Come si può esplorare il Lago di Garda? In camper con la bici al seguito e in assoluta libertà potendo contare su aree di sosta e campeggi che pullulano sulla sponda veneta.
Indice dell'itinerario

Da Peschiera a Garda è un susseguirsi di campeggi grandi e organizzati, ben posizionati su dolci pendii digradanti verso il lago, affacciati sulla riva o addirittura sulla spiaggia. Fra le attrattive del territorio si annoverano i parchi tematici, Gardaland in testa, che propongono svariat e occasioni di divertimento a grandi e piccini; accanto a centri termali – come Aquardens – dove apprezzare momenti di relax fra un’attività all’aria aperta e l’altra. In attesa che si concretizzi il progetto della Ciclovia del Garda, che trasformerà le sponde del Benaco in uno dei più spettacolari percorsi di mobilità dolce d’Europa, la nostra proposta di viaggio prende il via proprio dal versante sudoccidentale del lago.

Se preferisci scendere lungo il Mincio in direzione sud, ti proponiamo invece un altro itinerario.

Approfittiamo dei tracciati ciclopedonali che da Peschiera seguono la sponda del lago in direzione nord, in linea di massima lungo il tracciato della SS249 Gardesana Orientale. Con il valore aggiunto, per chi viaggia in camper, di poter lasciare il mezzo presso la struttura ricettiva prescelta e, volendo, di rientrare alla base a bordo di uno dei battelli in servizio sul lago.

Comincia il percorso in bici da Peschiera

Da Peschiera si pedala in posizione riparata dal traffico e godendo di magnifiche vedute sul bacino fino a raggiungere le località costiere di Lazise (a dieci chilometri), Bardolino (quindici) e Garda (diciotto): tra andata e ritorno sono meno di quaranta chilometri di percorso pianeggiante e ampiamente fattibile anche senza allenamento.

Questi tre borghi hanno mantenuto l’originale struttura del centro storico raccolto intorno al porticciolo, incorniciato da caratteristiche case colorate e da nobili dimore la cui impronta veneziana è riconoscibile nell’architettura e nei decori delle facciate.

Lazise

Partiamo da Lazise, il cui lungolago è un susseguirsi di gelaterie e locali con infinite teorie di tavolini. Nelle piazzette e nelle strette vie pedonali la sequenza di negozi soddisfa le voglie dei turisti in vacanza, con proposte gradite anche alla folta clientela straniera. La cittadina, che vanta il titolo di primo comune d’Italia per concessione dell’imperatore Ottone II di Sassonia nel 973, è racchiusa da una cinta muraria edificata che termina nel lato meridionale nel castello scaligero. Traccia del dominio della Serenissima si trova invece nell’edificio della storica dogana veneta, affacciato sul porticciolo.

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Bardolino

Le vie di Bardolino hanno invece una particolare struttura a pettine, perpendicolare al lago, tipica dei villaggi di pescatori: le file di case così disposte consentivano di trainare più agilmente le barche fino alle abitazioni. L’attenzione all’immagine turistica è evidente nella cura del lungolago, ingentilito da variopinti arredi floreali. Un piccolo gioiello è la chiesa romanica di San Severo, con preziosi affreschi del XII secolo.

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Garda

Il percorso lungo la riva prosegue fino a Garda, dove la bella Piazza dei Capitani, con il palazzo che ospitava le autorità della Repubblica Veneta, si apre sul lungolago. Più avanti si sfiorano storiche ville con parchi dagli alberi secolari e una ricca vegetazione submediterranea fatta di oleandri, cipressi e palme. Caratteristica è la presenza dell’ulivo, che sulle sponde del Benaco ha trovato un habitat ideale per la produzione di un rinomato extravergine.

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Quando il livello delle acque del lago lo consente, si può arrivare a piedi sino a Punta San Vigilio, una meravigliosa penisola su cui sorge la villa privata dei conti Guarienti diBrenzone: sul minuscolo porticciolo si affacciano un hotel di lusso e un locale con tavolini all’aperto, ideale per un romantico aperitivo al tramonto. Da Lazise con altri sette chilometri di pedalata lungolago (solo a tratti con percorso dedicato) si raggiunge Torri del Benaco, che mantiene nel nome la derivazione dall’appellativo latino Benacus.

Da qui la Gardesana Orientale continua a costeggiare il lago risalendo la sponda veneta verso nord, occupando spesso tutto lo spazio a disposizione tra la riva e l’erta parete rocciosa. Inevitabilmente si riducono le possibilità di sosta, appena sufficienti per i borghi rivieraschi, e chi si sposta in bicicletta deve condividere la carreggiata con i veicoli a motore. Restano comunque alcuni piccoli campeggi, ombreggiati spesso dagli ulivi.

