Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Prevenire la demenza: con la vitamina D è possibile

Indice

Nonostante il suo nome, la vitamina D è in realtà un ormone che svolge un ruolo cruciale per la nostra salute. Come altri ormoni, penetra nel nucleo delle cellule e regola l’espressione di un elevato numero di geni. La sua azione protettiva si estende su un ampio spettro di funzioni biologiche, tanto da essere definita un vero e proprio “fattore di sopravvivenza”.

Un ormone “multitasking”

La vitamina D sovrintende al corretto funzionamento dei sistemi muscolo-scheletrico, immunitario, endocrino-riproduttivo, cardiovascolare, e nervoso. Regola infatti l’assorbimento di calcio e fosforo per la crescita e lo sviluppo delle ossa; contribuisce al mantenimento della forza muscolare; coordina l’azione del sistema immunitario mitigando l’infiammazione e proteggendoci da infezioni e malattie autoimmuni; svolge azione anti-tumorale aiutando a prevenire la crescita cellulare incontrollata e mitiga l’aggressività dei tumori contrastando la formazione di metastasi; contribuisce a mantenere un adeguato equilibrio endocrino influenzando la produzione di numerosi ormoni; riduce la pressione sanguigna, la calcificazione delle pareti arteriose e l’infiammazione riducendo il rischio d’infarto e ictus.

Imprescindibile per il cervello

La vitamina D influenza anche lo sviluppo neuronale, la connettività tra cellule nervose e la produzione di neurotrasmettitori. Questi fattori, uniti alla sua capacità di mitigare lo stress ossidativo e l’infiammazione anche a livello del sistema nervoso centrale, la rendono un alleato fondamentale nella lotta contro le malattie legate al neurosviluppo, come l’autismo e i disturbi dell’apprendimento, così come nella prevenzione della neurodegenerazione, una condizione di perdita di funzione o morte dei neuroni che si associa a una riduzione delle capacità cognitive, motorie e/o sensoriali e che tipicamente progredisce con l’avanzare dell’età.

Ora un recente studio suggerisce che la vitamina D potrebbe offrire una protezione anche contro lo sviluppo della demenza, una vera e propria piaga sociale che colpisce oltre un milione di persone solamente in Italia, di cui 600.000 sono affette da Alzheimer. 

La vitamina D riduce il rischio di ammalarsi

Ed è qui che entra in gioco la vitamina D. Uno studio recente condotto da ricercatori canadesi ha evidenziato che assumere vitamina D in età adulta può proteggere dal rischio futuro di sviluppare demenza.

La ricerca ha coinvolto più di 12.000 adulti anziani che all’inizio del progetto non presentavano segni di demenza e che sono stati seguiti per 10 anni. 

I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: quelli che avevano assunto integratori a base di vitamina D prima dell’insorgenza della demenza e quelli che non li avevano assunti. 

I risultati dello studio sono stati inaspettati: coloro che avevano assunto vitamina D hanno mostrato, nei successivi 10 anni, un rischio ridotto del 40 percento di sviluppare demenza rispetto a coloro che non la aveva assunta. Inoltre, la comparsa dei sintomi della demenza è stata ritardata nei soggetti che avevano assunto vitamina D.

Un’ulteriore analisi ha indicato che la vitamina D è risultata specialmente protettiva nelle donne (normalmente più colpite, rispetto agli uomini, dalla malattia), in chi non aveva una predisposizione genetica ad ammalarsi di Alzheimer e negli individui con funzione cognitiva normale all’ingresso dello studio, ad indicare come giocare d’anticipo sia cruciale nella protezione del nostro prezioso organo pensante. 

Integrarla è imprescindibile 

La vitamina D non è presente in quantitativi sufficienti negli alimenti e non è possibile ottenerne dosi adeguate semplicemente trascorrendo più tempo all’aria aperta.

Alle nostre latitudini, infatti, possiamo sintetizzarla soltanto durante l’estate, esponendoci al sole nelle ore più calde e senza utilizzare creme protettive, una pratica divenuta sempre più desueta. Pertanto, integrarla è divenuto oggi un imperativo, specialmente nei mesi autunnali, invernali e primaverili e soprattutto per donne incinte, bambini e anziani: senza di essa, infatti, stare in salute appare un obiettivo a lungo termine davvero difficile da raggiungere. 

Dr.ssa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Fonte Ghahremani M, Smith EE, Chen HY, Creese B, Goodarzi Z, Ismail Z. Vitamin D supplementation and incident dementia: Effects of sex, APOE, and baseline cognitive status. Alzheimers Dement. 2023 Mar 1;15(1):e12404. doi: 10.1002/dad2.12404.