Sapevi che a poche ore da Roma, lungo il corso del Tevere, c’è un angolo di paradiso? Si tratta del Lago di Alviano, ricco di biodiversità. Andiamo a esplorarlo insieme. Scopri l’Umbria in camper in autunno tra il fascino dei borghi della provincia di Terni e i silenzi di un’oasi naturale.
Per la sosta camper c’è il parcheggio gratuito dell’oasi di Alviano (con bar-alimentari sempre aperto e servizi igienici). In alternativa si può sostare nel parcheggio, anch’esso gratuito, adiacente alla struttura attrezzata del Parco Aiola, bella zona boscosa collinare a pochi minuti dal paese di Guardea.
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L’Oasi di Alviano, un piccolo paradiso
Tutto ebbe origine nel 1963 in seguito allo sbarramento del Tevere per la costruzione di una centrale idroelettrica dell’Enel. Le acque del fiume invasero una vasta area circostante creando il Lago di Alviano, un ambiente paludoso. Nel giro di pochi anni divenne un importante punto di sosta e svernamento per gli uccelli migratori, richiamando però anche frotte di cacciatori. Per tutelarne il prezioso ecosistema, nel 1977 la Regione Umbria vietò l’attività venatoria in tutta l’area che divenne così una riserva naturale.

Oggi questo piccolo paradiso di biodiversità, che fa parte del Parco Fluviale del Tevere, è un’oasi gestita dal WWF. Novecento ettari di territorio protetto dove vivono indisturbati uccelli, mammiferi, rettili e anfibi, che comprende una zona lacustre di cinquecento ettari e uno splendido bosco igrofilo di ontani neri, salici e pioppi bianchi.
Due sentieri rendono possibile la visita dell’oasi:
- quello principale che in parte costeggia la palude e si addentra nell’ambiente boscoso, un anello di un chilometro e mezzo interamente percorribile da persone con disabilità
- il sentiero vecchio, che si sviluppa per tre chilometri e mezzo lungo il Tevere nella parte più selvaggia della riserva
Birdwatching e fotografia

Tante le specie di uccelli, alcune delle quali nidificanti, che si possono osservare nelle varie stagioni grazie alla presenza di diversi capanni per il birdwatching e per la fotografia naturalistica. Anatre, folaghe, svassi, aironi bianchi, aironi cenerini, garzette, cigni, sgarze ciuffetto e aironi guardabuoi. Nell’oasi si svolgono anche ricerche scientifiche. Si studia l’impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi naturali e si svolgono attività didattiche per ragazzi ed eventi a tema.
Guardea, il borgo della coscienza

A poca distanza dall’oasi, Guardea è un paesino che si sviluppa attorno alla Piazza Pietro Panfili, dove si affacciano il Palazzo Municipale e l’imponente parrocchiale settecentesca dedicata ai Santi Pietro e Cesareo. Qui, si segnalano i dipinti si segnala l’Ultima Cena del XVI secolo attribuita a Litardo Piccioli. Interessanti anche la chiesa ottocentesca di Santa Lucia, con un affresco del 1890 dell’artista perugino Domenico Bruschi, e l’Arco della Coscienza Planetaria.
Questo è un monumento simbolico del 2001 realizzato con materiali provenienti da varie parti del mondo che inneggia alla fratellanza e alla pace nel terzo millennio. Addirittura una pietra fusa dalla bomba atomica di Nagasaki e un pezzo del Muro di Berlino.

Arroccato su una collina, il Castello del Poggio domina la vallata da una decina di secoli ed è stato dimora di importanti personaggi comr Federico Barbarossa a Cesare e Lucrezia Borgia, Carlo V a Olimpia Pamphili. Di proprietà privata e ampiamente restaurato, è facilmente raggiungibile con una stretta strada asfaltata (non adatta ai camper) ed è aperto al pubblico due volte al mese per visite guidate.
Guardea Vecchia, il belvedere sulle colline

Tutt’altra storia quella di Guardea Vecchia, borgo fortificato risalente al IX secolo, che nel Medioevo fu una delle più importanti strutture difensive della Valle del Tevere. Di esso restano solo dei ruderi sparsi su un’altura. Vi si arriva seguendo le indicazioni per il parco Aiola, bella zona boscosa a pochi minuti da Guardea, dove l’asfalto finisce e c’è un ampio spiazzo sterrato per parcheggiare accanto a una struttura attrezzata con bar (aperto da aprile a ottobre). La struttura è dotata di servizi igienici, parco giochi, campo sportivo polivalente, punti barbecue e tavoli da picnic.

A poca distanza, nei pressi di una croce metallica, è indicato il sentiero che in un quarto d’ora sale al vecchio borgo (572 metri). La prima parte è decisamente ripida, ma poi la passeggiata diventa più tranquilla e in breve ci si ritrova fra i resti delle antiche mura e delle torri che s’innalzano tra la vegetazione. Il panorama dalla sommità del colle è notevole: non a caso il toponimo Guardea deriva dal germanico warda, che vuol dire guardia, luogo di vedetta.
Alviano, il borgo della Papessa

Pochi chilometri ci separano da Alviano, piccolo centro medievale con il castello che domina il paese. Costruito dagli Alviano, signori della Teverina, dal condottiero Bartolomeo d’Alviano e nei secoli successivi divenne proprietà di diverse nobili casate. Nel Seicento fu acquistato da Olimpia Maidalchini Pamphili, cognata di papa Innocenzo X e donna fra le più ricche e influenti del tempo. Non per nulla era soprannominata “la Papessa”.

Leggenda vuole attirasse nelle stanze del castello giovani destinati poi a sparire senza lasciare traccia. La fortezza, che oggi appartiene al Comune (il piano nobile è occupato dagli uffici del Municipio), è visitabile nei fine settimana con tour guidati che ne svelano storia, aneddoti e segreti. Nel cortile porticato si affaccia una cappella dedicata a San Francesco, che custodisce alcuni affreschi del Seicento attribuiti al marchigiano Giuseppe Bastiani raffiguranti scene della vita e dei miracoli del santo.

Spicca quello dedicato al Miracolo delle rondini, avvenuto proprio ad Alviano nel 1212, quando il poverello d’Assisi avrebbe fatto tacere le rondini che disturbavano la sua predica. I sotterranei ospitano il Museo dei Capitani di Ventura, che ripercorre le imprese di Bartolomeo d’Alviano e dei capitani di ventura umbri, e quello della Civiltà Contadina, che racconta la vita rurale del territorio attraverso oggetti e strumenti agricoli del XIX-XX secolo.
Poco distante dal castello ecco la parrocchiale di Santa Maria Assunta in Cielo, citata in un documento del 1275 e rinnovata in stile rinascimentale agli inizi del XVI secolo, che conserva una cinquecentesca Madonna con santi di Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone, autore anche degli affreschi di alcune sale della fortezza. Un ultimo assaggio d’arte prima di fare ritorno al parcheggio dell’oasi per proseguire in relax il nostro weekend tra natura e cultura.
Cosa si può visitare in camper in Umbria?
Durante il periodo autunnale, l’Umbria è ricca di eventi e di occasioni da non perdere:
E se vuoi visitarla con l’aiuto di un podcast, non perderti la nostra audioguida su Loquis dedicata al Lago Trasimeno!
Ora sei veramente pronto/a per scoprire l’Umbria in camper!
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