Un balcone privilegiato: Malcesine

Fra i borghi affacciati sul Garda quello di Malcesine merita la visita per il centro ordinato in cui spiccano il castello scaligero, eretto su una rocca preesistente, e il palazzo dei Capitani, entrambi dichiarati monumento nazionale nel 1902. L’unica nota negativa è la difficoltà di trovare un parcheggio per i camper, con l’eccezione di un paio di campeggi non proprio vicini alla partenza della funivia.

È quindi consigliabile arrivare con i mezzi pubblici se si vuole effettuare la salita al Monte Baldo (2.200 m), una delle esperienze imperdibili di un soggiorno sulle rive del Benaco. Il tondeggiante e ondulato crinale che si allunga verso nord, parallelo al lago, è raggiungibile con la funivia che da Malcesine sale alla stazione di arrivo, uno stupendo balcone che offre una magnifica visione sul Garda.

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Baldo, il Giardino d’Europa

Da lassù una facile e pianeggiante passeggiata tra i pascoli sommitali, in direzione del Monte Altissimo di Nago, è alla portata di tutti, e non mancano i rifugi che offrono invitanti menù montani e comode sdraio al sole. Non a caso il comprensorio del Baldo si è meritato l’appellativo di Giardino d’Europa: il clima e i differenti ambienti naturali, che si susseguono fin oltre i 2.000 metri, conservano un’eccezionale varietà della flora, che soprattutto a primavera regala un tripudio di colori e profumi, con specie floreali endemiche.

Frequentati e di diversa difficoltà sono gli itinerari per escursionisti e mountain bike durante la bella stagione, mentre d’inverno è la neve a offrire altrettante possibilità di svago e divertimento. I rilievi del Baldo sono inoltre una meta ambita dagli amanti del parapendio, che sfruttano le correnti ascensionali per fantastici voli sopra al lago potendo contare sulla funivia per una comoda e rapida risalita.

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Il versante trentino

Offre diversificate possibilità di approdo l’alto Garda, in territorio trentino, nel tratto compreso tra Torbole e Riva; località apparentemente separate dallo sperone del Monte Brione, ma unite tra loro da una bella passeggiata sul lago. L’incrocio con la ciclovia che risale il Parco Fluviale del fiume Sarca permette di raggiungere Arco, conosciuta a livello mondiale per l’arrampicata sportiva in falesia e indoor.

Riva del garda

La cittadina di Riva del Garda (si veda anche il numero 526) fu per decenni il punto di approdo dell’importante via di comunicazione navale e commerciale che solcava il Garda, collegando la Pianura Padana con l’Impero Austroungarico. Solo negli anni Trenta del secolo scorso, infatti, fu terminata la costruzione delle strade statali gardesane su entrambe le sponde.

Il centro storico di Riva e il grande parco affacciato sul lago sono una piacevole attrattiva. Vale una visita anche il MAG, Museo dell’Alto Garda, allestito all’interno della rocca che ospita la Pinacoteca e le testimonianze storico archeologiche della regione, oltre a interessanti mostre temporanee. Siamo in un territorio votato alle attività sportive: ovunque si offre la possibilità di effettuare bellissime escursioni seguendo strade secondarie e sentieri che regalano viste ampie e spettacolari.

L’alto Garda è anche la patria degli sport velici, grazie alle regolari condizioni di vento che permettono di sfruttare al mattino il peler che soffia da nord, e nel pomeriggio l’ora che spira da sud. Appassionati di windsurf e vela trovano qui circoli che organizzano corsi e regate a livello europeo e mondiale. Sulle acque del lago spesso sembrano essersi posate centinaia di bianche farfalle, tante sono le imbarcazioni impegnate nelle competizioni.

Vecchia strada, nuova vita

Dal lungolago di Riva, osservando con attenzione le alte pareti verticali della sponda occidentale, è quasi impossibile non notare un taglio inclinato che incide la roccia a mezza costa, con una pendenza costante: si tratta dell’ardita via scelta da Giacomo Cis per collegare Riva con il Lago di Ledro. La strada risale poi la valle del torrente Ponale e, dopo una spettacolare serie di tornanti, piega verso Ledro scavando ancora il suo percorso nel fianco verticale della valle.

Lago di Ledro

Nel 1851 veniva così interrotto l’isolamento dei territori del Lago di Ledro, anche se l’ideatore di questa ardimentosa opera morì appena prima che fosse terminata. Successivamente la strada fu migliorata e in parte allargata, consentendo il passaggio di piccole corriere e di camion fino al 1989, quando fu aperta la lunga galleria che oggi permette di raggiungere molto più comodamente il comprensorio di Ledro.

