Situati in posizioni dominanti lungo le strade che portano ai valichi alpini, quasi duecento castelli, torrioni e dimore fortificate offrono tante ragioni in più per visitare la più piccola regione d’Italia. Risaliamo il corso della Dora Baltea fino a raggiungere Aosta, scoprendo una Vallée che difende – è proprio il caso di dirlo – il suo patrimonio storico per offrirlo al visitatore più curioso
forte di bard
Indice dell'itinerario

Visibile anche dal camper che segue l’autostrada che collega Torino ad Aosta, all’altezza in cui il fiume Ayasse si getta nella Dora Baltea, il forte di Bard offre un impatto d’insieme davvero fuori dall’ordinario: non a caso nel 2014 è stato il set di alcune scene di Avengers – Age of Ultron, il film di successo mondiale scritto e diretto da Joss Whedon.

Nel maggio del 1800 l’originario complesso medioevale, dopo una strenua difesa durata un paio di settimane, venne conquistato e smantellato dalle truppe di Napoleone Bonaparte. L’edificio fu ricostruito nel 1830 per volere Carlo Felice di Savoia su disegno dell’ingegnere militare Francesco Antonio Olivero, che ne fece uno dei più rilevanti esempi di fortezza di sbarramento ottocentesca.

Il castello di Bard

L’attuale fortificazione, che si estende per oltre quattordicimila metri quadrati ed è composta da più di duecentottanta locali, comprende tre corpi di fabbrica principali articolati su altrettanti livelli di un ripido costone dal quale si dominano il sottostante borgo di Bard e la valle. Il primo che s’incontra salendo è l’Opera Ferdinando, sede del Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere.

Poco più in alto, l’Opera Vittorio ospita invece il percorso Le Alpi dei Ragazzi in cui il visitatore affronta un viaggio interattivo verso la cima del Monte Bianco. Si preparano lo zaino e le attrezzature, si affronta la marcia d’avvicinamento, si raggiunge l’omonimo rifugio, ci s’inerpica sul ghiacciaio e sulla cresta fino a calpestare i 4.810 metri della vetta.

Il viaggio nel mondo alpino prosegue con la visita al Museo delle Alpi, articolato nelle ventinove sale dell’Opera Carlo Alberto, la postazione più alta raggiungibile a piedi o con moderni ascensori panoramici. Proiezioni di video, scenografie, giochi multimediali, arricchiti dalle testimonianze di geografi, di antropologi e di scienziati portano alla scoperta delle montagne più alte d’Europa.

A poca distanza s’incontrano anche il castello di Verrès, maniero medioevale fortificato da Ibleto di Challant nella seconda metà del Trecento, e il castello di Issogne, sontuosa dimora ricca di opere d’arte e di affreschi.

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I castelli della Valle d’Aosta

Cly Castle, Cly, Aosta Valley, Italy, Europe

Arrivati a Châtillon merita una visita il castello Gamba, edificato all’inizio del secolo scorso dal barone Carlo Maurizio Gamba per la moglie Angélique Passerin d’Entrèves. Sulla sommità di un costone roccioso e caratterizzato da un’alta torre centrale, il complesso fu dotato persino di un ascensore, il primo della regione. Lo splendido parco ospita circa centocinquanta tipi di piante: dai cedri dell’Himalaya agli aceri, dai cipressi alla sequoia gigante della California.

Fenis Castle, Fenis, Aosta Valley, Italy, Europe

Quest’ultima, messa a dimora nel 1905, ha raggiunto dimensioni monumentali: è alta come un palazzo di dodici piani e ha un tronco dal diametro di ben 217 centimetri. Venduto negli anni Ottanta alla Regione Autonoma Valle d’Aosta, oggi il castello custodisce una sorprendente collezione di arte moderna e contemporanea che spazia da Manzù ad Arnaldo Pomodoro, da De Pisis a Guttuso, da Martini a Severini. 

