Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Dalla natura un rimedio per il diabete: la fibra solubile

Indice
Il diabete di tipo 2 è in continuo aumento: nell’ultimo decennio la percentuale di italiani che soffre di questa malattia è passata dal 4 al 6 percento, un incremento del 33 percento. Ne parliamo con la dottoressa Debora Rasio, dirigente medico presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma che cura per noi la rubrica dedicata all’alimentazione secondo natura.

 

Anche l’età di insorgenza sta cambiando: un tempo appannaggio esclusivo dell’età adulta, oggi è diagnosticato sempre più spesso negli adolescenti, dove si trova associato in 2 casi su 3 ad obesità, e sempre ad insulino-resistenza.

Il diabete ha gravi ripercussioni sulla qualità di vita della persona, sulla famiglia e sulla società: è spesso causa di morte prematura, è la più comune causa di cecità e di amputazioni non traumatiche, è la seconda causa di insufficienza renale terminale ed è fra le principali cause di morte. I costi sanitari diretti ammontano al 10-15% delle spese per l’assistenza sanitaria, circa 3400 euro l’anno a paziente. I costi indiretti (giornate di lavoro perse per la necessità di curarsi e per le fasi difficili della malattia, invalidità e pensionamenti precoci) sono molto più alti; per la sola Italia si parla di oltre 17 miliardi l’anno.

Eppure il diabete di tipo 2 è completamente prevenibile, essendo il risultato di scelte alimentari errate, sia per qualità che per quantità. Fra gli alimenti principalmente implicati vi sono gli zuccheri, i dolcificanti artificiali e le farine raffinate, in grado di stimolare in maniera abnorme la produzione di insulina da parte del pancreas, portandolo negli anni ad esaurimento funzionale.

Avena
Avena

Che un diabetico debba astenersi dallo zucchero è cosa nota, da poco sappiamo anche che sostituirlo con dolcificanti artificiali è una pessima idea: questi infatti, peggiorano la sensibilità all’insulina, aumentano il rischio di diabete oltre ad  ingrassare più del comune zucchero. L’effetto nocivo è mediato dalla flora batterica intestinale che viene alterata dai dolcificanti artificiali producendo sostanze (non ancora ben identificate) in grado di aumentare la glicemia e l’insulino-resistenza.

Anche latte e yogurt, alimenti a basso indice glicemico ma alto indice insulinemico, andrebbero usati con estrema moderazione in questo tipo di paziente in cui il segnale dell’insulina è profondamente alterato.

Poiché anche le farine raffinate, essendo causa del diabete, devono essere eliminate, cosa può dunque mangiare un individuo con questa malattia?

Il diabetico non deve rinunciare a mangiare i carboidrati (anzi, sostituire i carboidrati raffinati con le proteine gli arrecherebbe nel tempo gravi danni), deve solo imparare a scegliere quelli giusti.

La terapia nutrizionale del diabete

Farro decorticato
Farro decorticato

La terapia nutrizionale del diabete è fondata sulla  fibra solubile, ovvero sui cereali integrali, non sottoposti a raffinazione. Sono cereali integrali il farro decorticato, l’orzo mondo, il miglio, la quinoa, l’avena, la segale, il grano saraceno, il riso integrale nelle sue molte varietà, incluso il riso nero Venere integrale.

Esistono anche paste speciali adatte ai diabetici contenenti fino al 15 percento di inulina (un tipo di fibra solubile). Certamente non hanno tutte le vitamine e i minerali che un chicco di cereale racchiude nel suo interno, ma hanno l’indubbio vantaggio di essere pronte in pochi minuti e di poter soddisfare l’inveterato piacere per noi italiani di mangiare un buon piatto di pasta.

La fibra solubile, infatti, si comporta come un vero e proprio farmaco attraverso due principali  meccanismi:

–         rallenta lo svuotamento dello stomaco e l’assorbimento del glucosio dall’intestino nel circolo sanguigno, evitando i picchi glicemici e riducendo così lo stimolo alla produzione di insulina

–         è fermentata nel colon dalla flora batterica intestinale con formazione di acidi grassi a catena corta (acido propionico, butirrico ed acetico), i quali entrano in circolo e svolgono numerosi effetti positivi per la salute.

Riso integrale
Riso integrale

Gli acidi grassi a catena corta infatti:

–         stimolano il pancreas a rilasciare insulina e inibiscono il rilascio di glucosio dal fegato stabilizzando così la glicemia

–         stimolano la produzione dei recettori coinvolti nel trasporto di glucosio all’interno delle cellule

–         abbassano il pH intestinale favorendo l’assorbimento di minerali, importanti cofattori per trasformare all’interno delle cellule il glucosio in energia

–         nutrono i colonociti (le cellule della mucosa intestinale ) e migliorano l’impermeabilità della barriera intestinale riducendo la formazione e il passaggio di molecole pro-infiammatorie, in grado di peggiorare l’insulino-resistenza.

Chi soffre di insulino-resistenza, ridotta tolleranza al glucosio e diabete ha un’arma importantissima per frenare l’evoluzione della malattia e ripristinare un buon controllo glicemico: la fibra solubile.

Evitare gli zuccheri,  consumare prevalentemente cereali integrali, legumi e verdure è un passo imprescindibile se vogliamo fermare la gravissima pandemia di diabete  che sta dilagando in tutto il mondo e le cui conseguenze, in termini di morbidità, mortalità e spesa sanitaria, sono semplicemente catastrofiche.

Dottoressa Debora Rasio
Nutrizionista presso l’ospedale Sant’Andrea
Università di Roma La Sapienza

Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute. La Dott.ssa Rasio vanta inoltre collaborazioni con le trasmissioni televisive Uno mattina (RaiUno) e Cose dell’altro Geo (RaiTre).