La Ponale dismessa nel 1995 subì un rapido deterioramento per la caduta di materiali che ne ostruirono quasi completamente il passaggio. Dopo un decennio di incuria il Comitato per la salvaguardia della strada del Ponale avviò una campagna di sensibilizzazione in seguito alla quale l’amministrazione provinciale di Trento decise di mettere in sicurezza l’intero il percorso, riaprendolo come sentiero ciclopedonale.

I percorsi in bici e a piedi

Oggi è sicuramente una delle più importanti attrazioni di Riva e centinaia di bikers ed escursionisti affollano ogni giorno il ripido tracciato che in molti punti vede opportunamente due sedi separate, anche se adiacenti, per bici e camminatori. Il primo tratto dopo la partenza da Riva è sicuramente il più spettacolare, con brevi passaggi in galleria e temerari affacci sul lago da strapiombanti pareti bianche. Più ci si alza e più si allarga la visuale fino ad abbracciare l’alto Garda e le imponenti vette circostanti.

A piedi occorrono circa tre ore per raggiungere le sponde del Lago di Ledro, ma a nostro avviso è sicuramente il modo migliore per apprezzare gli scorci che si susseguono. I ciclisti comunque non rinunceranno mai alla fatica di salire con la loro fedele compagna di avventure, anche per godere poi di veloci e impegnative discese. La tecnologia delle bici elettriche inoltre regala ormai a tutti esperienze ben oltre le proprie possibilità.

Dopo la salita a piedi si può anche rientrare con i mezzi pubblici che collegano Ledro a Riva; oppure, al contrario, approfittarne all’andata per rientrare con un’agevole passeggiata in discesa, ammirando gli spettacolari panorami sul lago.

Profumo mediterraneo a Limone sul Garda

Affidandoci ancora una volta ai battelli della Gestione Navigazione, da Riva ci imbarchiamo alla volta di Limone sul Garda, affacciata sulla sponda bresciana. L’antico borgo di pescatori, che si stende su uno stretto pendio tra il lago e la parete rocciosa, deriva il suo nome da un appellativo di origine celtica modificatosi curiosamente fino a coincidere con quello del prezioso agrume.

Da qualunque parte si arrivi la cartolina è insolita e affascinante, caratterizzata dalle vecchie limonaie: stretti terrazzamenti protetti da alti muraglioni, con sequenze di bianchi pilastri che si allungano come dita verso il cielo. Fungevano da sostegno per coperture e lunghi finestroni che in inverno erano montati a protezione delle delicate piante di agrumi.

La coltivazione fu probabilmente introdotta dai monaci nel XIII secolo e favorita dal clima mite. I frutti e le piante stesse erano molto ambiti dalla ricca nobiltà europea per il prezioso apporto di vitamina C, carente nelle diete del tempo. Un florido commercio con specifiche rotte di trasporto fece per secoli la fortuna di Limone e dei territori limitrofi.

La visita alla storica limonaia Del Castel, opportunamente recuperata e mantenuta in efficienza dal Comune, permette di apprezzare le tecniche di coltivazione e di capire come questa estrema produzione sia stata in passato un’importante fonte di reddito. In paese molte delle vecchie limonaie rivivono ora trasformate in strutture turistiche o residenze uniche e originali.

Sopra il porticciolo si allunga il centro storico, con uno sviluppo longitudinale rispetto al lago. Una stretta via procede verso nord e sfiora sulla sinistra la pregevole chiesetta dedicata a San Rocco.

La Statale Gardesana

La comoda passeggiata, inizialmente stretta fra le mura delle case, diventa poi più aperta, tra uliveti e limonaie, con spettacolari affacci sul lago e sulla sponda opposta, dominata dal Baldo. Dopo un paio di chilometri il tracciato affianca la Statale Gardesana e qui inizia il nuovissimo percorso ciclopedonale. È un’opera spettacolare, in molti tratti letteralmente sospesa: robuste mensole in acciaio, saldamente fissate alla parete di roccia verticale, sostengono un’ampia passerella di cemento, dotata di sicure protezioni.

Si cammina o si pedala ad alcune decine di metri dalla superficie dell’acqua, con una leggera sensazione di vertigine data dalla possibilità di muoversi sospesi sul lago. Per ora il tracciato si sviluppa per due chilometri che terminano sul confine tra Lombardia e Trentino, da percorrere con fantastiche emozioni anche a ritroso.

Questo tratto rientra nell’ambizioso progetto a cui abbiamo già fatto riferimento: la futura Ciclovia del Garda, che prevede il completamento di una ciclabile lungo tutto il periplo del lago. Se alcuni tratti sono già ultimati, come quelli sul lato veronese, le due sponde trentine in testa del lago saranno di più difficile realizzazione, a causa delle pareti strapiombanti; il breve tratto già realizzato a Limone lascia tuttavia immaginare che, una volta completata, sarà veramente un’opera unica ed entrerà di diritto tra le ciclabili più belle del mondo.

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