I vantaggi dei semintegrali stretti: agili alla metà

Le nuove tendenze vedono crescere la proposta di semintegrali stretti. Si allarga il portafoglio di marchi e si esplorano nuove soluzioni
Semintegrali stretti

Le nuove tendenze vedono crescere la proposta di semintegrali stretti. Si allarga il portafoglio di marchi e si esplorano nuove soluzioni in termini di pianta, ma anche di lunghezza. Affrancandosi così dal ruolo di veicolo alternativo al furgonato.

Perché proporre semintegrali stretti

I semintegrali stretti, è vero, non sono certo una novità, in quanto esistono già da molti anni. Ma fino a poco tempo fa rappresentavano solamente una nicchia nell’articolato mondo dei veicoli ricreazionali. Pochi veicoli destinati a pochi appassionati. Una situazione che sembra ora decisamente cambiata. Come ben evidenziano i numerosi modelli presentati ai recenti saloni di fine estate, con una reale evoluzione in termini di dimensioni e layout, caratteristiche e destinazione d’uso. Tanto da poter prospettare la nascita di una vera e propria tipologia a sé stante. L’offerta di profilati con larghezza ridotta, un tempo presenza significativa solo nei cataloghi di alcuni costruttori d’oltralpe, si va ampliando sempre più. Con argomenti di sicuro interesse e in grado di soddisfare le esigenze di un’utenza più ampia ed eterogenea.

Il vantaggio di essere slim

Il principio è ormai risaputo e del resto vale anche per le persone. Qualsiasi corpo od oggetto si muove in maniera più agevole quanto più è snello. A maggior ragione vale nel caso di veicoli ricreazionali, dove le dimensioni sono di solito piuttosto importanti. Circostanza che presuppone oltretutto un più alto livello di attenzione e tensione da parte dei conducenti. Considerando una larghezza esterna standard degli autocaravan di circa 235 cm, è chiaro come una sua riduzione di diversi centimetri possa fare la differenza durante la marcia. Si tratta di un range compreso tra i 25 e i 13 cm.

Semintegrali stretti

Il veicolo risulterà più maneggevole e facile da guidare su strade strette e nei centri abitati, su percorsi tortuosi e in mezzo al traffico. Addirittura, in talune situazioni, con conseguenze positive anche sulla stabilità. La maggiore visibilità laterale aumenta inoltre la sicurezza dinamica e agevola le operazioni di manovra e di parcheggio. Naturalmente con le dovute differenze legate alla lunghezza totale.

Alternativa al furgonato, ma non solo

Il primo arduo compito dei profilati compatti è stato proprio quello di contrapporsi ai furgonati, tipologia che ha avuto un incredibile quanto repentino sviluppo. Non a caso i primi compatti avevano la stessa lunghezza del furgone standard, i sei metri canonici. Mentre la scocca poteva vantare una larghezza maggiore di circa una manciata di centimetri. Quasi impercettibile ma di sostanziale importanza ai fini dei volumi interni e dell’abitabilità. Ricalcandone poi la medesima e collaudata pianta, il vantaggio immediato è evidente nella lunghezza del matrimoniale trasversale in coda. Spesso – nei classici furgoni – troppo corto per persone di altezza elevata.

Semintegrali stretti

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Senza dimenticare le innegabili differenze dal punto di vista dell’isolamento, dovute ovviamente ai diversi materiali della struttura nonché alla stessa filosofia di utilizzo. Basti pensare ai portelloni dei van che comportano una notevole dispersione termica ad ogni apertura. Mentre in confronto ai semintegrali tradizionali, a parità di lunghezza, c’è addirittura un piccolo risparmio sul peso (pannelli per pavimento, tetto e parete di coda più piccoli). Positivo il riscontro anche sul fronte dei consumi, grazie al minore impatto aerodinamico. Fin qui il target di utenza, proprio come nei furgonati, era ristretto ad equipaggi costituiti da sole coppie.

Semintegrali stretti: aumento della lunghezza per una clientela più ampia

Non a caso i primi estimatori di questa nuova tendenza si sono rivelate persone non giovanissime, alla ricerca di veicoli maneggevoli e facili da guidare. Ma restie a compromessi su comfort e abitabilità. In particolare, nell’autonomia notturna, limitata nel caso del matrimoniale trasversale dalla difficoltà a scendere facilmente in caso di necessità.

Anche in questo caso, come già successo in tutte le altre tipologie furgonati compresi, i costruttori si sono adoperati a mettere in pratica soluzioni alternative e collaudate. Naturalmente ciò ha comportato un aumento della lunghezza anche per i semintegrali slim, per poter inserire letti longitudinali e servizi più funzionali. Si è arrivati anche a lunghezze che sfiorano i sette metri, ma in fondo qualche decina di centimetri in più di lunghezza, a parità di larghezza, non ne stravolgono sostanzialmente concetto e vantaggi. Anche se, in questi casi, l’eventuale passo più lungo può comportare manovre meno agevoli.

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Sono nati quindi abitacoli con le più svariate disposizioni. Zone notte con letti singoli gemelli, lettone centrale e perfino matrimoniale alla francese. Senza trascurare servizi e living, in qualche caso con l’adozione anche qui di box doccia separati e della attualissima dinette face-to-face. Addirittura, molti slim appena entrati sul mercato possono montare generosi letti basculanti. Così da strizzare l’occhio anche a equipaggi numerosi e famiglie. Anche perché i pochi centimetri di larghezza in meno non creano particolari ripercussioni su disimpegni e abitabilità all’interno dell’abitacolo. Inoltre, anche lo spazio di stivaggio aumenta, con garage sotto i letti di ampie dimensioni e un buon sviluppo di pensili e ripostigli.

Tutto ciò stimola l’attenzione di un pubblico sempre più ampio che, specialmente se alla prima esperienza, si sente più sicuro e pronto a sperimentare nuove soluzioni.