Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Lattoferrina: un aiuto dal latte per chi è in chemioterapia

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I pazienti oncologici purtroppo non lottano contro il solo tumore, ma anche contro le conseguenze negative che le sue terapie – spesso aggressive quanto indispensabili – arrecano alla qualità della vita. Tra queste rientra la distruzione delle papille gustative e dei recettori olfattivi che la chemioterapia e altre cure antitumorali possono causare, privando il paziente di quella complessa e intima interazione tra gusto e olfatto che consente di godere dei profumi e dei sapori dei cibi. La perdita del piacere di mangiare e, conseguentemente, dell’appetito, se perdura nel tempo, può compromettere l’adeguata assunzione di cibo e, con essa, la capacità del paziente di reagire alla malattia.

 

LA PROTEINA CHE SPAZZA VIA IL FERRO
Un aiuto in tal senso potrebbe venire dalla lattoferrina, una proteina presente nel latte così come nella saliva, oggetto di uno studio condotto in Virginia che ne ha messo in luce alcune proprietà potenzialmente molto utili ai pazienti in trattamento oncologico. La lattoferrina, in realtà, si era già positivamente distinta per le sue numerose funzioni a sostegno del sistema immunitario contro le infezioni batteriche, virali, fungine e protozoarie. Questa proteina, scoperta nel 1939, è presente oltre che nel latte e nei suoi derivati, nella saliva, nelle lacrime e nel colostro, il primissimo latte materno che il bambino sugge alla nascita e che rafforza immediatamente le sue difese immunitarie. Come suggerisce la seconda metà del suo nome, la lattoferrina trasporta il ferro e proprio per questo nuoce ai microbi che utilizzano abbondantemente questo metallo nel loro ciclo vitale: grazie alla sua capacità di legare il ferro, la lattoferrina, infatti, sottrae loro la principale fonte di vita e di riproduzione. Essa vanta, inoltre, spiccate proprietà antiossidanti ed è di grande aiuto per la salute dell’intestino. Poiché si assimila facilmente per via orale si assume facilmente sotto forma di integratori.

 

QUEL SAPORE DI METALLO CHE NON TI LASCIA PIÙ
A differenza dei sintomi, di facile riconoscibilità, il meccanismo molecolare che porta i pazienti in trattamento oncologico a perdere il senso dell’olfatto e del gusto non è ancora noto. In particolare, chi affronta la chemioterapia lamenta spesso avversione a molti odori e un persistente sapore metallico anche senza aver ingerito cibo: questa sensazione può durare ore e settimane dopo la fine di un ciclo chemioterapico. Intuiamo dunque quanto una simile condizione possa inficiare l’appetito con conseguenze a cascata: perdita di peso, di massa muscolare, depressione. Nulla che possa giovare a chiunque, figuriamoci a un malato di tumore.

 

RECUPERARE IL PIACERE DELLA TAVOLA, RECUPERARE SALUTE
Nello studio 19 pazienti in trattamento chemioterapico affetti da disturbi del gusto e dell’olfatto e 12 individui di controllo hanno assunto lattoferrina (1 compressa da 250 mg per 3 volte al giorno) per un mese. Rispetto ai controlli, i pazienti in chemioterapia avevano un’elevata concentrazione di ferro salivare associata alla perdita di importanti proteine immunitarie salivari. L’integrazione con lattoferrina ha ridotto significativamente la concentrazione di ferro nella saliva e migliorato il profilo delle immunoproteine, oltre che i sintomi associati alla perdita del gusto.

Si ripristina così là possibilità di godere della tavola contrastando non solo il rischio di malnutrizione, ma anche quello di crollo psicologico: recuperare il piacere di un pasto in compagnia può fare molto più di un antidepressivo e confortare non solo il malato, ma anche familiari e amici coinvolti nel non facile compito di sostenerlo. Se a questi benefici ancora inesplorati dell’interazione tra lattoferrina e papille gustative abbiniamo, poi, quelli più noti sotto il profilo immunitario e antiossidante comprendiamo come questa proteina possa diventare un vero e proprio farmaco naturale per il paziente oncologico, facile da assumere e da procurarsi. Sempre sotto consiglio medico!

 

FONTE: Aili Wang, Susan E. Duncan, Glenn J. Lesser, William K. Ray, Andrea M. Dietrich. Effect of lactoferrin on taste and smell abnormalities induced by chemotherapy: a proteome analysis. Food & Function, 2018; 9 (9): 4948 DOI: 10.1039/c8fo00813b