Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Un recentissimo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell, dimostra per la prima volta che l’esposizione al freddo modifica la composizione della flora batterica intestinale selezionando ceppi in grado di attivare la perdita di grasso.

Da tempo si sapeva che il freddo induce benefici simili a quelli dell’attività fisica, proteggendo dall’obesità e migliorando il metabolismo. Questi effetti, si è visto, sono mediati dalla trasformazione di parte del nostro grasso da bianco a bruno. Esistono, infatti, due tipi di cellule adipose: quelle bianche, che conservano il grasso, e quelle brune che lo bruciano, trasformandolo in energia, ovvero calore.

Non è un caso che gli animali ibernanti come l’orso hanno abbondante grasso bruno, per proteggersi dal freddo durante il letargo. Anche i neonati hanno una certa quantità di grasso bruno, ma questa progressivamente si riduce durante la crescita, fin quasi a scomparire in età adulta.

E’ relativamente recente la scoperta, ad opera di ricercatori italiani guidati dal prof Saverio Cinti dell’Università Politecnica delle Marche, che il tessuto adiposo bianco può, all’occorrenza, trasformasi in bruno. Questa scoperta ha implicazioni notevoli: trasformare il tessuto adiposo bianco in tessuto brucia grassi, infatti, è una terapia allettante non solo per combattere l’obesità, ma anche per proteggerci dal diabete.

freddo

Un nuovo studio rivela che gli attori principali della trasformazione della tipologia di grasso sono i batteri intestinali. Il freddo, infatti, altera la composizione del microbiota che è l’insieme dei microrganismi che colonizzano il tubo digerente, selezionando ceppi in grado di migliorare il metabolismo del glucosio, favorire il consumo di grassi e ridurre il peso corporeo.

I ricercatori hanno esposto dei topi alla temperatura di 6 gradi Celsius per 11 o 30 giorni. Gli animali inizialmente hanno mostrato una riduzione della temperatura corporea per cui hanno  attivato in risposta la termogenesi da freddo, ovvero la trasformazione del grasso bianco in bruno, consumando così grasso per produrre calore, con conseguente perdita di peso. Anche i livelli di glicemia sono scesi e contestualmente è migliorata la sensibilità all’insulina.

Sorprendente è stato il cambiamento della flora batterica intestinale: un microrganismo chiamato Akkermansia muciniphila, caratteristicamente associato all’obesità e al diabete, è praticamente scomparso. Dopo una settimana circa di esposizione al freddo, la perdita di peso si è andata attenuando mentre l’assorbimento di calorie a livello intestinale è progressivamente aumentato. I ricercatori hanno fatto una scoperta piuttosto sorprendente: l’intestino in quei pochi giorni era cresciuto in altezza, aumentando così la sua superficie assorbente.

Per vedere se questi cambiamenti erano mediati dai microrganismi intestinali i ricercatori hanno trapiantato la flora batterica dei topi esposti al freddo in topi “germ-free” ovvero cresciuti in ambiente sterile e pertanto senza flora batterica. I topi trapiantati hanno risposto come se fossero stati loro stessi esposti al freddo: si è formato più grasso bruno, hanno iniziato a dimagrire, la glicemia si è abbassata e il loro intestino è cresciuto in altezza

Questo studio è l’ennesima dimostrazione della strettissima interdipendenza fra il microbiota e la nostra fisiologia, rivelandoci come la flora batterica intestinale regoli direttamente l’equilibrio energetico in risposta ai cambiamenti ambientali.

Dopo tre settimane di esposizione al freddo il peso corporeo ha iniziato a stabilizzarsi a causa dell’aumento della superficie intestinale assorbente guidato dai batteri intestinali, con conseguente aumentato assorbimento di nutrienti.  I batteri intestinali, che si sono evoluti insieme a noi, hanno imparato a proteggerci dall’esposizione prolungata alle alte temperature “orchestrando” la trasformazione del grasso bianco in grasso bruno per produrre calore e, al contempo, stimolando la crescita dei villi intestinali per aumentare l’assorbimento di nutrienti e calorie e adattarsi, nel tempo, all’aumentata richiesta di energia.

Questo studio ci insegna a non coprire i bambini con strati di tessuto isolante ma a esporli a temperature anche fresche in modo da aumentare la loro capacità di resistere al freddo, e al contempo, migliorare importanti parametri metabolici. Ecco che i calzoni corti dei bambini e dei giovani di un tempo avevano un senso. E’ proprio vero che le nonne hanno sempre ragione.

Fonte

Gut Microbiota Orchestrates Energy Homeostasis during Cold. Cell, 2015.

Dottoressa Debora Rasio
Nutrizionista presso l’ospedale Sant’Andrea
Università di Roma La Sapienza

Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute. La Dott.ssa Rasio vanta inoltre collaborazioni con le trasmissioni televisive Uno mattina (RaiUno) e Cose dell’altro Geo (RaiTre), oltre a curare la rubrica settimanale Salute & Benessere su Radio Monte Carlo.