Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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“Mangiare l’uovo fa aumentare il colesterolo”. Ancora gran parte di noi fa suo tale precetto a tavola limitandosi nel consumo di uova. Per decenni, infatti, ci è stato inculcato questo “falso mito” dell’alimentazione legato al fatto che si facesse “di tutto il colesterolo un fascio”. Una demonizzazione indiscriminata in cui è rimasto impigliato anche l’uovo, prima fonte di proteine in natura (migliore del pesce) e tra i pochi alimenti a vantare un indice glicemico pari a zero. Negli anni le conoscenze medico-scientifiche in materia si sono evolute: è ormai di dominio pubblico la sostanziale differenza tra il cosiddetto colesterolo ‘buono’ (HDL) e quello ‘cattivo’ (LDL). Semplificando al massimo, le proteine HDL rimuovono il colesterolo in eccesso dalla periferia e lo portano verso il fegato, mentre le LDL possono favorire il deposito di colesterolo nelle arterie formando placche che ostacolano il flusso del sangue fino a compromettere il corretto funzionamento di cuore e cervello. Non è, quindi, salutare ridurre in assoluto il livello di colesterolo nel sangue, ma assicurarsi che sul totale la quota del ‘buono’ prevalga rispetto a quella del ‘cattivo’. In questa partita l’uovo può giocare in attacco.

QUESTIONE DI DIMENSIONI
Possiamo affermare che la principale differenza tra colesterolo buono e cattivo è data dalla direzione in cui viaggia il colesterolo: le HDL sono capaci di ‘pulire via’ ciò che fa male mentre scorrono nel nostro organismo (cosiddetto ‘trasporto inverso’); e il loro ruolo protettivo è rafforzato dal concomitante trasporto di sostanze antiossidanti. Le LDL, invece, sono in grado di attaccarsi alle pareti delle arterie creando placche in grado di ostruire i vasi arteriosi e più sono piccole di dimensioni, più riescono a penetrare dentro le pareti dei vasi favorendo il processo aterosclerotico. Non tutto il colesterolo “cattivo” LDL è dunque davvero cattivo: lo è soprattutto la quota di piccole dimensioni mentre le LDL di grandi dimensioni hanno un ruolo decisamente inferiore nel danneggiare le pareti arteriose. Insomma in materia di colesterolo LDL “più è grande meglio è”.

Partendo da questo assunto un recentissimo studio condotto dall’università del Connecticut si è domandato in che modo l’uovo e i suoi nutrienti potessero influire sulla dimensione delle particelle del colesterolo. Chiariamo subito: il quesito è ‘interessato’ perché commissionato direttamente dall’Egg Nutrition Center statunitense, nondimeno ha condotto a risultati molto utili alla riabilitazione di questo alimento cruciale per la nostra salute e del quale troppo spesso ci priviamo irragionevolmente.

UN NUOVO STUDIO, UNA NUOVA REPUTAZIONE
Per 14 settimane i ricercatori hanno osservato 38 soggetti sani, uomini e donne, di età compresa tra i 18 e i 30 anni. A tutti si è chiesto di proseguire la propria dieta abituale evitando del tutto le uova per le prime due settimane. Queste persone hanno poi iniziato ad assumere un uovo al giorno per quattro settimane, due per le successive quattro, sino ad arrivare a tre al giorno durante l’ultimo mese.

Dai campioni di sangue prelevati di volta in volta è emerso come, già dopo l’assunzione di un uovo al giorno, fossero aumentati tutti gli indicatori di protezione. In particolare, rispetto a una dieta priva di uova, sia le HDL, sia le LDL presentavano un volume maggiore tra il 6 e il 13% nel primo caso e tra il 21 e il 37% nel secondo. Ancora, sempre dopo il periodo di integrazione di un solo uovo, era aumentata nel sangue anche la concentrazione delle sostanze antiossidanti trasportate dalle HDL e quella dei carotenoidi zeaxantina e luteina. Insomma, dopo 14 settimane di osservazione i ricercatori statunitensi hanno concluso che in una popolazione giovane-adulta e sana consumare fino a tre uova al giorno potenzia enormemente la funzione protettiva delle HDL (colesterolo buono) e riduce la pericolosità delle LDL (colesterolo cattivo).

EMMA MORANO: LA PROVA DEL NOVE
L’illustrazione di questo studio non mira a convincere a mangiare tre uova al giorno. Ma a dare ulteriori ragioni per riconsiderare molti pregiudizi infondati su questo alimento provando a valutare se non sia il caso – sulla base delle nostre attuali abitudini e, perché no, di un consiglio medico – di incrementarne il consumo. Tenendo presente che le uova non solo sono molto economiche, ma anche a basso apporto calorico e alto contenuto energetico oltre che  ricche di preziose vitamine (A, B1, B12, D, E) e altri nutrienti quali colina, calcio, fosforo, zolfo e amminoacidi essenziali per lo sviluppo cerebrale dei bambini (le nonne non sbagliavano a dar loro un ovetto fresco sbattuto al giorno!) così come per la protezione degli adulti. Che sia un alimento nutritivo, d’altronde, lo dimostra la sua capacità di fornire da solo tutti i nutrienti necessari allo sviluppo dell’embrione in pulcino.

C’è, infine, da sottolineare che sperimentazioni ancora limitate ai topolini hanno dimostrato come – dopo aver somministrato loro l’equivalente per l’uomo di tre-quattro tuorli d’uova al giorno – si è normalizzato (in positivo) l’equilibrio tra colesterolo buono e cattivo, ma anche ridotto il peso e il grasso addominale.

Sebbene, dunque, la scienza possa fare ancora molto per risollevare la reputazione  dell’uovo, non sarà un caso che Emma Morano, la centenaria più longeva al mondo, scomparsa pochi mesi fa all’età di 117 anni, per almeno un’ottantina abbia mangiato – per l’appunto – proprio tre uova al giorno.