condizionati dalla dieta sono stati quelli correlati all’immunità, all’infiammazione e al metabolismo dei grassi. Ad esempio è stato visto pressoché in ogni tipo di tessuto esaminato che con l’invecchiamento sono aumentate in gran numero le cellule del sistema immunitario nei topini a dieta normale, ma non in quelli a dieta restrittiva. Nel tessuto adiposo bruno la dieta ipocalorica ha addirittura ripristinato i livelli di espressione di molti geni antinfiammatori a quelli tipicamente osservati negli animali giovani.

LA RESTRIZIONE CALORICA SPEGNE L’INFIAMMAZIONE
Una delle principali conclusioni cui è pervenuto questo studio è che l’aumento della risposta infiammatoria tipica dell’invecchiamento – un processo a cui è stato dato il nome di immuno-inflammaging – può essere drasticamente bloccato da una restrizione calorica. Il che apre a scenari particolarmente interessanti a livello di potenziali terapie nutrizionali considerando che l’infiammazione cronica di basso grado è alla base delle principali malattie croniche legate all’invecchiamento. Se, infatti, ci viene spesso ripetuto che “siamo ciò che mangiamo”, possiamo ora aggiungere che le nostre cellule e il loro modo d’invecchiare dipendono non solo da cosa, ma anche da quanto mangiamo.

FONTE: Shuai Ma, Shuhui Sun, Lingling Geng, Moshi Song, Wei Wang, Yanxia Ye, Qianzhao Ji, Zhiran Zou, Si Wang, Xiaojuan He, Wei Li, Concepcion Rodriguez Esteban, Xiao Long, Guoji Guo, Piu Chan, Qi Zhou, Juan Carlos Izpisua Belmonte, Weiqi Zhang, Jing Qu, Guang-Hui Liu. Caloric Restriction Reprograms the Single-Cell Transcriptional Landscape of Rattus Norvegicus Aging. Cell, 2020; DOI: 10.1016/j.cell.2020.02.008

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.