Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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I pesticidi sono sostanze chimiche impiegate in agricoltura per controllare la crescita di erbe infestanti, insetti, funghi, batteri, virus e muffe, e, a seconda della loro biodegradabilità, sono più o meno persistenti, potendo rimanere nell’ambiente (esterno o interno, ovvero nell’uomo) per molti anni. Ne parliamo con la dr.ssa Debora Rasio, dirigente medico presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma che cura per noi la rubrica dedicata all’alimentazione secondo natura.

Secondo l’EFSA , l’istituto europeo per la sicurezza alimentare, circa metà della frutta e della verdura che mangiamo presenta residui di pesticidi. I prodotti maggiormente contaminati sono mele, pesche, fragole e lattuga. Per fragole e pesche, la percentuale di prodotti analizzati contenenti pesticidi sale al 75%. Un problema ulteriore è rappresentato dalla simultanea presenza di più fitofarmaci. Un terzo dei campioni di mela è contaminato da più di un pesticida (fino a 5 o 6), percentuale che sale addirittura al 62% per le fragole.

L’Italia è il paese dell’Europa occidentale che utilizza più pesticidi per unità di superficie coltivata, con un consumo doppio rispetto a Francia e Germania. Dal terreno i pesticidi migrano nelle acque superficiali e profonde, dove ’ISPRA – l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha rinvenuto nel 2012 175 tipi diversi di contaminanti chimici, il 33 percento in più, rispetto al 2007-2008.

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In particolare, il 57% delle acque superficiali e il 31% di quelle profonde sono risultate contaminate; inoltre, il 17% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali e il 6.3% di quelle profonde aveva concentrazioni di pesticidi superiori ai limiti di qualità ambientali. Altro dato preoccupante è quello della co-contaminazione: spesso sono presenti miscele di sostanze chimiche diverse, fino a 36 contemporaneamente.

Questi dati preoccupano se pensiamo che molti pesticidi sono estremamente pericolosi per l’uomo, essendo in grado di danneggiare fegato, reni, sistema immunitario, sistema endocrino, cervello e favorire la crescita di diversi tipi di tumore. E’ recente il verdetto espresso dall’IARC (Agency for Research on Cancer) sulla presunta cancerogenicità di 5 pesticidi ampiamente utilizzati in agricoltura. Fra questi vi è il glifosato, abbondantemente impiegato, fra l’altro, nella coltivazione di soia e mais geneticamente modificati, utilizzati come mangime per gli animali. Residui di glifosato o dei suoi metaboliti sono stati rinvenuti in più della metà delle acque controllate in Lombardia, l’unica regione italiana a monitorarne i livelli.

I bambini sono particolarmente vulnerabili, in quanto mangiano di più -e dunque accumulano più residui, in proporzione al peso corporeo; inoltre hanno sistemi di detossificazione meno efficienti di quelli degli adulti, e cellule in crescita più suscettibili a danni.

Numerosi studi dimostrano che l’esposizione a pesticidi durante la gravidanza, si associa a ridotto quoziente intellettivo, aumentato rischio di disturbo dell’attenzione, iperattività, riduzione delle capacità cognitive e disturbi dello sviluppo dell’apparato genito-urinario nei bambini.

Ove possibile laviamo bene gli ortaggi e sbucciamo la frutta. Questi accorgimenti non servono però con le fragole, che non hanno buccia e assorbono acqua e dovrebbero essere acquistate sempre biologiche se indirizzate ai bambini.

I vantaggi del bio

Uno dei modi migliori per ridurre l’esposizione a pesticidi è mangiare cibi biologici. In barba agli scettici, i dati dell’EFSA  confermano che frutta e verdura biologica è davvero meno contaminata di quella convenzionale. Solo il 15% di tutti i campioni analizzati contiene residui permessi nelle coltivazioni biologiche (dove si utilizza principalmente il rame in via preventiva e non curativa), e meno dell’1% dei prodotti ha concentrazioni superiori ai limiti permessi. Occorre precisare che il biologico risente dell’effetto deriva, ovvero può risultare contaminato da residui che migrano a causa del vento o dell’acqua dai campi vicini. In ogni caso, l’eventuale contaminazione impedisce la vendita del prodotto come bio, e i casi di truffa, in tal senso, sono rari (inferiori all’1 percento).

E’ auspicabile un sempre più diffuso impiego di tecniche di coltivazione biologica, in grado di preservare l’ambiente, la salute degli animali e dell’uomo e di tutelare la biodiversità agricola e naturale. La conversione al biologico appare razionale anche in virtù dei risultati di recenti ricerche che indicano che non vi sono prove sufficienti per affermare che l’agricoltura convenzionale sia più efficiente e dia rese superiori a quella biologica.

 

Dottoressa Debora Rasio
Nutrizionista presso l’ospedale Sant’Andrea
Università di Roma La Sapienza

Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute. La Dott.ssa Rasio vanta inoltre collaborazioni con le trasmissioni televisive Uno mattina (RaiUno) e Cose dell’altro Geo (RaiTre), oltre a curare la rubrica settimanale Salute & Benessere su Radio Monte Carlo.