Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Il caffè, nuova frontiera di salute

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Seconda bevanda più bevuta al mondo dopo il tè, il caffè è ancora tutto da scoprire. Se, infatti, sono anni che se ne riconoscono le proprietà benefiche, soprattutto quelle antiossidanti e tonificanti del sistema nervoso e cardiovascolare, nuovi studi, come quello sui cui ci soffermeremo tra poco, svelano di volta in volta un inesplorato potenziale di salute di questa preziosa droga.

PIOGGIA E SOLE
La bevanda si ricava dai semi torrefatti e polverizzati della pianta Coffea, appartenente alla famiglia delle Rubiacee, che cresce bene ad alte temperature prediligendo un terreno ricco e permeabile e piogge abbondanti alternate a periodi di siccità. Per questo attualmente le principali aree coltivatrici di caffè sono Sud America, Africa, India e sud-est asiatico. Delle circa 40 specie esistenti le due principali dalle quali si ricava la bevanda sono la più pregiata Coffea arabica e la robusta, così chiamata per la più alta concentrazione di caffeina.

UN CAFFE’, TANTE CULTURE
Espresso, alla moka, americano, alla turca… Ogni cultura ha il suo modo diverso di preparare il caffè e, checché se ne pensi, non è l’italianissima tazzina di espresso al bar l’espressione più “forte” di questa bevanda. Essa, infatti, contiene mediamente 25-35 ml di caffè, a fronte dei circa 50 ml della tazzina di caffè preparato in casa con la moka e dei circa 200-250 ml dei “bibitoni” in tazza grande.

LA CAFFEINA
Il principio attivo del caffè è la caffeina (1,3,7-trimetilxantina) contenuta, peraltro, anche nel tè, soprattutto quello nero, nel cacao, il ginseng, il guaranà. La caffeina è un alcaloide che interagisce sul sistema nervoso centrale e ha effetto sulle funzioni psichiche e su quelle cardio-circolatorie, agendo prevalentemente come vasodilatatore e accelerando il ritmo del cuore.

LE PROPRIETA’ DEL CAFFE’
Ecco perché il caffè riduce la sensazione di sonno e aumenta quella di benessere, migliora le capacità mnemoniche e facilita il ragionamento. Facilita anche la digestione stimolando la secrezione gastrica e biliare, diminuisce l’appetito e riduce la sensazione di fame. Come vedremo, è ricco di antiossidanti ed ha proprietà antinfiammatorie e può funzionare come analgesico contro il mal di testa.

LA GIUSTA DOSE
Insomma, nelle giuste dosi, il caffè è un alleato di salute. Al contrario, troppo caffè, può portare palpitazioni, tremori, insonnia, acidità di stomaco fino a gastrite e reflusso gastrico. Ma qual è la dose giusta? La tollerabilità varia da persona a persona, ma in genere ci si dovrebbe contenere tra le tre e le cinque tazzine al giorno di espresso/moka.

UN AIUTO ANCHE PER I MALATI DI CANCRO AL COLON-RETTO
Parlando, poi, di “nuove frontiere” salutari del caffè, c’è già ampia letteratura scientifica che attribuisce al caffè un ruolo positivo per i malati di cancro, in particolare di quello al colon-retto. A tal proposito, un nuovo studio suggerisce che berne qualche tazza al giorno possa essere di aiuto anche ai malati con cancro al colon-retto in fase avanzata.

La ricerca in questione si basa su un vasto campione di malati terminali di questo specifico tumore, quasi 1200 persone, cui è stato chiesto di rispondere a un dettagliato questionario sulle proprie abitudini alimentari, incluso il consumo di caffè.

Sulla base di queste informazioni è stato visto che in coloro abituati a bere due – tre tazzine di caffè al giorno la malattia è peggiorata più lentamente rispetto a quanti non consumavano caffè: in pratica i bevitori di caffè sopravvivevano più a lungo. Gli stessi effetti, ma potenziati, sono stati riscontrati nei bevitori “forti” di caffè che superano le quattro tazze al giorno.

FUNZIONA ANCHE IL DECAFFEINATO
Pur avendo individuato questo collegamento tra maggiore consumo di caffè e minore rischio di mortalità dei malati gravi di cancro al colon-retto, i ricercatori non sono stati in grado di capire a cosa sia dovuto. Quasi certamente non è merito della caffeina, poiché anche chi beveva decaffeinato ha beneficiato dell’effetto “ritardante” sulla malattia. Molto probabilmente, invece, il merito è delle numerose sostanze antiossidanti e antinfiammatorie presenti nel caffè, indipendentemente dalla caffeina.

RICCO DI ANTIOSSIDANTI E ANTINFIAMMATORI
Lo studio non basta a raccomandare ai malati di cancro al colon-retto di consumare caffè, ma, almeno, è sufficiente a non sconsigliarlo dal momento che certamente qualche tazzina di caffè al giorno non sembra nuocere. Per non parlare del fatto che, ancora una volta, questo studio conferma come mangiare e bere le cose giuste sia importantissimo per chi combatte la sua battaglia contro questo particolare tipo di tumore.

 

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

FONTE: Association of Coffee Intake With Survival in Patients With Advanced or Metastatic Colorectal Cancer. JAMA Oncology, 2020; DOI: 10.1001/jamaoncol.2020.3938