Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

La carenza di vitamina D può aggravare i sintomi del Covid-19

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Nota per la sua capacità di assorbire il calcio e assicurare la tenuta delle ossa, la vitamina D svolge anche un ruolo – forse meno conosciuto, ma altrettanto cruciale – nel coordinare il buon funzionamento del sistema immunitario. Ed è proprio in questa veste che si sta rivelando un importante alleato nella lotta al Covid-19: diversi studi condotti dallo scoppio della pandemia a oggi hanno, infatti, rilevato un legame tra la carenza di vitamina D e gli effetti più gravi della malattia che sta affliggendo il mondo intero.

DALL’ASIA AGLI USA
Una prima analisi eseguita da ricercatori delle Filippine su pazienti COVID-19 di tre ospedali diversi, ha rivelato che più erano alti i livelli di vitamina D nel sangue di chi aveva contratto l’infezione, minore il rischio di avere complicanze: in particolare chi aveva livelli molto bassi di vitamina D aveva un rischio aumentato di 20 volte di sviluppare complicanze gravi.

Così, in Indonesia è risultato che su 780 malati di Covid-19, è deceduto il 99% dei malati con grave deficit di vitamina D nel sangue (livelli di vit D inferiori a 10 ng/mL) contro l’88% di chi aveva insufficienza (vit D tra 11 ng/mL e 30 ng/ml) e soltanto il 4% di chi ne aveva, invece, a sufficienza (più di 30 ng/ml). I risultati, ovviamente, sono stati aggiustati per età, sesso e malattie concomitanti e sono pertanto meno difficilmente attribuibili al caso.

Ci spostiamo negli Usa dove uno studio condotto a New Orleans ha evidenziato come l’84,6% dei pazienti Covid in terapia intensiva presentasse carenza di vitamina D (e, sorprendentemente, fra i pazienti in terapia intensiva con meno di 75 anni il 100% aveva deficit di vitamina D), mentre tra quelli ricoverati in corsia la percentuale scendeva al 57%.

LA VITAMINA D PROTEGGE DALLE INFEZIONI RESPIRATORIE
Robuste evidenze suggeriscono, inoltre, che la vitamina D protegga dalle infezioni del tratto respiratorio. È quanto emerso dalla revisione di 25 studi già condotti in tutto il mondo, che hanno dimostrato come l’assunzione giornaliera o settimanale di un integratore a base di vitamina D riduca il rischio d’infezione respiratoria acuta di oltre il 50% nelle persone con carenze, anche importanti, di questo nutriente. Pur riducendosi di molto, il beneficio di prendere un integratore è stato riscontrato anche in chi non aveva carenze di vitamina D.

UNO STUDIO ITALIANO
C’è poi anche uno studio italiano che ha potuto associare il deficit di Vitamina D a un maggiore rischio di morte per Covid-19. Nello specifico, sono stati presi in esame 42 pazienti affetti da insufficienza respiratoria acuta dovuta a Covid-19 in cura a Bari per sei settimane, la scorsa primavera. Sono stati tutti classificati in base al livello di vitamina D nel loro sangue: normale, insufficiente, moderatamente deficitario, severamente deficitario. Intanto, ben l’81% dei pazienti presentava livelli di vitamina D inferiori alla soglia raccomandata. Ciò premesso, dopo dieci giorni di ricovero ospedaliero è stato visto che i pazienti con deficit severo (sotto 10 ng/ml) avevano il 50% di possibilità in più di morire, mentre coloro che avevano livelli di almeno 10 ng/ml avevano un rischio di mortalità del 5%.

SOLE E CIBO: DOVE CERCARE VITAMINA D
Ricordiamo che la carenza di vitamina D è particolarmente diffusa in modelli sociali come il nostro caratterizzati da un’ampia prevalenza di lavoro d’ufficio e, in generale, da uno scarso monte ore trascorso all’aperto. La vitamina D è, infatti, sintetizzata solo quando esponiamo il corpo alla luce del sole; in alternativa va necessariamente assunta tramite supplementi perché l’apporto con i cibi non riesce a garantire livelli adeguati. L’attenzione a integrarla, quest’inverno, è d’obbligo.

 

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

 

FONTI:

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.04.24.20075838v1

https://www.zmescience.com/science/news-science/scientists-link-vitamin-d-deficiencies-to-higher-covid-19-mortality-rates/

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S004896972032533X

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2405525520300741

https://www.bmj.com/content/369/bmj.m1548/rr-6

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32772324/