Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Creme solari: dalla pelle al sangue il passo è breve

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L’estate è in arrivo e con essa il consiglio ripetuto da più fronti dell’importanza di esporsi al sole con cautela, non senza essersi prima spalmati abbondanti e ripetute dosi di crema protettiva per evitare bruciature, scottature e potenziali danni ben più gravi come i tumori della pelle. Del resto questi, oggi, sono tra i tumori più diffusi e in continuo aumento, e la prevenzione si concentra sulla riduzione dell’esposizione ai raggi ultravioletti, uno dei principali fattori di rischio. Ma le creme solari assolvono davvero questo compito e lo fanno in modo sicuro per la nostra salute? La risposta è dubbia poiché è ormai confermato che i filtri solari chimici penetrano nella nostra pelle e veicolano sostanze potenzialmente pericolose capaci di interferire con il sistema riproduttivo (interferenti endocrini); l’oxibenzene, ad esempio, agisce come un estrogeno e riduce potentemente i livelli circolanti di testosterone. Per non parlare, poi, dei danni ambientali. Insomma, ciò che ci spalmiamo addosso non si ferma in superficie, ma penetra a fondo nel nostro organismo, oltre che nell’acqua del mare, e dobbiamo tenerne conto.

SICUREZZA UN PO’ “DATATA”
A concentrarsi su questo problema è stato uno studio recente condotto proprio negli Stati uniti su impulso della Fda (Food and drug administration) l’istituzione preposta alla sicurezza alimentare e dei farmaci. La Fda ha, infatti, evidenziato che le creme solari in commercio rispondono ancora a un vecchio criterio di valutazione che si limitava a rilevare l’efficacia rispetto al singolo aspetto da risolvere, in questo caso proteggersi dai raggi ultravioletti cancerogeni. Oggi però quello che si chiede a un farmaco o a un prodotto è che, in generale, i benefici apportati siano maggiori dei potenziali danni. Da questo nuovo punto di vista le creme solari sono ancora sicure?

FINO A 7 GIORNI NEL SANGUE
Per rispondere a questa domanda gli autori dello studio pubblicato sull’autorevole rivista JAMA (Journal of American Medical Association) hanno preso in esame 24 adulti sani chiedendo loro di spalmarsi due mg di crema, lozione o spray sul 75% del corpo, quattro volte al giorno per quattro giorni. A ogni partecipante sono stati prelevati 30 campioni di sangue per una settimana. È risultato che tutti e quattro i principali filtri chimici utilizzati dalle creme di uso più comune – avobenzone, oxybenzone, ecamsule, octocrylene – in meno di 24 ore dall’applicazione erano penetrati nel sangue e, in alcuni casi, vi sono rimasti fino a sette giorni dopo. Fattore ancora più allarmante, la concentrazione nel sangue di tali sostanze superava quasi sempre i livelli di sicurezza stabiliti dalla Fda. Se questi sono i risultati sugli adulti, figuriamoci traslati ai piccoli corpi dei bambini sui quali vengono più spesso applicati abbondantemente e ripetutamente i prodotti in questione! Anche per queste ragioni la Fda sta rivedendo completamente l’approccio al corretto utilizzo di queste creme, non solo aggiornando le linee guida, ma anche imponendo ai produttori di eseguire test di sicurezza a livello di farmaci e non di sola cosmesi, dal momento che non si conoscono i reali danni alla salute che questi ingredienti così “invasivi” possano arrecare.

GLI INGREDIENDI GIUSTI: PRECAUZIONE E CONSAPEVOLEZZA
Da quanto appena descritto consegue che, almeno per ora, la Fda classifica come Grase (acronimo inglese che sta per “generalmente ritenuto sicuro ed efficace”) solo due tipi di filtri solari fisici, in particolare due minerali: l’ossido di zinco e il diossido di titanio. Cercarli nell’etichetta dei prodotti da acquistare è un primo consiglio da seguire, oltre a quello di preferire sempre schermi fisici all’esposizione solare come indumenti protettivi, cappelli… e ombrelloni! Dodici dei tradizionali filtri chimici più comunemente utilizzati nelle creme solari, infatti, per la principale autorità americana in materia, non possono essere considerati pienamente sicuri in assenza di ulteriori test. Né vi è piena certezza della loro efficacia nel difenderci dal melanoma, il tumore della pelle che dobbiamo temere più di ogni altro e che colpisce non chi si espone più al sole, ma chi sta più chiuso in ufficio. Come sempre, solo noi consumatori possiamo, attraverso comportamenti di acquisto informati e consapevoli, influenzare l’industria a investire di più nella nostra sicurezza. Scegliere il modo giusto per difendere noi e i nostri figli dai rischi di un’eccessiva esposizione al sole è certamente una via da percorrere per evitare che uno strumento di salute si trasformi in un veicolo di malattia.

FONTE: Effect of sunscreen application under maximal use conditions on plasma concentration of sunscreen active ingredients: a randomized clinical trial [published online May 6, 2019].  JAMA.