Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Gli Omega-3 proteggono il cervello dai danni dell'inquinamento

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Non è un segreto che un adeguato apporto di acidi grassi polinsaturi omega-3 sia garanzia di salute data la loro efficacia antinfiammatoria e antiossidante e la capacità di migliorare il modo in cui le cellule comunicano tra di loro. Sembra, però, che tra le innumerevoli proprietà di questi grassi “buoni”, presenti principalmente nel pesce, rientri anche quella di proteggere il cervello dai danni causati dall’inquinamento al cervello. Lo suggerisce un recente studio della Columbia University di New York. Già in passato gli omega-3 si erano infatti dimostrati in grado di ridurre i danni cerebrali causati da neurotossine come piombo e mercurio e i ricercatori hanno pensato che lo stesso potesse valere anche per le polveri sottili presenti nell’aria inquinata e che soltanto in Italia causano 90.000 morti premature l’anno.

UNO STUDIO SU 1300 DONNE
Per provarlo sono state così selezionate 1315 donne di età compresa tra i 65 e gli 80 anni, nessuna affetta da demenza senile. A tutte è stato chiesto di compilare un dettagliato questionario circa le proprie abitudini alimentari, l’attività fisica praticata e le condizioni di salute generali. Dopodiché sono state divise in quattro gruppi sulla base dei livelli di omega-3 trovati nel loro sangue. Ancora, sono state loro eseguite scansioni cerebrali per valutare le condizioni di varie aree del cervello incluse la materia bianca (composta da fibre nervose che inviano segnali attraverso il cervello) e l’ippocampo associato alla memoria. Infine, l’indirizzo di residenza delle signore è stato utilizzato per determinare i livelli d’inquinamento ai quali erano state esposte per i precedenti tre anni.

IL CERVELLO SI RESTRINGE IN CHI HA MENO OMEGA-3 NEL SANGUE
Incrociando tutti questi dati è stato visto che tra quante abitavano nelle zone più inquinate quelle con bassi livelli di omega-3 nel sangue presentavano un maggiore restringimento della massa cerebrale, un segno di decadimento cognitivo, rispetto a quelle con i più alti livelli omega-3. Queste ultime, più precisamente, avevano 410 centimetri cubici di mateeria bianca, contro i 403 di quelle con meno omega-3 nel sangue. E presentavano anche maggiori volumi di ippocampo.

MANGIARE PESCE ALMENO DUE VOLTE A SETTIMANA
Ciò ha indotto i ricercatori a ritenere che mangiare almeno due volte settimane pesce e/o crostacei al forno o alla griglia potrebbe proteggere il cervello dai potenziali effetti tossici dell’inquinamento. Del resto, già altri studi avevano associato il consumo di omega-3 a una maggiore protezione dai danni dell’inquinamento. Ragione in più per aumentare la presenza nella dieta quotidiana di alimenti contenenti omega-3 magari a scapito di carne rossa e cibi molto trasformati industrialmente. Ricordiamo che gli omega-3 sono grassi essenziali, cioè che dobbiamo assumere necessariamente dall’esterno, attraverso il cibo o gli integratori, perché non li produciamo e che gli alimenti che più ne contengono sono: pesce grasso come alici, sgombro e salmone selvaggio, frutta secca (noci in particolare), semi di chia, lino e canapa (e loro oli).

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

 

FONTE: Erythrocyte omega-3 index, ambient fine particle exposure and brain aging. DOI: https://doi.org/10.1212/WNL.0000000000010074