Su e giù per le verdi colline a cavallo tra le province di Macerata e Fermo con le aree di sosta a rendere ancora più appagante la vacanza in camper. Abbiamo scelto per te 8 borghi fantastici e ricchi di storia, vieni a scoprirli.
Indice dell'itinerario

Per avere la conferma di quanto turisticamente avanzate siano le Marche ci basta salire in camper e dirigere la prua verso un punto qualsiasi della regione. Questa volta abbiamo scelto 8 borghi per compiere un itinerario lungo il confine tra le province di Macerata e Fermo con l’intenzione di scoprire gli aspetti che rendono unico questo territorio.

Qui trovi tutte le aree di sosta tra le province di Macerata e Fermo consigliate dal PleinAirClub!

Sarnano, eccellenze in primo piano

Tra gli 8 borghi più affascinati delle Marche – e quasi interamente fruibile nonostante i danni subiti dal sisma – un posto di rilievo spetta sicuramente a Sarnano, collocato ai piedi dei Sibillini su un lembo di terra racchiuso tra il torrente Tennacola e il suo affluente Terro.

I primi insediamenti risalgono all’epoca degli Umbri e dei Piceni, ma bisogna attendere il Medioevo perché si sviluppi l’abitato che darà la fisionomia all’attuale borgo. Una piacevole passeggiata attraverso i vicoli del centro storico – annoverato tra i Borghi più belli d’Italia e insignito della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano – porta tra un susseguirsi di piacevoli scorci alla cima dell’abitato, nella bella Piazza Alta su cui affacciano antichi palazzi, l’ottocentesca bomboniera del Teatro della Vittoria e la chiesa romanica di Santa Maria, che ci accoglie con un meraviglioso portale.

Gli affreschi d’epoca rinascimentale che custodisce sono solo parte dell’originario corredo di opere d’arte; le altre si trovano nella Pinacoteca civica presso l’ex convento di Santa Chiara, un polo che ospita anche quattro piccoli ma interessanti musei dedicati all’arte sacra, alle armi antiche e moderne, ai martelli e all’avifauna dei Sibillini.

Fra i tanti reperti legati alla storia del territorio ad attirare l’attenzione è un misterioso uovo di calcare scavato sulla sommità, alto 120 centimetri e pesante tre tonnellate. Un manufatto di origine celtica legato forse alla pratica di rituali magici, un primitivo osservatorio astronomico… la scrittrice Joyce Lussu era certa che si trattasse di una vasca dove venivano posti i semi di cereali e legumi: il primo ad aprirsi avrebbe indicato la coltivazione che sarebbe cresciuta più in abbondanza.

Qui le aree sosta consigliate dal PleinAirClub

Leggi anche: “5 idee per un weekend in camper nelle Marche”

Amandola

A poco più di dieci chilometri c’è Amandola, dichiarata nel 2019 Bandiera Arancione. Nata alla metà del Duecento dall’unione di tre castelli, fu racchiusa in una possente cinta muraria da cui si accedeva da cinque porte delle quali rimane solo quella di San Giacomo. Attraversato l’antico arco il paese ci accoglie in Piazza Risorgimento, dove si trovano l’ottocentesco loggiato del municipio e la chiesa di Sant’Agostino o del Beato Antonio, risalente al XIV secolo e successivamente rimaneggiata, che al momento della nostra visita era interessata da interventi di restauro per i danni causati dal terremoto.

La messa in sicurezza del patrimonio artistico è stata prioritaria per la Regione Marche, insieme alla saggia scelta di non chiuderlo in depositi ma di continuare a renderlo fruibile ai visitatori, spostandolo temporaneamente presso musei e pinacoteche. Ad Amandola questa occasione si ha presso il Museo del Paesaggio allestito nell’ex Collegiata.

Al terzo piano dell’edificio, con il deposito permanente delle opere d’arte provenienti dalle chiese del borgo danneggiate, sono in mostra i capolavori recuperati, tra i quali il Cristo ligneo del XII secolo che sembrerebbe avere le fattezze di Carlo Magno. Sempre in questi locali, in collaborazione con l’Università di Camerino e quella di Urbino, è operativo un laboratorio di restauro aperto al pubblico: accolti dalla dottoressa Nadia Senesi assistiamo in prima persona al certosino lavoro di recupero di inestimabili tesori.

A pochi chilometri, immersa nella bellissima campagna della valle del Tenna vicino a un piccolo lago, un altra gemma da scoprire è l’abbazia dei Santi Ruffino e Vitale. Edificata nell’XI secolo e da poco restaurata e riaperta al pubblico, consente di ammirare affreschi quattrocenteschi e di visitare la bella cripta romanica dove sono custodite le spoglie di San Ruffino, che dà il nome al vicino specchio d’acqua. Ancora più sotto, in un ipogeo risalente al VI secolo su cui fu innalzata l’abbazia, è visibile un antichissimo ciclo pittorico purtroppo sacrificato per via dei piloni di sostegno al sovrastante edificio.

Qui le aree sosta consigliate dal PleinAirClub

Leggi anche: “Top 6 borghi da vedere nelle Marche”

Monte San Martino

Proseguendo SP239 una breve deviazione ci conduce al pittoresco borgo di Monte San Martino, arroccato su uno sperone roccioso a dominare la valle del Tenna. Oltre a regalare stupende vedute il paese offre l’occasione di conoscere i dipinti di Carlo e Vittore Crivelli, nati a Venezia e giunti nelle Marche nella seconda metà del Quattrocento: nella chiesa di San Martino Vescovo è possibile ammirare un meraviglioso polittico, l’unica opera in cui i fratelli collaborarono insieme.

