Sei pronto per camminare? Ti portiamo in camper in Valle d’Aosta. Carica zainetti e scarponcini nel gavone e tuffati sui sentieri del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il primo parco nazionale italiano che quest’anno compie cento anni dalla sua fondazione.
Risparmia sulla sosta con la tessera del PLEINAIRCLUB nei campeggi convenzionati. Dall’ampia area camper del paese il centro storico è facilmente raggiungibile a piedi o con comodi ascensori.
Cento di questi anni
4000 mila metri di quota, l’unico delle Alpi interamente italiano, è il cuore dell’area protetta. Da Cogne, porta d’accesso valdostana della riserva parte un itinerario che fa bene al corpo e allo spirito.
Il nome è già un programma: ci aspettiamo un posto paradisiaco, con candidi monti protesi verso l’alto, ampie vallate e alpeggi profumati di fieno e fiori alpini.
Re Vittorio Emanuele III cedette allo Stato i territori del Gran Paradiso, riserva di caccia di Casa Savoia, a condizione che diventasse un’area per la protezione della flora, della fauna e della bellezza del paesaggio alpino.
Il Parco Nazionale Gran Paradiso venne istituito ufficialmente il 3 dicembre 1922: una vasta area protetta dove oggi vivono indisturbate numerose specie faunistiche e ornitologiche tra cui camosci, stambecchi, marmotte, aquile reali e gipeti.
Il massiccio comprende cinque vallate: di Rhêmes, Valsavarenche e Val di Cogne sul versante valdostano; per chi arriva in camper la Valle di Cogne è un ottimo punto di partenza per avventurarsi lungo la rete sentieristica dell’area protetta.

Cogne, un borgo votato alla montagna
Cogne conta cinque frazioni: Epinel, Cretaz, Gimillian, Lillaz e Valnontey. Dal gennaio 2011 fa parte del club Perle delle Alpi, un circuito che riunisce una ventina di località dell’arco alpino italiane, tedesche, austriache e slovene impegnate nello sviluppo di un turismo sostenibile, nella tutela dell’ambiente e delle specificità culturali.
Al centro del nucleo abitato, che ha saputo conservare le architetture tradizionali, la chiesa parrocchiale intitolata al patrono Sant’Orso offre un bel portico d’ingresso e preziosi altari in legno all’interno. Nei pressi si trovano bar, ristoranti, negozi di souvenir e di attrezzatura da montagna e la Maison di Pitz, spazio espositivo, laboratorio e punto vendita dei rinomati pizzi al tombolo di Cogne.
La complessa tecnica della lavorazione delle dentelles con i fuselli approdò a Cogne verso la metà del Seicento; andati in disuso con l’avvento delle due guerre mondiali, i pizzi e i merletti rinacquero nei decenni successivi e oggi s’impongono come oggetti rappresentativi della cultura locale.

Il museo della Maison Dayné
Un’altra sede espositiva che conserva memorie del passato è la Maison Dayné, nella parte alta del paese. È un interessante museo etnografico ricavato in una tradizionale abitazione che presenta tutti gli ambienti caratteristici delle dimore rurali, dai fienili alla cucina, illustrando la vita alpina tra il XVIII e il XIX secolo.
Il principale punto di aggregazione di Cogne è Piazza Chanoux, su cui affacciano il Municipio, la farmacia, l’ufficio del turismo e alcuni locali. Da qui la vista abbraccia, le montagne verdi della Valnontey che precipitano ai lati e sullo sfondo il massiccio del Gran Paradiso con i suoi bianchi ghiacciai. In primo piano c’è la fontana in ferro fatta realizzare agli inizi dell’Ottocento da César Emmanuel Grappein, medico e sindaco di Cogne passato alla storia come il Dottor Grappein.
Fu creata utilizzando la magnetite estratta dai giacimenti locali quando il lavoro da minatore forniva la principale fonte di reddito ai valligiani.
Prati di Sant’Orso, paradiso per lo sci di fondo
Da qui si apprezza anche la vastità dei Prati di Sant’Orso, che d’inverno diventano il paradiso dello sci di fondo. Annoverata fra le più vaste praterie di montagna in Europa, questa distesa occupa una superficie di circa cinquantacinque ettari ed è utilizzata in prevalenza per la coltivazione del fieno.
Una facile passeggiata collega in circa un’ora Cogne al villaggio di Valnontey seguendo il torrente omonimo, fra boschi, prati e radure; il cartello segnavia è il 23.

