Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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La flora batterica intestinale svolge un ruolo importantissimo nella salute dell’uomo, proteggendolo da molte malattie, non solo a livello gastrointestinale. Ne parliamo con la dr.ssa Debora Rasio, che cura per noi la rubrica dedicata all’alimentazione secondo natura.

Dottoressa, tendiamo a considerare i batteri in modo negativo. Alcuni, invece, sono importanti alleati della nostra salute, è così?

– Certamente, si tratta dei batteri della nostra flora intestinale, un esercito attivissimo sul fronte del nostro benessere psico-fisico: produce vitamine quali quelle del gruppo B e la K, favorisce i processi digestivi, ci difende dalle infezioni, sintetizza ormoni. Ad esempio la serotonina, ormone noto per la sua azione antidepressiva, è prodotta più a livello intestinale che nel cervello. Non è un caso, quindi, che più è sana la nostra flora intestinale, minore è la nostra predisposizione a sviluppare depressione e ansia, ma anche gravi malattie neurologiche come l’autismo.

Perché ha parlato di “esercito”? Sono molti i batteri che abitano il nostro intestino?

– Questi microorganismi che colonizzano il tubo digerente ci superano numericamente: per ogni cellula umana presente nel nostro corpo vi sono dieci cellule batteriche, capiamo dunque come il loro comportamento possa avere risvolti decisivi per la nostra salute. Il loro genoma, cioè l’insieme del loro DNA, supera complessivamente di 150 volte il nostro.

Dott.ssa Rasio i batteri intestinali come s’introducono nel nostro organismo?

– Questi microrganismi iniziano ad abitare dentro di noi dalla nascita. Nell’utero il bambino è sterile, ma quando nasce, già attraverso il canale vaginale, i batteri della madre cominciano ad attecchire in lui. Un piccolo che, invece, nasce con parto cesareo li assumerà dall’ambiente. Potendo, è fondamentale l’allattamento al seno. Il latte materno, infatti, contiene probiotici che favoriscono la crescita di batteri sani, cioè maggiormente associati alla salute futura del nascituro, rispetto a quelli del latte artificiale.

E finito di allattare?

– In fase di divezzamento dobbiamo preoccuparci di nutrire non solo il nostro bambino ma anche i batteri buoni introducendo fibra solubile nella dieta del bimbo, tenendo comunque conto che il suo apparato digerente è ancora delicato e mal sopporta l’eccesso di fibra, specie se insolubile. E’ importante ricorrere, dunque, a cereali integrali come miglio o riso che, con la loro fibra delicata, sviluppano al meglio le specie batteriche intestinali senza irritare l’intestino. Sempre in tema di bambini, la cosa peggiore che possiamo fare loro è cedere all’ossessione igienista e all’uso spropositato di disinfettanti: chi cresce con un cane che porta un po’ di sana sporcizia in casa soffre molto meno di malattie autoimmuni come l’asma. Attenzione anche a tutte quelle sostanze chimiche di sintesi aggiunte agli alimenti che possono danneggiare i nostri batteri intestinali. Gli emulsionanti – usati per rendere i cibi più cremosi – in un solo mese hanno alterato la flora intestinale dei topi da laboratorio scatenando coliti infiammatorie. Se pensiamo a quanto siano diffuse oggi le malattie infiammatorie intestinali comprendiamo l’importanza di mangiare il più naturale possibile. Pensare che i dolcificanti artificiali in soli sette giorni hanno modificato la composizione dei batteri intestinali favorendo l’insorgenza di iperglicemia e insulino-resistenza, c’è da riflettere seriamente prima di fare la spesa al supermercato.

Una volta adulti come possiamo proteggere al meglio la nostra flora batterica?

– Innanzitutto ricorrendo agli antibiotici solo quando necessario: la maggior parte delle febbri è di natura virale e non richiede l’uso di antibiotici. Siamo diventati una società patofobica, terrorizzata dai batteri che, invece, sono per lo più nostri ottimi amici. Attenzione anche a ciò che mangiamo poiché il 70% degli antibiotici a livello mondiale è utilizzato negli allevamenti intensivi, mentre i fitofarmaci o pesticidi – diffusissimi in agricoltura – riducono la presenza di batteri buoni nell’ambiente.

