Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

L'inquinamento ci toglie tre anni di vita

Indice

Stiamo attraversando tempi senza precedenti che ci impongono riflessioni profonde sul nostro stile di vita e la sua fragilità. E se l’attenzione del mondo è giustamente concentrata sul Coronavirus e le sue devastanti conseguenze in termini sanitari ed economici, non dovremmo sottovalutare gli altri mali già conclamati della nostra epoca. Un importante studio tedesco appena pubblicato su Cardiovascular Research ci ricorda, ad esempio, che l’inquinamento atmosferico miete più vittime di una guerra, della malaria, dell’Aids e del fumo messi insieme, al punto da poterlo definire una pandemia, termine tristemente ricorrente in queste settimane.

QUASI NOVE MILIONI DI MORTI IN UN ANNO
Usando modelli di calcolo all’avanguardia gli studiosi hanno infatti stimato in 8,8 milioni i morti per inquinamento nel 2015 che corrispondono a un’aspettativa di vita inferiore di tre anni per l’intera popolazione mondiale. Per avere un termine di paragone il tabacco, con 7,2 milioni di morti, la riduce di 2,2 anni; l’Aids con 1 milione di morti di 0,7 anni; la malaria e altre malattie parassitarie di 0,6 anni con 600mila vittime; tutte le varie forme di violenza (inclusa la guerra) di 0,3 anni con 530mila morti. I ricercatori hanno diviso gli effetti dell’inquinamento in sei categorie di malattie: infezione del tratto inferiore delle vie respiratorie, ostruzione cronica polmonare, cancro ai polmoni, malattie cardiovascolari, infarto provocato da complicazioni cerebrovascolari e altre malattie croniche come ipertensione e diabete. In particolare, infarto e ictus sono associabili al 43% dell’aspettativa di vita persa per inquinamento nel mondo rappresentando, così, la prima causa di morte per smog.

UNO STUDIO MOLTO ACCURATO
Questo studio è il primo sulle morti da inquinamento che considera età, tipo di malattie, ma anche area geografica. Il modello utilizzato simula i processi chimici atmosferici e il modo in cui interagiscono con terra, mare e sostanze chimiche emesse da fonti naturali e di origine umana come la produzione di energia, l’industria, il traffico e l’agricoltura. Tutto ciò è stato incrociato con i dati sulla densità della popolazione, posizioni geografiche, età, fattori di rischio per diverse malattie e cause di morte. Da qui, infine, la stima dei tassi di mortalità e della perdita di speranza di vita dovuti alle diverse cause d’inquinamento atmosferico rispetto ad altre cause di morte prematura per paesi e regioni del mondo.

AFRICANI E ANZIANI I PIU’ COLPITI
Ne è emerso, ad esempio, che l’inquinamento ha maggiori implicazioni mortali sulle persone anziane, fatta la triste eccezione dei bambini al di sotto dei cinque anni che vivono in aree a basso reddito come Africa e Asia meridionale. Globalmente circa il 75% delle morti da smog colpisce gli over 60. Per quanto riguarda, invece, la posizione geografica in Europa l’aspettativa di vita che si perde a causa dell’inquinamento è di 2,2 anni di vita, dei quali 1,7 sarebbero prevenibili, mentre in Nord America degli 1,4 anni persi in media, quasi tutti, cioè 1,1 si potrebbero evitare. Nell’Asia orientale saliamo a quattro anni persi, tre dei quali evitabili. In Africa, dove la natalità è comunque molto alta, solo 0,7 anni sarebbero recuperabili rispetto ai 3,1 di vita che fa perdere l’inquinamento.

UN PROBLEMA SOTTOVALUTATO ED EVITABILE
Lo studio evidenzia che in Africa l’inquinamento è un fattore mortale al pari dell’Aids e della malaria, diversamente da altre aree del mondo dove, invece, è uno dei principali elementi di rischio per la salute, comparabile al fumo. Ciononostante il problema è molto sottovalutato, soprattutto se si considera che, proprio come il fumo, anche l’inquinamento è in gran parte evitabile. Si deve, infatti, distinguere tra l’inquinamento provocato dalla mano dell’uomo e quello da fonti naturali come la sabbia del deserto e le emissioni da incendi che non possono essere evitati. Circa i due terzi delle morti premature al mondo sono dovuti all’inquinamento prodotto dall’uomo, principalmente attraverso l’uso di combustibili fossili attribuibile per l’80% ai Paesi ad alto reddito. Tradotto in cifre significa che circa 5,5 milioni di morti l’anno sono potenzialmente evitabili. Eppure, se non ci sorprenderà l’ammonizione del medico a non fumare, difficilmente sentiremo i nostri medici curanti raccomandarci di “non inquinare”.  Gli autori dello studio incitano i governi e le istituzioni mondiali a includere l’inquinamento dell’aria tra i principali fattori mortali al mondo, al pari di fumo, diabete, alta pressione, colesterolo e tutti gli altri elementi d’innesco di malattie cardiovascolari. Considerato che l’inquinamento, in virtù della sua neurotossicità, compromette il corretto sviluppo del cervello dei bambini e si associa a quoziente intellettivo ridotto, possiamo ben comprendere come questa pandemia non risparmi davvero nessuno.

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

FONTE: “Loss of life expectancy from air pollution compared to other risk factors: a worldwide perspective”, by Jos Lelieveld et al. Cardiovascular Research. doi:10.1093/cvr/cvaa025