Lillaz e le sue acque
Seguendo controcorrente il corso del torrente Urtier ci dirigiamo verso Lillaz. Una tranquilla escursione su una larga strada poderale collega i due centri abitati attraversando boschi di abeti rossi e larici (segnavia 23).
Lillaz è una graziosa e tranquilla frazione di poche case in legno e sasso dove la strada termina a circa 1.600 metri di altitudine sul livello del mare. Un’area attrezzata e un paio di campeggi offrono sicura accoglienza ai camperisti.
La maggiore attrazione sono le cascate formate dalle acque del torrente Urtier: dal villaggio ci vogliono dieci minuti di cammino per arrivare alla base dei tre salti di centocinquanta metri.
Nel tratto iniziale è stato allestito un percorso naturalistico attrezzato per persone con ridotta capacità motoria, percorribile con sedia a rotelle, corredato da pannelli didattici che raccontano la struttura geologica della Valle di Cogne anche in linguaggio braille.
L’itinerario per la visita
Un itinerario ad anello di circa un’ora – inizialmente pianeggiante e poi in salita – porta a vedere le cascate per ritornare al centro abitato: occorre seguire il segnavia 13.

Nei pressi parte anche il sentiero 12 per il lago di Loie, o delle Loie, una delle classiche escursioni per chi giunge a Lillaz. Il cammino è in ripida salita fino al lago, senza interruzione, dapprima all’ombra di un bel bosco e poi in ambiente pietroso e aperto di alta montagna.
Il Lago di Loie è adagiato in una piccola conca a 2.346 m, con rive erbose e accoglienti ideali per uno spuntino, e circondato da una cornice di cime rocciose.
Per il rientro a Lillaz, anziché rifare la via dell’andata, si può deviare per il Vallone di Bardoney e seguire poi il segnavia 13G/13: in questo caso si compie un anello più lungo ma con il vantaggio di una discesa meno ripida attraverso valli verdeggianti punteggiate da miriadi di fiori e abitate da marmotte, che è davvero facile avvistare.
In lungo e in largo per la Valnontey
Lasciata Lillaz, a Cogne deviamo per la Valnontey, vallata secondaria della Valle di Cogne che si allunga ai piedi del massiccio del Gran Pà, il Gran Paradiso. Da maggio a settembre un paio di campeggi rappresentano un approdo sicuro per chi arriva in camper.
Il piccolo villaggio di Valnontey, una manciata di case e qualche bar-ristorante, sorge a 1.667 metri di altitudine ed è circondato da un ambiente selvaggio di boschi e vette sovrastato dai ghiacciai. Rappresenta il punto di partenza per numerose escursioni, anche di più giorni.
I casolari dell’Herbetet
Una delle classiche camminate alla portata di tutti è il sentiero che percorre il fondovalle costeggiando il torrente fino al ponte sull’Erfaulets. È una bella passeggiata che riempie gli occhi: sullo sfondo ci sono sempre gli altissimi ghiacciai, a ogni passo un po’ più vicini, in cielo si alzano in volo i gipeti, mentre sui pendii scoscesi ed erbosi si possono scorgere camosci intenti a brucare.
Dal ponte il sentiero 22 inizia a inerpicarsi con numerosi tornanti verso i Casolari dell’Herbetet e oltre, addentrandosi sempre più nei territori selvaggi ed elevati del parco. I casolari sono ciò che resta di vecchie costruzioni di alpeggio non più utilizzate dai pastori; una di queste è ad uso delle guardie dell’area protetta.
Da qui lo spettacolo sulla testa della valle e sui ghiacciai è imponente. Il luogo è spesso frequentato da famiglie di stambecchi, che con un po’ di fortuna è possibile incontrare.
Da Valnontey al Rifugio Vittorio Sella
Un’altra classica escursione è quella che dal borgo di Valnontey sale al Rifugio Vittorio Sella seguendo il segnavia 18. Il sentiero parte nei pressi del giardino botanico alpino Paradisia, che raccoglie oltre mille specie vegetali dell’arco alpino.
Il cammino inizia attraverso un bosco di conifere, poi continua imperterrito a salire fra ampi pascoli e infiniti panorami fino a giungere ai 2.588 metri di altitudine del rifugio. Oggi è un importante punto di appoggio per escursionisti ed alpinisti, un tempo fu casa reale di caccia.
L’itinerario fin qui percorso segue infatti in parte la rete di sentieri e mulattiere create dal re Vittorio Emanuele II per le sue battute di caccia. Il Rifugio Sella e la vicina postazione dei guardaparco si adagiano al limite della Conca del Lauson, un ampio e incantevole vallone attraversato da un allegro ruscello. La zona è frequentata dall’animale simbolo dell’area protetta, lo stambecco, oltre che da camosci e marmotte.
Da qui partono altri sentieri verso i Casolari dell’Herbet, il Colle Lauson e l’alta Valsavaranche, o ancora verso il Colle della Rossa. Lo sappiamo, che camminando si apre un altro cammino, ma… noi ci fermiamo qui: il paradiso l’abbiamo trovato.

