Urbino, la splendida culla del Rinascimento, può essere il punto di partenza di un itinerario in camper nelle Marche tra il mare e l’entroterra. Una meta ideale da visitare in primavera, da abbinare a una fuga sulla costa quando le temperature consentono le prime esposizioni al sole. Per la sosta camper a poca distanza dalla città c’è il Camping Pineta. Se vuoi allungarti sulla costa, al Camping Paradiso a Pesaro risparmi il 10% se scegli la bassa stagione presentando la tessera del PLEINAIRCLUB.

Patrimonio dell’Umanità grazie a Federico da Montefeltro
Se la città di Urbino figura dal 1998 nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco buona parte del merito va alla lungimiranza di Federico da Montefeltro, l’illuminato signore che la governò per quasi quarant’anni fino al 1482, anno della sua morte. Figlio illegittimo di Guidantonio conte di Urbino fu allontanato dalla città fino al 1444 quando, in seguito alla violenta morte del fratellastro Oddantonio, lo sostituì nel governo cittadino.
Il pieno riconoscimento fu il titolo di duca conferitogli nel 1474 dal Papa Sisto IV. Nonostante fosse un valente uomo d’arme, mostrava interesse per qualsiasi forma di arte e in particolare per l’architettura. Fu questa sua predilezione che lo portò a considerare l’ipotesi di far costruire quella che sarebbe divenuta una meravigliosa opera rinascimentale.
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Il palazzo ducale

Verso la metà del XV secolo il duca di Montefeltro chiamò a corte i più famosi architetti e artisti dell’epoca affinché dessero vita a quella che, secondo la sua visione, doveva rappresentare la città moderna. Un luogo dove l’aspetto architettonico potesse fondersi armoniosamente con le arti e la cultura. Sulla sommità di un colle già frequentato in epoca romana fu così eretto il Palazzo Ducale: iconica e imponente struttura che ancora oggi domina l’intero profilo urbano.
L’ingresso da Piazza Duca Federico immette nell’ampio cortile creato dall’architetto Luciano Laurana. Un ampio e asimmetrico rettangolo ornato da colonne e porticati che evidenziano l’eleganza prospettica della costruzione. Nel 1472 il Cortile d’Onore si arricchì di un primo piano progettato da Francesco di Giorgio Martini.
La Galleria Nazionale delle Marche

Al piano nobile, gli appartamenti privati di Federico oggi ospitano la Galleria Nazionale delle Marche. Trenta stanze in cui si può ammirare il ricco patrimonio artistico di dipinti e sculture del Rinascimento.
Nell’ultima stanza troviamo l’angolo più riservato utilizzato dal Duca: lo Studiolo. La parte superiore dell’ambiente è coperta dal soffitto a cassettoni, al di sotto del quale sono raffigurati uomini illustri dell’epoca.
Più in basso le pareti sono rivestite da calde tarsie lignee, trompe-l’oeil raffiguranti armadi ricolmi di libri e finestre aperte su panorami campestri. Tali pregevoli lavori tridimensionali furono realizzati dai fratelli Benedetto e Giuliano da Maiano e Baccio Pontelli su disegni di Francesco di Giorgio Martini e Sandro Botticelli.

Il secondo piano, completato dai Della Rovere, accoglie otto sale dedicate alle opere pittoriche realizzate tra il Cinquecento e il Settecento. Ne fanno parte numerose collezioni donate, tra l’altro, dalla famiglia Volponi e dalla Cassa di Risparmio di Pesaro. Quest’ultima comprende duecento quadri e circa duecento ceramiche quattrocentesche di artisti locali. In particolare, la sezione del Settecento riguarda quasi esclusivamente il Papa Clemente XI, ovvero Francesco Albani nativo di Urbino.

