Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Il primo consiglio riguardo ai probabili eccessi alimentari delle feste è: niente sensi di colpa. Non per buonismo, ma perché è svantaggioso dal punto di vista metabolico. L’autocritica e il conseguente senso di auto-svalutazione ci mettono infatti in uno stato di profondo stress, e quando siamo stressati accadono diverse cose che ci fanno ingrassare.

Produciamo più neuropeptide che stimola l’appetito

Produciamo più neuropeptide Y (NPY), una sostanza che stimola potentemente l’appetito e aumenta l’impulso a mangiare, e che svolge un’azione ansiolitica e antidepressiva. Ma c’è di più: il NPY, infatti, segnala alle cellule adipose di crescere, infiammarsi (attraverso l’attivazione dei macrofagi) e accumulare grasso specialmente a livello addominale, ponendo le basi per lo sviluppo di sindrome metabolica e obesità.

Questo rappresenta senz’altro un vantaggio dal punto di vista evolutivo, perché il grasso ha la funzione di isolare e proteggere, e accumularlo offre una buona risposta biologica per fronteggiare il pericolo (l’agente “stressogeno”) percepito a livello profondo.

Non ragioniamo

Siamo meno in grado di dominare con la ragione l’impulso a mangiare. Sotto stress, infatti, l’attività della corteccia prefrontale, coinvolta nelle decisioni, è inibita, mentre l’amigdala e il sistema limbico sono iperattivati, e questi sistemi controllano gli impulsi basali di sopravvivenza, fra cui quello di mangiare per ridurre lo stress, a prescindere dal reale bisogno calorico.

Surplus di dopamina

L‘accesso a zuccheri e grassi ci fa produrre un surplus di dopamina che attiva una parte del cervello, il nucleo accumbens, coinvolta nel piacere e nella ricompensa, con temporaneo sollievo dalla situazione stressogena.

Il problema è che queste sostanze attivano il nucleo accumbens in maniera abnorme, esattamente come fanno le droghe, con l’instaurarsi di un circolo vizioso di stress, accesso a cibi ricchi in zuccheri e grassi e desiderio di gratificazione che porta in breve tempo allo sviluppo di dipendenza. E’ davvero il caso di dire che il cibo ricco in zuccheri e grassi oggigiorno è la droga più disponibile ed economica presente sul mercato.

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Più che gli eccessi alimentari, è meglio evitare lo stress durante le feste

Lo stress dunque da una parte potenzia le vie neuronali che amplificano l’impulso a mangiare, e dall’altra inibisce i circuiti che frenano l’assunzione di cibo, creando le premesse per l’incremento di peso e, nel tempo, per lo sviluppo di obesità.

Non dobbiamo sottovalutare la sofferenza indotta dalla continua autocritica, dagli spietati giudizi di inadeguatezza con cui ci condanniamo per non aver saputo resistere alla tentazione di mangiare un dolce o un altro alimento buono anche se ipercalorico.

Purtroppo è un dato tristemente risaputo in ambito scientifico che chi si preoccupa del contenuto calorico dei cibi e si mette a dieta ha un rischio molto più elevato di diventare sovrappeso ed obeso -e di sviluppare disturbi del comportamento alimentare- rispetto a chi approccia il cibo in maniera più disinvolta, mangiando ciò che vuole quando ha fame e smettendo di mangiare quando è sazio.

Meglio non dividere tra cibi proibiti e permessi

Quando dividiamo infatti gli alimenti in proibiti (quelli ipercalorici e buoni) e permessi (quelli ipocalorici e in genere meno appetibili), quelli proibiti ci appaiono sempre più desiderabili e irrinunciabili a priori, anche quando siamo già sazi e non in grado di apprezzarne appieno il gusto.

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Ecco perché chi sta cronicamente a dieta non saprà accontentarsi di una fetta di panettone o di un pezzo di torrone a Natale, ma ne mangerà uno intero (rimanendone nauseato), avendo temporaneamente disubbidito al proprio poliziotto interno che gli proibisce di mangiare cibi calorici, con la falsa idea di tornare poi al “regime” di dieta dove non potrà mai più assaggiarlo.

Quello che pochi sanno è che è proprio la falsa premessa “non potrò mai mangiare il cibo che amo” a creare la spinta irrefrenabile a mangiarne fuori controllo. Chi sa che un cibo è sempre accessibile, riesce più facilmente a consumarlo in accordo con il proprio fabbisogno calorico e a fermarsi quando è sazio.

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