Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Scoperta l’origine dell’Alzheimer nell’intestino

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“Tutte le malattie originano nell’intestino”. Così Ippocrate, il padre della medicina occidentale,  già 2500 anni fa, ci esortava a esaminare l’intima relazione tra i processi che si svolgono nel nostro sistema digerente e la salute complessiva. 

Una visione futuristica corroborata dalla scoperta da parte della scienza moderna dell’asse “intestino-microbiota-cervello”, una complessa rete di comunicazione che coinvolge l’intestino, il microbiota intestinale (la comunità di microrganismi che abita il tratto intestinale) e il cervello e che influisce sulla salute e sul funzionamento di tutto il corpo, cervello in primis. 

Questa rete d’interazioni è oggetto di crescente interesse scientifico, poiché si ritiene possa svolgere un ruolo fondamentale nella salute mentale e nel benessere generale, influenzando aspetti quali l’umore, il comportamento, i processi cognitivi e altre funzioni cerebrali.

Ora per la prima volta, i ricercatori hanno scoperto il ruolo causativo del microbiota nell’Alzheimer, dimostrando che è possibile trasferire i sintomi della malattia dai pazienti ad animali giovani e sani mediante il trapianto dei loro batteri intestinali.  

Lo studio 

I ricercatori hanno trapiantato la popolazione di microrganismi fecali di individui anziani sia sani che affetti da malattia di Alzheimer, nell’intestino di giovani topolini adulti. Successivamente, hanno valutato gli effetti del trasferimento dei microbi sulla memoria e sulla formazione di nuovi neuroni (neurogenesi) dei topolini, utilizzando test comportamentali e misurando i livelli di metaboliti nel sangue e nelle feci.

Dopo il trapianto, gli animali che hanno ricevuto i batteri intestinali di persone con Alzheimer hanno iniziato a sviluppare i segni della malattia, manifestando compromissione della memoria, alterazioni dell’umore e una diminuzione della crescita di nuove cellule nervose nell’ippocampo, una regione del cervello cruciale per la memoria, l’apprendimento e l’orientamento nello spazio.

L’entità della perdita di memoria negli animali correlava con la gravità dei sintomi negli individui con Alzheimer e con la presenza nelle feci di livelli più elevati di specifici batteri che promuovono l’infiammazione.  

In aggiunta, nei topi trapiantati sono state riscontrate differenze nei metaboliti intestinali di derivazione microbica, soprattutto nei livelli di taurina, un amminoacido fondamentale per sostenere la formazione di nuovi neuroni ippocampali.

Nuove prospettive terapeutiche 

Sebbene fosse noto che i pazienti con Alzheimer avessero un microbiota intestinale alterato, non era chiaro se tali cambiamenti fossero correlati alla malattia o se avessero un ruolo attivo nello sviluppo della patologia. Ora è stato confermato per la prima volta il ruolo causale del microbiota nell’insorgenza dell’Alzheimer, dimostrando come un semplice trapianto di batteri intestinali provenienti da pazienti affetti possa provocare deficit cognitivi in animali giovani e sani. 

Questa scoperta apre le porte a un approccio terapeutico innovativo che mira a migliorare la composizione del microbiota intestinale attraverso una dieta equilibrata e l’uso mirato di probiotici per contrastare la crescente diffusione di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e potenzialmente rallentarne l’evoluzione. 

Fonte 
Grabrucker S, Marizzoni M, Silajdžić E, et al. Microbiota from Alzheimer’s patients induce deficits in cognition and hippocampal neurogenesis. Brain. 2023 Oct 18:awad303. doi: 10.1093/brain/awad303.