Altro interessante spunto di visita è la Pinacoteca Civica Monsignor Ricci, dove sono esposti dipinti, bassorilievi e arredi per lo più risalenti al XVII secolo.

Le pagine di storia di Servigliano

Il nostro approdo successivo tra i borghi delle Marche è Servigliano, con il suo particolare impianto a forma di croce – chiaro richiamo al simbolo della cristianità – e le due principali strade che confluiscono verso Piazza Roma e la collegiata di San Marco. Il borgo fu progettato e realizzato in soli sei anni nella seconda metà del Settecento, sotto il pontificato di Clemente XIV, quando il vecchio abitato più in alto iniziò a franare.

Il paese è un importante luogo della memoria per la triste presenza di un campo di prigionia aperto nel 1915 per contenere i prigionieri austroungarici: durante la Seconda Guerra Mondiale vi furono internati gli Alleati catturati, e alla fine del 1943 fu convertito dai fascisti in campo di concentramento per gli ebrei in attesa della deportazione, mentre nel dopoguerra e fino al 1955 fu utilizzato per ospitare i profughi istriani e delle colonie africane.

Nella Casa della Memoria, ricavata nella vecchia stazione ferroviaria, foto e lettere raccontano in maniera vivida e toccante pensieri, speranze e scorci di vita durante la prigionia. Le tracce della breccia nel muro di cinta, aperta il 14 settembre 1943, raccontano invece la fuga di quegli alleati fatti prigionieri che, approfittando della confusione dei giorni seguenti l’armistizio, si nascosero nei paesi circostanti con l’aiuto della popolazione locale.

A breve distanza un altro luogo ci racconta una storia molto più antica. I resti della colonia romana di Falerio Picenus testimoniano l’importanza strategica di questi luoghi; il teatro del I secolo è ancora oggi utilizzato per le rappresentazioni, mentre quello che rimane del coevo anfiteatro lascia immaginare quanto fosse possente la struttura.

Nelle vicinanze, immersa nel verde, la millenaria chiesa di San Paolino (la struttura originaria risale all’VIII secolo, edificata per volere di un signore longobardo) testimonia la presenza di un’intensa attività monastica in questo territorio.

Leggi anche: “Pesaro in camper più bici”

Montappone

Altro vanto di questa terra è senza dubbio la produzione artigianale di altissima qualità. Chi s’intende di cappelli di paglia sa che la loro culla è Montappone, dove da secoli s’intrecciano gli scarti del grano per ottenere comodi cappelli.

Nel tempo, coniugando tradizione, innovazione e creatività, si è giunti a una produzione di eccezionale pregio: come ci spiega Maurilio Vecchi, titolare della Hats & Dreams, in quest’area e nei comuni circostanti ci sono numerose aziende a conduzione familiare che, pur mantenendo un stretto legame con il passato, sono riuscite a evolversi con le moderne esigenze di mercato. Per saperne di più in paese si può visitare il Museo del Cappello.

Qui le aree sosta consigliate dal PleinAirClub

Massa Fermana

Seguendo il tema dell’artigianato il nostro itinerario tra i borghi delle Marche ci porta a Mogliano ma sulla strada non possiamo non far sosta a Massa Fermana, dove la Pinacoteca Civica è ricca di capolavori tra cui spiccano opere dei Crivelli e di un illustre pittore della non lontana Monterubbiano, Vincenzo Pagani. Meritevole di attenzione per la curiosità dei pezzi esposti è anche il Museo degli Antichi Mestieri di Strada realizzato da Bruno Rastelli, discendente di una generazione di artigiani del settore calzaturiero, con una collezione di biciclette d’epoca utilizzate per i più svariati mestieri.

Leggi anche: “Marca Fermana, borghi fatti ad arte”

Mogliano

Rientrati nella provincia di Macerata giungiamo a Mogliano, dove nei secoli si è conservata ed evoluta la lavorazione del vimini fino a diventare un importante prodotto del made in Italy. Tonino Nardi, titolare della Ennedue, ci mostra come nascono i più svariati oggetti dal sapiente intreccio delle fibre di vimini e di giunco, a cui nel tempo si sono aggiunti il bambù e altri materiali: stuoie, borse e oggetti d’arredo, in pratica non ci sono limiti alle richieste del committente.

Molte sono le case di alta moda che richiedono semilavorati e osservando gli artigiani all’opera sembra che le mani si muovano da sole, eppure all’origine c’è un rigoroso lavoro di progettazione: la garanzia del risultato è il punto di forza che rende molto richiesti gli artigiani di Mogliano.

Qui le aree sosta consigliate dal PleinAirClub

San Ginesio

La meta finale del nostro viaggio tra i borghi delle Marche è a San Ginesio, duramente colpita al sisma, non per raccontare la sua importante storia o per citare i tanti suoi bellissimi monumenti, ma perché crediamo che rappresenti il simbolo di questa regione ferita ma sempre meravigliosa. Da questa città, non a caso detta il balcone dei Sibillini, lo sguardo spazia dal mare azzurro ai monti innevati. E a noi pare che a pieno titolo possa rappresentare l’Italia più bella.

Qui le aree sosta consigliate dal PleinAirClub

Leggi anche: “Top 5 idee per i weekend nei parchi”

Ti è piaciuto l’itinerario di questi 8 borghi nelle Marche? Qui trovi tutte le aree di sosta in provincia di Macerata.

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery