“In laguna ci sono strade invisibili in mezzo all’acqua. Sono i canali navigabili, con i fondali più profondi: doppie file di tronchi segnalano la via ai battelli per non farli incagliare nelle secche. I gabbiani si riposano in cima a quei tronchi, ognuno sul suo rotondo monolocale di cento centimetri quadri. Fanno la siesta sulle bricole dei rii. Si svegliano tutti insieme, dandosi appuntamento sulle Zattere con i pensionati e le vecchiette che svuotano sulla riva pane secco e cornici di pancarrè. Sulla superficie dei canali scoppiano le bollicine dei granchi. L’acqua stagnante rabbrividisce per un attimo, il suo sonno profondo viene disturbato dalla coda di un branzino, dal guizzo di un cefalo”.
Tiziano Scarpa
Così lo scrittore veneziano Tiziano Scarpa parla della laguna nel suo ultimo libro, Venezia è un pesce. E se volete cogliere tutta la magia di quest’ambiente unico potete approfittare delle prime giornate di primavera e noleggiare per un weekend lungo o per una settimana intera una house boat, sorta di camper d’acqua (utilizzabile senza patente nautica) che consente di vivere la laguna di Venezia e le sue isole in tutta libertà.
Come viaggiare in house boat tra le isole di Venezia

Se Venezia è una capitale del turismo mondiale e il suo costante affollamento la rende in ogni stagione chiassosa e difficile da attraversare, visitando le isole scoprirete i silenzi e i tramonti, la vita quotidiana e autentica di chi vi abita tutto l’anno nonostante le difficoltà. Viaggiando in house boat dovrete abituarvi a punti di riferimento inusuali come le bricole, ovvero tre pali (quello più esterno indica il lato dal quale navigare) piantati insieme nell’acqua, da seguire come punto di riferimento anche quando si costeggia la terra.
La stessa gerarchia delle isole di Venezia da visitare cambia nel turismo che vi proponiamo: Vignole, ignota ai più, diventa una tappa imperdibile anche per la notte; mentre la pur meravigliosa Torcello va vista al mattino presto, prima che arrivino le torme di turisti. Alcune di queste, poi, non sono raggiungibili con il proprio natante e bisogna rassegnarsi a prendere il vaporetto.

Quello che vi aspetta, comunque, è un viaggio nella “Venezia prima di Venezia”, quando isole che ora sono ai margini erano al centro della storia. Basti pensare proprio a Torcello, dove sono stati trovati resti dei primi insediamenti umani e che nel suo periodo di maggior splendore ospitava 12 chiese (oggi solo due), 16 monasteri, ville, palazzi e 30.000 persone (attualmente non più di una ventina). E in tutto quello che vedrete c’è lo zampino dell’uomo, che è riuscito a incastonare dei gioielli nella melma.
Come’ I veneziani hanno piantato in laguna migliaia di pali il cui legno, grazie al fango, si mineralizza e con il tempo diventa quasi come pietra: sotto la basilica della Salute ce ne sono 100.000, mentre San Marco poggia su zatteroni di rovere sostenuti da una palafitta d’olmo.
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Chioggia

Iniziamo il nostro viaggio da Chioggia: nella vivace cittadina in stile veneziano il traffico è intenso sia sui numerosi canali che in superficie, dove impazzano biciclette e motorini.
L’ormeggio presso cui noleggiare l’house boat si trova sul ponte che collega il centro abitato a Sottomarina, vicino al mercato ittico. Paolo, prima di consegnarci l’imbarcazione, ci fa vedere una canoa a pedali che ha ideato e brevettato e, dopo averci illustrato le dotazioni della nostra casa galleggiante, ci conduce a fare una lezione di guida.

Queste barche – di costruzione italiana o francese – sono comode e affidabili, e chiunque è in grado di condurle anche con un’esperienza di navigazione minima: ma non bisogna mai dimenticare che ci troviamo in laguna e il fenomeno delle maree, con variazioni medie del livello dell’acqua di un metro, va tenuto presente per evitare di trovarsi in secca, soprattutto in caso di ormeggi. Alcuni modelli di house boat dispongono di doppio timone, sia interno che esterno, per navigare in tranquillità anche se dovesse venire a piovere.
Pellestrina

Un primo banco di prova per il timoniere è rappresentato dalla bocca del porto che si incontra uscendo da Chioggia. Prendendo il largo si incontra sulla sinistra la verde Pellestrina, caratterizzata dai cosiddetti murazzi: si tratta di una diga realizzata nel 1782 per evitare che le mareggiate portassero via questa strettissima lingua di terra. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi; a dar retta a Plutarco lo stesso nome risalirebbe a Philistus, generale mandato qui in esilio da Dioniso il Vecchio, tiranno di Siracusa.

Oggi l’isola si distingue per gli orti, i vigneti e le case del Cinque e del Seicento. Ormeggiata la barca alla fine dei murazzi si può arrivare in spiaggia; ancora per un tuffo, per una sosta al bar o al ristorante oppure per visitare la chiesina ci si può fermare anche più avanti a Sant’Antonio, Porto Secco, Alberini o Malamocco. Durante la navigazione vi faranno compagnia i gabbiani e la vista dei casoni da pesca costruiti su palafitte con i lunghi filari di pali che servono ad allevare i peòci, ovvero le cozze e altri molluschi.

