Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Fai sport e non dimagrisci? Potrebbe essere colpa del metabolismo

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L’assunto su cui si basa è, infatti, che ingrassiamo perché assumiamo più calorie di quelle che necessitiamo e che tale eccesso debba essere compensato attraverso un aumento dell’attività fisica. Ma nuove evidenze mostrano che si ingrassa anche per ragioni metaboliche, indipendenti dalla nostra volontà, e capaci di limitare fortemente gli effetti dei nostri sforzi. 

LO STUDIO: MISURARE IL DISPENDIO ENERGETICO
È questo il caso di un recente studio, pubblicato sulla rivista “Current biology”, che ha visto come il metabolismo possa arrivare a rendere quasi inutile l’esercizio fisico per un obeso impegnato a perdere peso. Di fronte alle calorie che si smaltiscono facendo sport, infatti, il metabolismo potrebbe reagire decidendo di rallentare per compensare quella perdita e contenerla, soprattutto nelle persone con grasso in eccesso. 

Questa è l’ipotesi formulata dagli studiosi dopo aver analizzato i dati sul dispendio energetico di 1.700 adulti sani, escludendo gli sportivi a livello agonistico e le donne in gravidanza o allattamento. Più nel dettaglio, sono stati tre i parametri considerati: il dispendio energetico basale o metabolismo basale (cioè l’energia che consumiamo per svolgere le funzioni “di base” come, ad esempio, respirare, digerire, muovere il sangue, pensare ecc.); il dispendio energetico dovuto al movimento; il dispendio energetico o metabolismo totale (ottenuto dalla somma dei primi due: è il totale delle calorie bruciate).

IL METABOLISMO VANIFICA META’ DEGLI ESERCIZI SVOLTI
Osservando le relazioni tra i tre tipi di dispendio energetico, i ricercatori hanno notato come più energia una persona spendeva per l’attività fisica, più il suo metabolismo di base rallentava per evitare un deficit calorico. Questo era ancora più evidente nelle persone con un alto indice di massa corporea (quindi con più mass grassa) per le quali solo il 51% delle calorie consumate con lo sport si traduce in un extra di calorie bruciate effettivamente a fine giornata. Significa che quasi la metà di quanto smaltito grazie ai sacrifici in palestra viene compensato dal rallentamento del metabolismo a riposo. Insomma, resta là dov’è. Lo stesso accade alle persone normopeso, ma in un rapporto più favorevole: solo il 28% delle calorie consumate con l’attività fisica sono compensate da un rallentamento del metabolismo basale e si traducono quindi in sforzi inutili, mentre il 72% rappresenta una perdita effettiva. Tradotto, una persona obesa, con metabolismo lento, può puntare a perdere non più di 2 – 5 kg grazie all’allenamento. 

COMPENSATORI DEBOLI E COMPENSATORI FORTI
Questo e altri studi confermerebbero la necessità di rivedere le linee guida unanimemente adottate che raccomandano di mangiare meno e muoversi di più, sforzandosi di creare un deficit di 5-600 kcalorie al giorno. Queste linee guida, infatti, sono di carattere generale e non tengono conto di molte variabili, inclusa quella che distingue i “compensatori deboli”, che riescono a bruciare molto con lo sport, dai “compensatori forti” il cui metabolismo di base, invece, è molto reattivo nel compensare, appunto, la perdita di calorie. Spesso questi ultimi sono anche i più obesi, ma possono essere influenzati anche da altri fattori, come quelli genetici. Non è un caso che molte persone in lotta con la bilancia, anche se intraprendono con determinazione e costanza un piano di allenamento, spesso non riescono a invertire la rotta nel lungo periodo e riprendono facilmente quanto perso nella prima fase di sport. Insomma gli studi che si stanno concentrando anche sulle cause biologiche metaboliche dell’obesità dovrebbero incentivare a rivedere l’approccio prevalente nella lotta all’obesità. Questa condizione, infatti, è in continuo aumento nel mondo a suffragare la tesi che il mantra del “mangiare meno e muoversi di più” non ha prodotto i frutti sperati.

Dr.ssa Debora Rasio
Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

FONTE:  Energy compensation and adiposity in humans, Vincent Careau, Lewis G. Halsey, Herman PontzerYosuke YamadaJohn R. Speakmanthe IAEA DLW database group.
DOI: https://doi.org/10.1016/j.cub.2021.08.01