Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Alimentazione e demenza senile: abbinare i cibi giusti può fare la differenza

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Non è un segreto che una corretta alimentazione aiuti a mantenere tutti gli organi e cervello in primis in salute. Altrettanto noto è che, al contrario, una dieta scorretta faciliti l’insorgenza di malattie neurodegenerative come la demenza. Ma un recente studio pubblicato sulla rivista specializzata Neurology ha condotto un passo ulteriore in avanti mettendo in luce l’importanza non solo del tipo di cibo che mangiamo, ma anche e soprattutto di come lo associamo nell’arco della giornata. Analizzando i diversi possibili abbinamenti, gli studiosi hanno notato, ad esempio, che un alto consumo di carni lavorate è ben più dannoso per il cervello quando è combinato ad altri cibi “pattumiera” come patate, biscotti e dolciumi piuttosto che ad alimenti protettivi come frutta e verdura fresca.

 

IL CONFINE TRA MALATTIA E SALUTE
A queste conclusioni gli studiosi sono pervenuti prendendo in esame 209 persone con 78 anni di età media affette da demenza senile e 418 persone sane come gruppo di controllo. A tutti è stato chiesto cinque anni prima di compilare un questionario sulle proprie abitudini alimentari: cosa mangiassero e con quale frequenza, da meno di una volta al mese a quattro volte al giorno. Ogni due-tre mesi i partecipanti sono stati anche sottoposti a checkup medico. I ricercatori hanno così incrociato i dati per capire quali fossero i tipi di cibi e le combinazioni più spesso consumate dai pazienti con e senza demenza. Ne è emerso che sebbene tutti – malati e non – avevano consumato più o meno la stessa quantità di carni trasformate (affettati, salumi, salsicce ecc), le persone che hanno poi sviluppato demenza senile si erano distinte per avere abbinato queste carni ad altri cibi trasformati come patate, dolciumi e alcol. Il gruppo sano, invece, aveva preferito consumarle insieme a verdura, frutta e pesce.

 

LIMITARE I DANNI
In generale, possiamo permetterci di mangiare un alimento poco salubre se lo accompagniamo a una dieta variegata fatta di cibi protettivi. Quando, invece, combiniamo più cibi nocivi abbinandoli tra loro (il tipico menù da fastfood, insomma), i danni che il corpo subisce sono più ingenti e il rischio di demenza senile aumenta. È l’insieme di quello che mangiamo giorno dopo giorno che fa la differenza.

 

GLI ALIMENTI DA EVITARE
Ricordiamo che i cibi ultraprocessati sono quelli sottoposti a molteplici lavorazioni industriali al punto che nessuna delle loro componenti risulta non trattata o uguale alla sua forma naturale. Sono questi i cibi da ridurre o evitare dato che creano un’infiammazione protratta dannosa per la salute che, a lungo andare, predispone a malattie croniche come diabete, infarti, ictus e declino cognitivo. Il consumo di questi alimenti dovrebbe essere limitato o, come questo studio suggerisce, almeno associato a quello di prodotti freschi. Se invece la nostra dieta giornaliera è fatta prevalentemente di prodotti ultraprocessati come pasta, pane, cracker, gallette, pizza, snack salati e dolci, biscotti, bibite zuccherate, succhi di frutta, cibi precotti, carni conservate, salsicce, hamburger, würstel industriali ecc. beh, invecchiare in salute potrebbe diventare un’impresa più difficile da realizzare.

FONTE: Using network science tools to identify novel diet patterns in prodromal dementia. Neurology, 2020.

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.