Il fiume Po e il suo delta: che atmosfera magica si respira? Andiamo a scoprirlo in questo breve itinerario di due giorni.

Primo giorno: da Pila all’Isola della Donzanella
Di buon mattino ci dirigiamo a est di Ca’ Zuliani, verso il borgo e porto peschereccio di Pila, uno dei più attivi del Delta. Svolazzi e grida di gabbiani ci avvertono che siamo in tempo per assistere al rientro di alcune imbarcazioni di altura: uno spettacolo sempre uguale e sempre nuovo.
Poi dirigiamo a nord e in breve siamo a Boccasette dove uno scanno (argine di sabbia e macchia tra l’acqua del canale e il mare aperto) forma una magnifica spiaggia pubblica lunga vari chilometri e servita da un bel parcheggio alberato. Il sole è già alto ma si è levata una brezza pungente che ci dissuade dal trattenerci sul bagnasciuga; dunque volgiamo verso le valli da pesca a sud del Po di Venezia.

Dapprima raggiungiamo le coltivazioni intensive e i casolari della bonifica sull’Isola della Donzella fino a Santa Giulia e Gorino Sullan, collegate da un ponte di barche (a pedaggio). Quindi costeggiamo la Sacca di Scardovari e i celeberrimi allevamenti di mitili. Da qui risaliamo l’isola e le spiagge ora deserte della Barricata, con soste a Bonelli, Scardovari città e, ormai in dirittura di arrivo, a Porto Tolle. Nuova cena alla Ca’ del Delta e subito a nanna pregustando il secondo tuffo nel delta del Po.

Secondo giorno: da Porto Levante a Porto Caleri
Transitando di nuovo per Boccasette seguiamo per un tratto il Po di Maistra fino all’area attrezzata di Scanarello. Da qui la spettacolare Via delle Valli ci conduce a Porto Levante, antico borgo di pescatori e ora animato centro di servizi.
Sulla sponda opposta del porto canale si distende l’esclusiva isola di Albarella. Uno sguardo alla parata di yacht in letargo e via in direzione di Ca’ Cappello e del litorale di Rosolina Mare, tra Po e Adige, dove il nostro weekend si chiude in bellezza a Porto Caleri. Qui un giardino botanico della Regione Veneto protegge dal 1990 un ambiente litoraneo di grande interesse scientifico dichiarato Sito d’Importanza Comunitaria.

Lasciato allo stato nascente, cioè non modificato se non con l’inserimento di passerelle e strutture espositive a impatto minimo, questo habitat rappresenta tutte le fasi evolutive della vita costiera: dall’infanzia delle spiagge alla colonizzazione della duna da parte delle specie vegetali e animali pioniere, fino all’adolescenza della macchia e alla maturità della pineta e della lecceta retrodunali.
La visita, che impegna almeno due ore e su prenotazione può essere guidata da un esperto, si svolge a ritroso dall’interno della pineta, partendo dal centro informazioni dove è anche allestita una piccola mostra introduttiva. Paghi dell’escursione torniamo indietro verso la foce dell’Adige, costeggiamo il fiume sino all’incrocio con la statale Romea… e il sogno finisce sulla strada di casa.

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