Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

La vitamina D migliora le prestazioni sportive

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Arriva l’estate. E questa, dopo un inverno difficile trascorso in casa a causa della pandemia, è un’ottima notizia per il nostro fabbisogno di vitamina D. Più volte, in passato, abbiamo sottolineato il ruolo chiave che gioca per la nostra salute questo prezioso nutriente la cui fonte principale per l’uomo è proprio l’esposizione al sole. Tutti sappiamo, infatti, che è essenziale per trattenere il calcio e prevenire l’osteoporosi, in particolare per le donne. Ma sfugge ai più che la vitamina D regoli l’attività di oltre 900 geni, incidendo direttamente sul buon funzionamento del sistema immunitario, di quello muscolare e scheletrico, di quello nervoso, endocrino e cardiovascolare. Per questo gli scienziati si sforzano nell’approfondire quanti più ambiti possano essere compromessi dalla vitamina D, anche concentrandosi su particolari categorie di popolazione. È questo il caso di uno studio polacco che ha messo in evidenza i possibili effetti di una carenza di vitamina D per gli atleti professionisti scoprendo, abbastanza sorprendentemente, che anche la prestazione dello sportivo più allenato e preparato potrebbe uscirne compromessa. 

ATLETI E VITAMINA D
Se, infatti, il deficit di vitamina D è un problema condiviso dalla gran parte della popolazione occidentale che, rispetto ad altre, tende a trascorrere più ore al chiuso, la tendenza non risparmia nemmeno gli atleti: si stima che il 60% di quanti conducono uno sport all’aperto e il 64% di quanti lo conducano al chiuso possano presentare livelli di vitamina D insufficienti (30 ng/ml). Problema non da poco considerando che rischiano, così, di compromettere la capacità aerobica e il recupero muscolare. All’opposto, la letteratura scientifica associa all’integrazione della dieta con alti dosaggi di vitamina D (pari a 5.000 Unità internazionali al giorno) un aumento dell’altezza del salto verticale una riduzione dei tempi dello scatto atletico (sprint).

28 CALCIATORI PROFESSIONISTI
Sulla base di questi presupposti i ricercatori hanno preso in esame 28 calciatori professionisti e le loro prestazioni in tre fasi diverse dell’anno, tra gennaio e settembre. A gennaio, tutti i giocatori hanno svolto 10 giorni di allenamento esposti al sole, nell’isola di Cipro. Dopodiché, nella seconda fase, metà dei giocatori ha assunto 6.000 UI di vitamina D al giorno per sei settimane e l’altra metà ha consumato un placebo. A settembre, l’ultima fase dello studio, i ricercatori hanno misurato i livelli della vitamina D nel sangue, del testosterone, della composizione corporea, dei tempi di sprint e della potenza delle gambe e le hanno confrontate con le stesse valutazioni effettuate a gennaio.

UN POTENZIALE INESPLORATO
Dal confronto è emerso che sia l’esposizione al sole della fase 1, sia l’integrazione della fase 2 avevano portato a un aumento dei livelli di vitamina D e di testosterone nel sangue. Ancora, in chi aveva preso gli integratori, era aumentata la massa muscolare ed erano migliorate le prestazioni atleti (ad esempio i tempi di sprint si erano ridotti di ben 5 metri!). Tuttavia, è stato visto che la maggior parte dei giocatori, inclusi coloro che avevano assunto il supplemento, non aveva raggiunto a settembre livelli elevati di vitamina D (superiori a 50 ng / ml) facendo presupporre che i loro risultati atletici avrebbero potuto essere potenzialmente ancora migliori.

La conclusione degli scienziati è che la carenza di vitamina D possa rappresentare un freno per gli atleti, nonostante un’adeguata esposizione al sole che, altrimenti, basterebbe a garantire livelli adeguati del nutriente. Ragion per cui chi svolge sport a livello professionale e agonistico potrebbe dover costantemente integrare la dieta con vitamina D per massimizzare le proprie prestazioni sportive. 

UN PROBLEMA CHE RIGUARDA TUTTI
Ricordiamo che la carenza di vitamina D è un problema generalizzato che non riguarda i soli atleti professionisti, ma tutti noi. Anche perché le direttrici di salute pubblica ancora tendono a trascurare il controllo della vitamina D e fissano in 600 unità internazionali (UI) il dosaggio raccomandato, laddove il dibattito scientifico è apertissimo sulla necessità di aumentarle, finanche raddoppiarle. Nel frattempo, le statistiche parlano di consumi medi inferiori alle 200 UI, sottolineando l’urgenza di informare e responsabilizzare la popolazione in merito al ruolo chiave della vitamina D per la salute. Se, infatti, l’esposizione al sole resta la principale fonte di vitamina D, a livello alimentare la troviamo in formaggi, yogurt, pesci grassi quali sgombro e sardine, ortaggi come cavoli e broccoli. Ma la sola dieta e lo scarso monte ore trascorse all’aperto sono spesso insufficienti e il ricorso agli integratori, dietro consiglio medico, è spesso imprescindibile. Soprattutto in tempo di pandemia, quando è utile ricorrere a tutti i mezzi disponibili per rafforzare il sistema immunitario.  

 

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

FONTE: 

Michalczyk MM, Gołaś A, Maszczyk A, Kaczka P, Zając A. Influence of Sunlight and Oral D3 Supplementation on Serum 25(OH)D Concentration and Exercise Performance in Elite Soccer Players. Nutrients. 2020 May 4;12(5):1311.