In primavera i parchi naturali sfoggiano i colori più belli, dal verde brillante alle variopinte sfumature delle fioriture del periodo. Vi proponiamo quindi 5 idee per i weekend nei parchi, ognuno con un paesaggio diverso: in montagna o al mare l’imperativo è: mai fermi! Andiamo a camminare insieme?
Parco Nazionale dello Stelvio – Trentino Alto Adige, Lombardia
Fitti boschi di aghifoglie, acque cristalline dei torrenti, il turchese dei laghetti alpini. Sono gli incantevoli paesaggi del Parco Nazionale dello Stelvio. In ogni stagione le valli di Rabbi e di Peio, le aree trentine della riserva, offrono colori indimenticabili. Andiamo a scoprirlo insieme: il Trentino in primavera si veste di un verde brillante.
Che siate sportivi o no poco importa. Al Parco Nazionale dello Stelvio troverete sempre qualcosa da fare. Se poi decidi di andare tra giugno a settembre, fra Val di Rabbi e Val di Peio, trovi un denso programma id attività.
Qualche esempio? Il mercoledì è dedicato alla natura: un’escursione sulle tracce degli urogalli la mattina e un pomeriggio di osservazione faunistica. .
Hai bimbi al seguito? Puoi scegliere tra tanti divertenti laboratori creativi come “la storia dell’albero di Temel” o “Impronte di patate”, o scoprire i segreti dell’archeologia in un “pomeriggio con l’archeologo”, imparare a lavorare la lana e scoprire il magico mondo delle api. Ami la fatica? Numerose escursioni ti porteranno fra creste e valli mettendo alla prova la tua resistenza e il tuo allenamento.
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Parco Nazionale dei Monti Sibillini – Marche
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, particolarmente ricco di gole e cascate, è tra i più godibili per chi ama le escursioni. Lungo i percorsi, che si snodano tra forre e rocce, è facile scorgere eremi e resti di antichi mulini o le costruzioni ormai diroccate che un tempo servivano da rifugio per i pastori locali. Con l’aiuto di strategiche soste in libertà, puoi dedicarti alle passeggiate e fare un giro nei graziosi borghi incastonati nel parco come Montefortino.
Non perdere un’ escursione attorno alle Gole dell’Infernaccio. Percorsi in camper i tre chilometri di carrareccia dal bivio per Rubbiano (chi lascia il v.r. al parcheggio del paese può arrivare fin qui in mountain bike), si scende a piedi all’imbocco della gola che nello stretto tratto iniziale può essere percorsa via terra, con un sentiero laterale che in parte la nasconde alla vista, ma anche via acqua praticando il torrentismo, dove non c’è assolutamente nessun rischio e l’unica difficoltà è quella di restare immersi anche fino alla vita per un buon quarto d’ora nelle gelide acque del fiume.
Seguendo poi il sentiero che da qui costeggia il corso d’acqua, in breve si giunge a un bivio: conviene per prima cosa seguire il facile sentiero di destra che in circa quaranta minuti sale alla chiesetta di San Leonardo, in un contesto paesaggistico stupendo, con viste meravigliose sulle gole e sulle montagne; bei prati e un fontanile ne fanno un sito ideale per una breve sosta.
Tornati al bivio, si prosegue lungo il sentiero che sale dolcemente fino alla sorgente del Tenna, raggiungibile in meno di un’ora e mezzo da San Leonardo, che offre uno dei paesaggi più vergini di tutto il comprensorio, in un grandioso incrocio di valli e valloni; poco più di un’ora e mezzo per tornare al camper.
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Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise – Abruzzo
A una manciata di chilometri da Villetta Barrea in direzione di Scanno, i bimbi possono osservare da vicino splendidi esemplari di daini (chi vuole può anche chiedere un sacchetto di mais e dargli da mangiare) al Parco Daini. Qui non è raro incontrare il cervo: è facile avvistarlo sulla strada al calar della sera, quando arriva l’ombra sulle creste delle montagne.
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è una meta ideale per famiglie con bimbi nell’equipaggio. Una bella e facile escursione nella Val Fondillo è quello che ci vuole per rimetterti in contato con la natura. Il sentiero F2 in un paio d’ore conduce alla Grotta delle Fate. Dal parcheggio antistante la vecchia segheria, che oggi è un punto per le informazioni turistiche lungo la strada che collega Opi a Villetta Barrea, parte una rete di sentieri che si dipana sia sul fondo valle che in alta quota.
Dopo un primo tratto nel bosco che costeggia il corso del torrente. Conviene indossare un paio di pedule adatte all’escursionismo. Dopo un’ora e mezza di cammino su un tracciato sassoso ricoperto di foglie, si raggiunge il Passo dell’Orso e l’ampia radura che ospita le corse dei caprioli. La valle va scoperta a piedi, in mountain bike, a cavallo e in canoa.
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Parco Nazionale della Majella – Abruzzo
Un’altra bella escursione si può fare nel Parco Nazionale della Majella partendo dal centro visite del Parco “Valle dell´Orfento” di Caramanico Terme che ospita un interessante museo dedicato alla lontra che promuove numerose attività con l’obiettivo di proteggere questa specie in via d’estinzione. Si cammina per tre ore su un tracciato ad anello tra faggi secolari, in leggera ma costante salita. Di tanto in tanto ci si può anche fermare nei punti ristoro con tavoli e panche di legno per rifocillarsi o, se si è fortunati, fare qualche incontro ravvicinato con cervi e caprioli. Se l’aria è tersa, si riesce a vedere il Gran Sasso e perfino il mare.
I più piccoli possono sfogare la voglia di muoversi in libertà e mettere alla prova le proprie capacità motorie cimentandosi nei vari percorsi pensati per tutte le fasce di età del parco avventura Majella Green, immerso nell’oasi verde del Pisciarello, così chiamata per la sorgente di acqua oligominerale dalle benefiche proprietà.
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Parco Nazionale del Gargano – Puglia
Se ti affascina di più il paesaggio marino, il Parco Nazionale del Gargano, è quello che fa per te. Con la fitta vegetazione, i sentieri della Foresta Umbra e i borghi di Vico, Vieste e Peschici è tutto da esplorare. Grotte, baie e calette si aprono sull’Adriatico e camminando si assiste a un vero spettacolo!
Fai un giro a Vico del Gargano. Non è conosciuto come le vicine Vieste e Peschici, ma vanta un centro storico che, malgrado l’abbandono, colpisce per i portali in pietra, i capitelli, le inferriate e gli stemmi. Soltanto un occhio attento può accorgersi che le mura in alcuni punti sono inglobate nelle case: la cinta originale è del 1292. Non si può far risalire a un periodo preciso, invece, il castello, che risulta un incrocio di stili, segno del passaggio di Normanni e Aragonesi.
Individua la viuzza più famosa del paese: è: lunga trenta centimetri e stretta cinquanta, viene chiamata “vicolo del bacio” perché per passarci in due bisogna toccarsi. Non è un caso che sia San Valentino, santo degli innamorati, il patrono del borgo, scelto dagli abitanti nel 1618 perché proteggesse le arance, di cui la zona è ricca, dalle gelate invernali. La ricorrenza del 14 febbraio è molto sentita dalla popolazione che sfila in processione tra le strade addobbate di agrumi e rami di alloro.
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