Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Salute, qualunque fibra meglio di nessuna fibra

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Decine e decine d’integratori a base di fibre ci vengono proposti sul mercato dietro la promessa di un intestino sano e una certa regolarità nell’andare di corpo. Non serve prescrizione medica e l’offerta è spesso tale da disorientare il consumatore. In soccorso arrivano due recenti studi statunitensi che dimostrano come l’apporto di fibre sia sempre benefico per l’intestino e la salute in generale, indipendentemente dal tipo di supplemento scelto. Ciò è ancora più vero negli individui la cui dieta è carente di fibre. 

BUTIRRATO, SENTINELLA DELLA SALUTE INTESTINALE

Come ormai tutti sappiamo le fibre sono dei carboidrati che non vengono digeriti dai nostri enzimi e che perciò giungono intatti nel colon dove sono fermentati dai batteri, supportando la loro e nostra salute. Grazie alle fibre, infatti, i batteri producono quei preziosi acidi grassi a catena corta che spengono l’infiammazione e rafforzano l’intestino contro le aggressioni di tossine e patogeni proteggendoci, così, dalle malattie dell’apparato digerente – dal cancro del colon retto alle malattie infiammatorie intestinali – e da quelle sistemiche come diabete, infezioni e obesità. Tra gli acidi grassi a catena corta prodotti dai batteri ben nutriti spicca il butirrato, vero e proprio carburante benefico per le cellule intestinali. Un’alta presenza di butirrato è sinonimo di un intestino forte e in salute.  

INTEGRATORI INTERSCAMBIABILI

Partendo da questo presupposto gli scienziati hanno testato su 28 persone tre diversi integratori a base di fibra fermentabili: inulina, destrina e galatto-oligosaccaridi (GOS). I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi ai quali sono stati somministrati, in ordine diverso, tutti gli integratori per una settimana, lasciando trascorrere tra uno e l’altro una settimana di pausa, dando modo all’intestino di tornare alla sua condizione base. Ne è emerso che coloro che vantavano in partenza un adeguato apporto di fibra non hanno ricevuto particolare beneficio dall’assunzione degli integratori, probabilmente perché ospitavano una popolazione di batteri già abituata a utilizzarla e perciò sana all’interno dell’intestino. Al contrario, coloro che partivano da una bassa presenza di fibre hanno registrato un aumento molto più significativo del butirrato nell’intestino a seguito dell’assunzione degli integratori, ma indipendentemente da quale, con i tre differenti supplementi risultati sostanzialmente interscambiabili. 

LA CARENZA DI FIBRE

Ciò si spiega principalmente con l’alimentazione prevalente nel mondo occidentale, troppo sbilanciata in favore di cibi trasformati industrialmente che perdono nella lavorazione gran parte dei loro nutrienti originari, fibre incluse. Si calcola, ad esempio, che in media un adulto americano consumi solo tra il 20 e il 40% percento dell’apporto giornaliero di fibre consigliato per un microbiota in salute. In un contesto di tale scarsezza ciò che emerge dallo studio è che per il nostro microbiota qualunque fibra sia meglio di nessuna fibra, senza che sia necessario sempre “personalizzare” il tipo d’integratore a seconda del proprio tipo di flora intestinale. 

BASTA UN GIORNO PER RIPROGAMMARE I BATTERI

Questo aspetto è maggiormente evidenziato da una seconda ricerca che ha scoperto come i batteri intestinali impieghino un solo giorno per rispondere all’aumento di fibre nella dieta, alterando da subito i geni che stavano utilizzando per digerire il cibo. Per appurarlo gli scienziati si sono avvalsi di fermentatori intestinali artificiali vedendo che sin dalla prima immissione di fibre i microbi si riprogrammavano per poterle digerire. Cosa che iniziavano a fare rapidamente già dopo aver ricevuto la seconda dose di fibre. 

STERZARE IN SALUTE

Questi risultati sono particolarmente incoraggianti per quanti seguono una dieta sbilanciata a basso apporto di fibre. La via d’uscita passa sempre per correggere gli errori a tavola e fare del cibo un vero e proprio farmaco naturale, capace di garantire tutto il nutrimento necessario di un corpo in salute. Nel caso specifico, il fabbisogno di fibre si copre privilegiando frutta e verdure fresche, legumi e cereali in chicco. Ma cambiare stile di vita non è facile e può richiedere lunghi tempi di transizione durante i quali può essere d’aiuto ricorrere a integratori. Spesso, infatti, passa proprio per questo semplice gesto la consapevolezza di chi decide di sterzare in salute. 

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

FONTE: Zachary C. Holmes, Max M. Villa, Heather K. Durand, Sharon Jiang, Eric P. Dallow, Brianna L. Petrone, Justin D. Silverman, Pao-Hwa Lin, Lawrence A. David. Microbiota responses to different prebiotics are conserved within individuals and associated with habitual fiber intakeMicrobiome, 2022; 10 (1) DOI: 10.1186/s40168-022-01307-x
Jeffrey Letourneau, Zachary C. Holmes, Eric P. Dallow, Heather K. Durand, Sharon Jiang, Verónica M. Carrion, Savita K. Gupta, Adam C. Mincey, Michael J. Muehlbauer, James R. Bain, Lawrence A. David. Ecological memory of prior nutrient exposure in the human gut microbiomeThe ISME Journal, 2022; DOI: 10.1038/s41396-022-01292-x