A proposito di alimenti protettivi, lo yogurt è davvero un buon alleato del nostro intestino?

– Gli yogurt contengono alcuni tipi di lattobacilli importantissimi per il nostro intestino. Scegliamoli senza zuccheri per evitare che, a contatto con le proteine del latte, le glichino, innescando reazioni infiammatorie e pro-ossidanti nel nostro corpo. Detto questo non rinunciamo allo yogurt bianco intero e al kefir, un’altra forma di latte fermentato che, oltre ai lattobacilli, contiene lieviti come il Saccharomyces boulardii, efficacissimo contro la candida. Un alto dosaggio di probiotici è molto utile anche in caso di diarrea ed è bene averne una scorta in viaggio quando si è più esposti a indesiderate infezioni intestinali. Infine, altri alimenti fermentati sono il vino e alcuni formaggi.

Dallo yogurt ai fermenti lattici: è giusto assumerli e quali scegliere?

– Assolutamente sì, sapendo che questi probiotici hanno bisogno di almeno venti giorni per attecchire nel nostro organismo e poi restarci non più di tre settimane, quindi dovremmo essere piuttosto continuativi. Le specie batteriche che hanno dimostrato di funzionare molto bene sono i batteri lattici e i bifidobatteri. Preferiamo i cosiddetti multi-strain, ovvero probiotici che contengono miscele di più ceppi.

Anche il disturbo della cistite potrebbe dipendere dall’intestino?

– Sì, per chi ne soffre è importantissimo occuparsi dell’intestino evitando alimenti ricchi di conservanti o additivi e introducendo fibre solubili e probiotici di cui abbiamo parlato. Dobbiamo evitare a tutti i costi di assumere antibiotici in modo cronico perché comprometterebbero ancora di più la nostra flora batterica. Nel 90% dei casi, poi, la cistite è causata dall’Escherichia coli, un batterio proveniente dall’intestino che, attaccandosi al D-mannosio, un particolare tipo di zucchero presente sulla superficie delle cellule dell’apparato urinario inclusa l’uretra, risale in vescica. In caso di cistiti da E. coli basta assumere il D-mannosio per bocca; poiché questo zucchero non entra nelle nostre reazioni metaboliche viene eliminato con le urine. Concentrandosi in vescica offre un sito di adesione ai batteri che verranno così espulsi urinando, risolvendo abbastanza facilmente queste fastidiose e frequenti infezioni.

È vero che un intestino sano può aiutare chi soffre di depressione e, viceversa, chi è depresso spesso non ha un intestino sano?

– È vero ed è sempre sconvolgente realizzare quanto tutto in noi sia intimamente collegato: in questo caso cervello, intestino e microbiota, ovvero l’insieme dei batteri che abitano il nostro tratto gastrointestinale. Lo stress altera la funzione intestinale – peggiorano gastriti e coliti – mentre malattie croniche come il morbo di Chron o la rettocolite ulcerosa hanno una base fondamentalmente psicosomatica. Uno studio recente ha dimostrato che i batteri intestinali sono in grado di modificare le nostre emozioni. Un campione di donne ha assunto uno yogurt ricco di probiotici due volte al giorno. Confrontate al gruppo di controllo che aveva assunto sempre uno yogurt, ma senza probiotici, le prime, studiate attraverso una risonanza magnetica funzionale, sono risultate molto più in grado di tollerare l’ansia e molto meno tendenti alla depressione. Conferma ulteriore di quanto sia profonda la connessione tra cibo, salute e umore.

Dottoressa Debora Rasio
Nutrizionista presso l’ospedale Sant’Andrea
Università di Roma La Sapienza

Laureata in medicina e chirurgia, specialista in oncologia e ricercatore presso la Sapienza Università di Roma, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute. La Dott.ssa Rasio vanta inoltre collaborazioni con le trasmissioni televisive Uno mattina (RaiUno), FuoriTg3 (RaiTre), Buongiorno Benessere (RaiUno), A Conti Fatti (RaiUno), Matrix (Canale5) e diMartedì (La7), oltre a curare la rubrica settimanale Salute & Benessere su Radio Monte Carlo.