Il centro storico
Torniamo sulla Piazza Duca Federico, chiusa lateralmente dalla neoclassica cattedrale di Santa Maria Assunta. Poco oltre un obelisco egizio fronteggia la duecentesca chiesa di San Domenico, rialzata rispetto al piano stradale. La lunetta sovrastante il portale d’ingresso è abbellita da una copia della Madonna col Bambino e i Santi, terracotta invetriata di Luca della Robbia il cui l’originale è esposto nella Galleria Nazionale delle Marche.

Raggiungiamo Via Matteotti, dove abbiamo la possibilità di osservare la facciata più nota del Palazzo Ducale. Il prospetto, racchiuso su entrambi i lati da due torri appuntite, i cosiddetti Torricini, si eleva su tre livelli ognuno dei quali è abbellito dalle terrazze realizzate dagli architetti Laurana e Di Giorgio.
Non ci resta che risalire Via Garibaldi. Passiamo così dinanzi al Teatro Sanzio, di fronte al quale vi è uno slargo semicircolare che ha delle particolari caratteristiche acustiche. Se una persona, posizionata in una delle due estremità del semicerchio, parla a bassa voce rivolta verso il muro, la frase pronunciata sarà udita all’estremità opposta dell’arco. Tale escamotage permetteva ai soldati di guardia di comunicare tra loro in gran segreto.
La casa-museo di Raffaello
Dopo una visita alla casa-museo di Raffaello, dove il pittore vide la luce il 28 marzo 1483, non ci resta che tornare sui nostri passi e percorrere l’irta scalinata San Giovanni per raggiungere l’omonimo oratorio. Appena superata la soglia rimaniamo incantati dal ciclo pittorico che ne riveste perimetro: non a caso è definito la piccola Cappella Sistina.
La vividezza dei colori e la definizione dei personaggi danno l’impressione che gli autori siano appena andati via dopo aver dato l’ultimo colpo di pennello. I quadri risalgono al 1416 e furono realizzati dai fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino Marche.

Il fascino di Urbino non si esaurisce qui: la storia e la cultura che permeano l’intera città invitano a scoprirla senza fretta passeggiando per vicoli e camminamenti, affacciandosi da balconi e bastioni. Un luogo dove tornare e tornare più volte, ammaliati dal fascino senza tempo della fantastica città ideale del duca di Montefeltro.
La Cooperativa Agricola Gino Girolomoni

A venti chilometri da Urbino, Gino Girolomoni, un lungimirante intellettuale e vivace sostenitore dell’agricoltura biologica, nel lontano 1971 costituì la cooperativa agricola che porta il suo nome. Oggi sono i figli continuano ad operare seguendo le sue orme, seguendo il motto: coltiviamo, maciniamo, facciamo buona pasta. In questo importante complesso industriale è possibile seguire tutte le fasi di lavorazione, a partire dalla macinazione di grano italiano biologico (in gran parte di provenienza marchigiana).
Le farine prodotte dall’imponente struttura molitoria alimentata da energia rinnovabile vanno direttamente nel contiguo pastificio per ottenere, dopo lenta essiccazione, diversi formati di pasta. La ricerca della sostenibilità la si ritrova anche nella confezione: la carta dell’involucro proviene da foreste gestite in maniera responsabile, mentre la finestra di controllo del contenuto è costituita da cellulosa compostabile nell’umido.
Recentemente la cooperativa marchigiana ha dato assistenza materiale e supporto economico a un pastificio afgano gestito da donne, coprendo anche, nei primi mesi, il salario delle undici lavoratrici. L’azienda è anche fattoria didattica e organizza visite guidate, alloggio e degustazioni (Gino Girolomoni Cooperativa Agricola, Via Strada delle Valli 21, Isola del Piano-PU; tel. 0721 1748600).
Le altre soste camper

Per il viaggio in camper nelle Marche si può sostare nell’area di sosta comunale di Urbino in Viale Pablo Neruda oppure parcheggiare nel punto sosta diurno nel parcheggio centrale in Borgo Mercatale.
Ti è piaciuto questa proposta per un itinerario in camper nelle Marche nella splendida città di Urbino?
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Testo di Emilio Dati
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