Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Gli integratori possono essere nocivi, meglio i nutrienti del cibo

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In estate, aumenta il ricorso a integratori di vitamine e sali minerali per aiutare il fisico a sostenere il caldo sempre più torrido degli ultimi anni. Del resto, ogni stagione per le sue caratteristiche richiede specifiche sostanze: i grassi contro il freddo; cibi detossificanti e antiossidanti quando il clima torna mite; il pieno di freschezza e vitamine fornite da frutta e verdura nel corso dei mesi estivi. Non è un caso che i doni di madre natura crescano in differenti periodi, fornendoci ciò di cui abbiamo bisogno, quando ne abbiamo bisogno. Basterebbe, dunque, mangiare cibi di stagione per assicurarci i nutrienti necessari a ogni ciclo dell’organismo. Ciononostante, gran parte di noi preferisce supplementi e integratori sotto forma di compresse, bustine, bibitoni e chi più ne ha più ne metta. Se assunti dietro controllo medico questi prodotti possono essere validi alleati nel compensare mancanze passeggere e fasi di fragilità del fisico, diversamente possono essere inutili, quando non dannose. È questo il caso di un recente studio condotto dai ricercatori dell’università del Massachusetts e pubblicato dalla rivista Annals of Internal Medicine in base al quale assicurarsi il giusto apporto di nutrienti attraverso l’alimentazione riduce il rischio mortalità, mentre lo alza nel caso di assunzione in larga scala di integratori.

DIMINUISCE IL RISCHIO MORTALITA’
Ampio il campione analizzato, con 27mila adulti maggiori di 20 anni che hanno preso parte al sondaggio nazionale sulla salute tra il 1999 e il 2010. Interrogati su cosa avessero mangiato nelle ultime 24 ore e se avessero preso integratori nell’ultimo mese, gli intervistati sono stati monitorati mediamente per sei anni durante i quali sono morte 3600 persone del campione, 945 delle quali per problemi cardiaci e 805 di cancro.

I ricercatori hanno visto che le persone che avevano consumato le giuste quantità di vitamina K o magnesio dagli alimenti mostravano un minore rischio di mortalità rispetto a coloro che non assumevano adeguati livelli di questi nutrienti. Ancora, quelli con quantità adeguate di vitamina A, vitamina K, zinco o rame correvano un rischio minore di malattie cardiache rispetto a chi ne presentava carenze. Dopodiché, gli studiosi sono andati più a fondo, isolando le fonti di questi stessi nutrienti tra naturali (cibo) e artificiali (supplementi): è a questo punto che hanno visto come solo i nutrienti provenienti dal cibo fossero associati a un minore rischio di mortalità per qualunque causa e per problemi cardiaci. Nel caso del calcio, poi, è emerso che consumarne alti dosaggi (almeno 1000 mg al giorno) sotto forma di supplementi è collegabile a un maggiore rischio di morte per tumore (non è stato, però, provato il contrario, cioè che assumerne la stessa dose attraverso gli alimenti riduca il rischio morte per tumore).

CIBI DI STAGIONE, LA REGOLA AUREA
Al netto di tutti gli approfondimenti del caso, lo studio suggerisce che un adeguato apporto di nutrienti attraverso il cibo riduce il rischio di mortalità, mentre un eccesso di integratori potrebbe essere nocivo. Già in precedenza il sovradosaggio d’integratori di vitamina E era stato associato a un maggiore rischio di tumore alla prostata nell’uomo e quello d’integratori in generale a un maggiore rischio di tumore nelle donne adulte. Non è un caso che mangiare cibi di stagione sia una delle raccomandazioni condivise all’unanimità dalle autorità e le istituzioni competenti per la salute pubblica. Rispetto a una pillola, un alimento non può che avere una maggiore “intelligenza” che si riflette        in un equilibrio di nutrienti insostituibile, oltre che nella presenza di fibra.

INTEGRATORI SÌ, MA NON FAI DA TE
Non per questo gli integratori devono essere demonizzati: come detto, quelli giusti e correttamente prescritti possono essere di grande aiuto in determinati momenti. È il caso, ad esempio, dell’acido folico e del ferro per le donne incinte per la prevenzione delle malformazioni del feto, della vitamina D per sopperire alla sempre più ridotta esposizione alla luce del sole o di persone che per problemi allergici, intestinali o per scelte etiche devono rinunciare anche a interi gruppi di alimenti.

FONTE: Association Among Dietary Supplement Use, Nutrient Intake, and Mortality Among U.S. Adults: A Cohort Study. Ann Intern Med. 2019 Apr 9.