Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Enormi sforzi per dimagrire vanificati in poco tempo, a dieta finita. Il cosiddetto effetto yo-yo è l’incubo di chiunque abbia affrontato la sfida della bilancia. Magari vinta inizialmente grazie a sacrifici e determinazione, e poi rovinosamente fallita nella fase di mantenimento del peso raggiunto. Più difficile che perdere peso è non riprenderlo una volta tornati alla “vita normale”. Ecco quindi che ci rammarichiamo, ce la prendiamo con noi stessi, per la mancanza di volontà e di perseveranza. Non siamo così severi: la scienza oggi ci fornisce un forte alibi: i miliardi di batteri che vivono dentro di noi. Sarebbero loro, infatti, a mettere lo zampino sull’effetto yo-yo.

IL MICROBIOTA NON DIMENTICA QUANTO ERAVAMO GRASSI

Siamo composti per il 90% da batteri. L’insieme dei microrganismi che colonizzano il tubo digerente si chiama microbiota e, secondo uno studio condotto da ricercatori israeliani e recentemente pubblicato dalla rivista Nature, svolge un ruolo fondamentale sulle dinamiche del peso. Nello specifico, i batteri che abitano il nostro intestino contribuirebbero a una più rapida ripresa del peso quando nuovamente esposti ad una dieta “obesogena”. I batteri sarebbero infatti responsabili della riduzione della spesa energetica (o metabolismo basale) che si registra a fine dieta. Il meccanismo non è completamente chiarito ma passa attraverso una riduzione dei livelli di flavonoidi –un importante classe di antiossidanti, presenti in circolo. La riduzione dei livelli di flavonoidi, consumati dalla flora batterica intestinale, agirebbe inibendo la termogenesi nel tessuto adiposo bruno, un importante regolatore del dispendio energetico nell’uomo.

L’effetto yo-yo, dunque, non sarebbe attribuibile in via esclusiva al fatto che le persone tornino alle abitudini alimentari una volta terminata la fase di restrizione. Il problema nascerebbe a monte, nella fase in cui si era in sovrappeso: una dieta inappropriata seleziona la crescita di un microbiota che continua a lottare per la propria sussistenza anche quando l’ospite cerca di mangiare meglio, ricreando le condizioni favorevoli al proprio mantenimento, abbassando la spesa energetica per favorire il ritorno dell’ospite allo stato “grasso”. C’è, tuttavia, anche una buona notizia fornita dallo studio: una dieta ricca in flavonoidi interferirebbe con il tentativo del microbiota di far recuperare il peso perso all’ospite.

I BATTERI “IN MODALITÀ OBESA” RESISTONO FINO A UN ANNO DOPO LA DIETA

Le conclusioni dei ricercatori si basano su uno studio effettuato sui topi, quindi ancora non estendibile con certezza scientifica all’uomo. E’ tuttavia interessante ricostruire i passaggi principali dell’esperimento. Un gruppo di topolini obesi sono stati sottoposti a cicli di alimentazione ricca in grassi alternati a cicli di dieta normale. Durante la fase di dieta normale, invece di adattarsi, il microbiota risalente alla fase di obesità persisteva nell’intestino dei topolini. Più precisamente restava immutato per un periodo cinque volte più lungo alla durata della dieta stessa, predisponendo i topolini ad un rapido riguadagno di peso. Inoltre, il microbiota dei topolini del campione una volta trasferito nell’intestino di altri topolini del gruppo di controllo, non sottoposti ad alcuna dieta, ha causato un aumento di peso anche in essi. Tutto ciò “potrebbe spiegare parte dei fallimenti nel tenere il peso sotto controllo dopo il dimagrimento”, ha spiegato l’immunologo Eran Elinav, del Weizmann Institute israeliano, primo firmatario dello studio.

IL LEGAME TRA BATTERI E PESO NON È UNA NOVITÀ: IL FREDDO

Del resto l’interdipendenza fra il microbiota e la nostra fisiologia non è un segreto per gli scienziati che già in passato hanno osservato come la flora batterica intestinale regoli direttamente l’equilibrio energetico in risposta ai cambiamenti ambientali.

Poco più di un anno fa, ad esempio, uno studio pubblicato dalla prestigiosa rivista Cell ha rivelato che i batteri intestinali reagiscono all’esposizione al freddo trasformando in pochi giorni il grasso bianco – quello che conserva il grasso – in grasso bruno quello che, invece, brucia il grasso trasformandolo in energia, ovvero calore. In questo caso, dunque, il microbiota aiuta a ridurre il peso corporeo e non a riprenderlo, ma è comunque dimostrato come i batteri intestinali siano attori determinanti sul fattore peso.

NESSUNA RINUNCIA IN PARTENZA

Circa l’80% delle persone riprende il peso perduto entro un anno e questa cifra sale al 95% entro due anni. Dovremmo forse rinunciare e abbandonarci ad ingrassare incontrollabilmente poiché la partita sembra persa in partenza? Certo che no.

Intanto chi ci dice che non saremo proprio noi quel 5% che non corre il rischio di disperdere gli sforzi fatti?
C’è, poi, un’altra riflessione che le conclusioni degli scienziati israeliani dovrebbe indurci a compiere: se il nostro microbiota è tanto influente, sarà importantissimo mantenerlo sano e in equilibrio. Si tratta, dunque, di cambiare approccio e modulare le nostre abitudini alimentari non tanto in funzione del nostro peso, quanto della nostra salute: dopo aver perso peso è importante integrare la dieta con quei micronutrienti necessari a ristabilire una sana flora batterica intestinale. Parliamo dei flavonoidi, antiossidanti di cui abbonda il mondo vegetale e di fibra solubile, il nutrimento principe per i batteri buoni. Cereali integrali in chicchi, frutta e verdura, legumi. Dovremmo arricchire sempre più la nostra dieta di questi cibi, non più spinti dalla sola ossessione del dimagrimento. Ma dalla concreta consapevolezza che aiutino la nostra salute ancora prima che la nostra taglia. Forse è proprio questa la principale lezione che ci trasmettono, studio dopo studio, i miliardi di batteri buoni che vivono dentro di noi.