A Malamocco, anziché continuare a costeggiare la terra lungo il canale di Scoasse, si può deviare a sinistra e osservare Poveglia, un tempo strategica per la difesa di Venezia. Qui c’è solo una chiesetta in corso di restauro, mentre a Santo Spirito, che incontrerete più avanti, non rimane che il rudere di un’altra chiesa progettata dal Sansovino.
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San Clemente

Ed eccoci all’isoletta di San Clemente (oggi privatizzata) con l’abbazia del XII secolo che ha lasciato il posto a un grande albergo. Guardando in lontananza, la poco piacevole visione degli impianti di Porto Marghera ci dà il benvenuto a Venezia: in lenta dismissione dopo aver avvelenato per trent’anni la laguna, il polo chimico mal si concilia con il paesaggio fiabesco che ci circonda. L’isola di Santa Maria delle Grazie ci appare di fronte e già si intravvede il campanile di San Marco: lasciamo che la nostra barca sfili lentamente accanto alla Giudecca, fino ad arrivare di fronte alla basilica.

In questo punto il traffico è ovviamente intensissimo e bisogna prepararsi alle onde provocate dai vaporetti, dai taxi e da altre imbarcazioni; potreste trovarvi anche con una nave militare o da crociera alle spalle e in quel caso è meglio lasciare il passo. Il Canal Grande è naturalmente precluso alla navigazione, ma potete girare liberamente intorno a Venezia oppure piegare verso San Servolo (dove ha sede un’università internazionale) e puntare verso il lido.

Da lì, imboccando il canale di San Niccolò, tappa consigliata alla verdissima isola delle Vignole, un’oasi per il pleinair. Campi coltivati e pochissime costruzioni, salvo due ottime trattorie (una con vista su Murano, l’altra con un parco giochi per bambini) e una fattoria dove fare provviste di sparesee, asparagi, o castraure, carciofi tipici delle laguna. Qui si trova anche l’ormeggio privato della società di noleggio delle house boat, dove fare il pieno d’acqua e passare la notte in totale tranquillità per svegliarsi al canto degli uccellini.
Sant’Erasmo

Vignole è strategica per visitare la vicina Sant’Erasmo, caratterizzata da orti e valli da pesca e ideale per una passeggiata, oppure Murano, sempre affollata di turisti per la vicinanza con Venezia e per la fama dei suoi vetrai: ma vale comunque una tappa per la chiesa di San Pietro Martire, con opere del Veronese e del Tintoretto, e per quella dei Santi Maria e Donato con 500 metri quadrati di incomparabili mosaici. Durante il giorno la calca induce a una visita rapida: l’isola offre il meglio proprio la sera, quando l’ultimo vaporetto di turisti è partito e ritorna la pace.
Burano

L’isola dai mille colori la conoscono tutti: è Burano, dove ogni casa ha una tonalità differente e brillante, dal giallo limone al rubino, dal viola all’indaco. Tra le calli si respira l’aria di paese, tutti si conoscono e lasciano la porta aperta, e si passa il tempo a pulire strade e facciate di questo bellissimo salotto all’aria aperta. Di mattina, il mercato del pesce è l’occasione per preparare un pranzo in barca un po’ speciale. Se siete amanti dei merletti, il museo in cui ammirarli e scoprire come vengono realizzati si trova in Piazza Galoppi, intitolata al compositore settecentesco buranello che fu maestro alla corte di Caterina di Russia.
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Torcello

Se il tempo scarseggia, passata la notte nel comodo ormeggio di Burano raggiungete subito Torcello, dove l’antica piazza va goduta in solitudine. Vi spicca la cattedrale, il più antico monumento veneziano, di ben due secoli anteriore alla basilica di San Marco: lo splendore dei mosaici bizantini ci riporta al tempo in cui quest’isola era il crocevia di tutti i traffici lagunari. Uscendo bisogna vedere il museo, la chiesa di Santa Fosca e passeggiare lungo il canale con le tamerici in fiore. Il Ponte del Diavolo – privo di parapetti come molti ponti veneziani antichi – ci conduce nella parte verde dell’isola, visto che tutti gli altri splendidi monumenti sono ormai insabbiati.
Lungo il Sile

Voltiamo la prua a nord verso il canale Silone, che porta al fiume Sile e consente di immergersi in un ambiente naturale di grande interesse ornitologico. Qui è facile avvistare trampolieri come le garzette e i rari cavalieri d’Italia, o ancora l’airone rosso che si mimetizza nel canneto. In tarda primavera abbiamo visto anche i cigni e una coppia di volpoche, anatre davvero rare, con ben otto piccoli dal caratteristico piumaggio bianco e nero. Il birdwatching, del resto, è una delle attività sicuramente più piacevoli e rilassanti del viaggio in house boat, alternandosi fra turni di cucina e docce (che si possono fare anche all’esterno dell’imbarcazione).
A seconda del tempo a disposizione ci si può addentrare lungo il Sile, che ha sponde piuttosto verdi e integre, completare il giro ad anello della laguna oppure ritornare indietro per la stessa strada. La navigazione fluviale comporta l’attraversamento delle chiuse, un’avventura che divertirà eventuali ragazzi a bordo, ma che comporta orari a cui attenersi per il passaggio.

In una ventina di ore di navigazione abbiamo percorso un centinaio di chilometri. Salutiamo la laguna con la promessa di tornarci presto e magari di spingerci anche più in là con i nostri camper d’acqua: il Brenta, la litoranea per Trieste, il delta del Po…