Un passato da minatori
Lo sfruttamento delle miniere di magnetite iniziò già al tempo dei Romani ma fu tra il XIX e il XX secolo che l’attività ebbe il suo apice con estrazioni su scala industriale. Le miniere di Liconi, Costa del Pino e Colonna sono state luogo di lavoro per generazioni di cogneins e di immigrati provenienti da tutta Italia fino al 1979, anno di definitiva chiusura. Attorno alla miniera di Colonna venne addirittura creato un villaggio, a 2.407 metri di altitudine, dotato di alloggi, chiesa, spaccio, biblioteca e cinema per i lavoratori che rimanevano qui confinati per mesi senza scendere in valle.
Le miniere di Cogne, tra Montroz e il Villaggio Minatori
Le miniere di Cogne rappresentano un’importante testimonianza di archeologia industriale e di storia locale. Le uniche visitabili (solo con guida) sono quelle di Costa del Pino, a 2.030 metri. Si giunge all’ingresso delle gallerie con una facile e panoramica passeggiata in salita di circa un’ora e mezza percorrendo il sentiero 9C che parte dalla località Montroz.
In alternativa si può lasciare il camper nel piccolo parcheggio a bordo strada vicino al Villaggio Minatori, in Via Village de Cogne, e da lì proseguire a piedi verso l’imbocco del sentiero. La visita guidata conduce nelle viscere della terra, inizialmente a bordo di un trenino d’epoca per poi proseguire a piedi in un emozionante viaggio nella storia dell’estrazione mineraria.
———————————
La montagna ti piace più d’inverno? Leggi il nostro itinerario ad Aosta nei giorni della sua festa più importante che si volge a fine gennaio.
Tutti gli itinerari di PleinAir sulla Valle d’Aosta li puoi leggere sulla rivista digitale, sul pc, sul tablet o sullo smartphone. Con un anno di abbonamento a PLEINAIR (11 numeri cartacei) hai a disposizione gli inserti speciali, la rivista digitale e l’archivio digitale dal 2015 (con gli allegati). Con l’abbonamento a PleinAir ricevi i prossimi numeri comodamente a casa e risparmi!