Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Madre natura sa di cosa abbiamo bisogno e quando. Per questo nel periodo invernale, mentre siamo più predisposti a contrarre malattie virali, ci regala dei potenti alleati del nostro sistema immunitario: gli agrumi, fonte preziosa di vitamina C. Presenti comunemente nelle nostre culture e colture mediterranee pensiamo di sapere tutto di arance e limoni, ma sono molti i segreti serbati da questi frutti che la scienza ha svelato nei secoli. Consegnandoci un’arma di salute della quale dovremmo munirci ogni giorno.

LA LOTTA ALLO SCORBUTO E LA SCOPERTA DI LIND

La consapevolezza medica del ruolo chiave della vitamina C per il nostro organismo nasce dalla lotta allo scorbuto, la cosiddetta malattia dei marinai. Erano proprio loro a contrarla maggiormente: trascorrendo tempi lunghissimi a bordo delle navi non avevano accesso a cibi freschi quali frutta e verdura. A metà del ‘700, quindi, non si sapeva molto, ma era assodato che chi andava per mare contraesse forme più gravi di scorbuto rispetto a chi restava a terra. Non a caso, proprio in quegli anni, fu un medico di bordo, lo scozzese James Lind, dipendente della Royal navy britannica, ad accertare il legame diretto tra lo scorbuto e la carenza di vitamina C. Lind iniziò sperimentalmente a somministrare cibi diversi ai malati di scorbuto e verificò empiricamente come quelli alimentati con succo limone, contrariamente agli altri, guarissero nel giro di poche settimane. Purtroppo questa scoperta, che segnò al contempo la storia della medicina e della navigazione, fu ignorata per oltre mezzo secolo durante il quale migliaia di marinai continuarono a perdere la vita.
Osservare i sintomi dello scorbuto aiuta a comprendere dove e come agisce la vitamina C. I marinai morivano, infatti, per ferite e sanguinamenti, con perdita di denti e lembi di pelle poiché il loro collagene aveva perduto la sua funzione strutturale. Tra i principali ruoli della vitamina C rientra, infatti, quello di dare stabilità al collagene, aumentando così la sua capacità di resistere allo stress. Il collagene è una proteina che dà forza al tessuto connettivo di sostegno a pelle, vasi, tendini e organi. Quando la vitamina C è carente si ha un’incompleta formazione di collagene che viene quindi meno alla sua funzione strutturale. La vitamina C partecipa anche alla sintesi di ormoni e neurotrasmettitori quali l’adrenalina e noradrenalina. I marinai affetti da scorbuto lamentavano anche stanchezza progressiva e depressione, sintomi riconducibili alla difettosa produzione dei suddetti neurotrasmettitori.

PAULING E LA VITAMINA C NELLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI

Oltre Lind, l’altro nome legato ai progressi della conoscenza scientifica in materia di vitamina C è quello di Linus Pauling. Due volte premio Nobel, per la chimica (1954) e per la pace (1962), lo scienziato statunitense scomparso nel 1994 promosse una campagna trentennale sulla necessità di integrare elevati dosaggi di vitamina C – ben superiori a quelli consigliati – al fine di prevenire le malattie cardiovascolari. Oggi le sue intuizioni trovano conferma poiché – a fronte degli 80 mg per le donne e dei 90 per gli uomini raccomandati come fabbisogno giornaliero di vitamina C – si è visto che assumerne 500 mg al giorno stabilizzi l’endotelio (il tessuto che ricopre le pareti dei vasi sanguigni) al pari dell’attività fisica. Questa informazione non deve essere tradotta nel consiglio a sostituire l’attività fisica con massicce dosi di spremuta d’arancia, ma in un invito ad assumerle rivolto soprattutto ai soggetti ad alto rischio di malattie cardiovascolari: fumatori, chi ha elevato colesterolo o presenta elevati livelli di omocisteina. Tutte queste persone dovrebbero aumentare il consumo di vitamina C attraverso supplementi, meglio ancora attraverso l’alimentazione.

GLI AGRUMI. FRUTTI “SENZA LIMITE”

Torniamo così agli agrumi. Arance, mandarini, clementine, pompelmi, pomeli, limoni, lime, cedri e bergamotti sono tra le fonti più ricche di vitamina C presenti in natura. Questi frutti sono da secoli parte integrante del paesaggio mediterraneo così come del nostro panorama culturale inteso in senso più ampio. Eppure, quasi tutte le specie sono originarie del Sudest asiatico. Altra curiosità molto interessante è che, tra le oltre 200 specie di agrumi attualmente coltivate e diffuse, solo tre sono originarie: il cedro, il pomelo e il mandarino. Insomma anche limoni e arance non sono che degli ‘ibridi’, originariamente non presenti in natura.
Fortunatamente l’evoluzione millenaria delle tecniche agronome e agricole ci consegna oggi una vasta possibilità di scelta per assicuraci le giuste dosi di vitamina C. Come accennato, il fabbisogno giornaliero che ci protegge certamente da malattie quali lo scorbuto è fissato tra gli 80 e i 90 mg. Siamo di fronte a uno dei rari limiti che un medico possa vivamente consigliare di “sforare”. È infatti importante sforzarsi a incrementare sempre il consumo di vitamina C poiché le dosi consigliate non bastano a garantire quelle funzioni ‘extra’ che il nostro fisico spesso richiede di svolgere alla vitamina C. Caso esemplare le situazioni di stress: la vitamina C serve a sintetizzare gli ormoni dello stress, come adrenalina e noradrenalina, concentrandosi proprio per questo motivo nelle ghiandole surrenali.

UNA SPREMUTA AL GIORNO

Via libera, dunque, ad una spremuta di due limoni e un’arancia a colazione: garantirebbe già una buona scorta di vitamina C necessaria ad affrontare una fredda e impegnatissima giornata. Differentemente dall’arancia, il limone è particolarmente indicato per chi soffre di gastrite grazie alla sua capacità di diminuire il ph gastrico bloccando così l’ulteriore produzione di acido cloridrico.. Con la loro naturale dolcezza i mandarini sono, invece, ideali per i bambini. Per quanto riguarda il pompelmo – che è un ottimo attivatore metabolico quindi un valido alleato durante la dieta – il consiglio è di non scartare la pellicina bianca ricchissima di antiossidanti. Attenzione a preferire la spremuta ai succhi di frutta a base di agrumi: la vitamina C è sensibile all’aria e alla temperatura, quindi tende a degradare se non assunta attraverso alimenti freschi e crudi. I bimbi tendono a preferire la spremuta filtrata, è bene però non abituarli per non perdere preziose fibre e antiossidanti. Va ricordato che, per quanto fondamentali, gli agrumi non sono fonte esclusiva di questa sostanza chiave per la nostra salute: ne sono ricchissimi anche il cavolo rosso, la verza, la rucola, i peperoni, il prezzemolo e il peperoncino. Ultimo, ma non per ultimo, il kiwi: contiene più vitamina C di un limone e, grazie al suo effetto lassativo, rappresenta un ottimo aiuto naturale per chi soffre di stipsi.