Percorsi una decina di chilometri si raggiunge Cly, frazione di Saint-Denis, dove sorge l’omonimo castello. In questa fortezza medioevale, aperta solo d’estate, fu rinchiusa nel 1428 Johanneta Cauda, la prima donna valdostana condannata al rogo per stregoneria.

Il castello di Fénis

Fenis Castle, Fenis, Aosta Valley, Italy, Europe

Puntando la prua del camper verso ovest si arriva in poco meno di dieci chilometri al castello di Fénis, scenografica costruzione medioevale insolitamente eretta su un’area pianeggiante. Dotato di doppia cinta muraria, di cammini di ronda e di varie torri, il maniero fu un prestigioso luogo di rappresentanza della famiglia Challant. Tra le numerose pitture commissionate da Bonifacio – figlio di Aimone di Challant – spicca, sopra lo scalone di roccia semicircolare del cortile interno, il grande affresco ascritto alla bottega di Giacomo Jaquerio raffigurante San Giorgio che uccide il drago.

Il castello di Sarre

Sarre Castle, Sarre, Aosta Valley, Italy, Europe

Da non perdere, poco dopo Aosta, il castello di Sarre, adagiato sul promontorio che si affaccia sulla valle e sulla statale che conduce al Monte Bianco. Eretto sul sito di un’antica casaforte, nel Settecento il maniero fu di proprietà di Giovanni Francesco Ferrod di Arvier; passò poi di mano in mano fino a essere acquistato nel 1869 da Vittorio Emanuele II che lo adibì a residenza di caccia.

La struttura è oggi composta da un lungo corpo longitudinale con al centro una slanciata torre merlata a base quadrata. Importante testimonianza della presenza sabauda in Valle d’Aosta, il castello è oggi adibito a museo: al primo piano si possono visitare l’appartamento reale e la gran sala del gioco, al secondo la sala di Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro e quella di Umberto II e Maria José del Belgio.

Il castello di Saint-Pierre

Aosta Valley, Italy, Europe

A circa quattro chilometri di distanza, sorge su uno sperone roccioso affacciato sulla Dora Baltea il castello di Saint-Pierre, al momento non visitabile. Nella seconda metà del XIX secolo il barone Emanuele Bollati lo volle modificare radicalmente: da allora il mastio centrale, dominato da quattro torri circolari poste agli angoli, dona alla costruzione un aspetto fiabesco e ne fa uno degli edifici storici più fotografati e popolari della regione.

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Aosta

arco augusto aosta
Arch of Augustus, Aosta, Aosta Valley, Italy, Europe

Circondata da alte montagne, Aosta della Valle d’Aosta ha una storia secolare testimoniata da musei, chiese e monumenti. Fondata dai Romani nel 25 avanti Cristo, l’antica Augusta Praetoria può essere facilmente esplorata a piedi, poiché la gran parte dei siti d’interesse storico e artistico della città si concentra nell’area pedonale. La cartina fornita dall’ufficio turistico è utile a districarsi senza problemi per le vie del centro suggerendo i principali siti d’interesse e i ristoranti. La visita può iniziare dall’Arco di Augusto, eretto a seguito della vittoria dell’imperatore sui Salassi. Poco lontano, merita una visita la chiesa di Sant’Orso con il suo delizioso chiostro impreziosito da affreschi e da numerosi capitelli istoriati.

Il centro storico

St Lorenzo paleochristian church, Aosta, Aosta Valley, Italy, Europe

Nei pressi s’incontrano la basilica paleocristiana e la chiesa di San Lorenzo dove vennero sepolti i primi vescovi d’Aosta. Tornati sull’asse principale, tra Via Sant’Anselmo e Via Porta Praetoria, si arriva all’accesso principale al centro abitato, Porta Praetoria che prevedeva due passaggi per i pedoni e uno centrale per i carri. Superata la vicina Torre dei Signori si accede al Teatro Romano, monumentale costruzione in grado di ospitare fino a quattromila spettatori.

Continuando a camminare lungo Via Porta Praetoria in breve si arriva in Piazza Emile Chanoux su cui affaccia il neoclassico Municipio ottocentesco. Dirigendosi verso nord si raggiunge in breve la cattedrale di Santa Maria Assunta e il vicino criptoportico forense.

Quest’ultimo misterioso edificio seminterrato comprende tre bracci disposti a ferro di cavallo, con navate a botte sorrette da pilastri di roccia. Probabilmente eretto con funzioni di sostegno del terrapieno, secondo alcuni ospitò magazzini militari, mentre per altri era legato ad attività religiose. Infine, si consiglia una visita al Museo Archeologico Regionale in Piazza Roncas.

Art & Ciocc, Chanoux square;, Aosta, Aosta Valley, Italy, Europe

L’esposizione spazia dal Mesolitico al Medioevo, con numerosi reperti del periodo romano, manufatti, epigrafi e oggetti di culto. Un biglietto unico dal costo di 7 euro – valido un anno dalla data di emissione – consente la visita del Teatro Romano, del Museo Archeologico Regionale, del criptoportico forense e della basilica paleocristiana e chiesa di San Lorenzo.

Cosa mangiare in Valle d’Aosta?             

Polenta and game sticks, Sur La Place Restaurant, Aosta, Aosta Valley, Italy, Europe

Dalla Toma di Gressoney al Fromadzo, dal Bleu d’Aoste al Reblec, la Valle d’Aosta è generosa di formaggi, preparati con buon latte di montagna nel rispetto delle ricette tradizionali. Il più celebre è sicuramente la Fontina Dop: raffigurato in un affresco del castello di Issogne ed espressamente menzionato in un registro dell’Ospizio del Gran San Bernardo dei primi del Settecento, viene prodotto esclusivamente con latte intero di vacche autoctone alimentate con l’erba dei pascoli o con fieno.

Dopo un periodo di stagionatura, in genere di tre mesi, le forme marchiate con un logo che raffigura il Cervino stilizzato sono pronte alla vendita: quelle che riportano un numero identificativo inferiore a cinquecento sono prodotte con latte d’alpeggio, le altre sono invece di latteria. Per scoprirne tutti i segreti conviene visitare il Museo della Fontina: fotografie, oggetti e filmati ne documentano la storia e la lavorazione.

La visita include un gito negli spettacolari magazzini sotterranei dove circa sessantamila forme maturano nelle viscere della terra e negli umidi cunicoli di una miniera di rame chiusa nel 1946; e non manca un punto vendita dove rimpinguare la cambusa del camper (Frazione Frissonnière, Valpelline, tel. 0165 73309). La fontina è l’ingrediente principale di vari piatti tradizionali, come la fonduta, la polenta alla valdostana e la seuppa a la vapelenentse.

Salumi e formaggi

Salami, Crotta di Vegnerons, Chambawe, Aosta Valley, Italy, Europe

Se a una generosa fetta servita con miele o confetture si può abbinare un calice di Chambave Muscat Attente Doc della Crotta di Vegneron, con la selvaggina e i salumi locali conviene optare per il rosso Vallée d’Aoste Torrette della Cave des Onze Communes. Il Lardo di Arnad Dop è tra le golosità più rinomate della regione; si ottiene esclusivamente dallo spallotto di maiali italiani.

Opportunamente insaporiti con spezie, erbe di montagna, aglio e sale, i pezzi di lardo riposano per almeno novanta giorni (sei mesi la versione più stagionata) nei doils, tradizionali recipienti di legno di rovere o di castagno. Una volta affettato sottilmente, si gusta con pane di segale o su fette di polenta abbrustolita. Allo storico Salumificio Bertolin di Arnad si possono assaggiare e acquistare salumi freschi e stagionati: dal lardo ai salamini di cacciagione, dal boudin di patate o di barbabietola alla motzetta di bovino fatta con carne valdostana, dal teteun al violino di camoscio.

Testo e foto di Alberto Campanile

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