Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Sardine pesce

Omega-3: alleati della salute dei polmoni

Indice

Gli acidi grassi omega-3 a catena lunga, come l’EPA e il DHA, sono definiti “essenziali” in quanto regolano molteplici funzioni biologiche indispensabili per la nostra salute. 

Sono presenti nei pesci grassi quali il salmone selvaggio, lo sgombro, il tonno, le alici e le sardine, oltre che nelle uova, nel latte e nella carne di animali allevati all’aperto. Sono inoltre reperibili negli integratori.

Il loro consumo regolare ci protegge dal rischio di malattie come l’Alzheimer, la demenza senile, la depressione, le infezioni, i tumori e gli infarti. Ora un nuovo studio ha ampliato il loro spettro di benefici, evidenziandone il ruolo protettivo anche nei confronti delle malattie respiratorie. 

Contrastano l’infiammazione

Gli omega-3 migliorano la comunicazione tra cellule e spengono l’infiammazione, un processo fisiologico che quando perdura in modo cronico ed eccessivo danneggia le cellule compromettendo precocemente la funzionalità degli organi, polmoni inclusi. 

L’infiammazione cronica, infatti, è alla base dello sviluppo della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), una condizione caratterizzata da una progressiva ostruzione delle vie aeree e una crescente difficoltà nel respirare, che affligge circa 300 milioni di persone nel mondo e ha un impatto significativo sulla salute e sulla qualità di vita di chi ne soffre. 

La BPCO sta aumentando in molte parti del mondo, a causa del frequente consumo di tabacco, dell’esposizione prolungata a inquinanti atmosferici, dell’inalazione di sostanze irritanti presenti nell’ambiente lavorativo e domestico, e dell’adozione sempre più comune di una dieta squilibrata, carente di fattori protettivi come vitamine, minerali, fibra e antiossidanti.

È qui che entrano in gioco gli omega-3 che, grazie al forte effetto antinfiammatorio e alla capacità d’influenzare positivamente lo scambio gassoso nei polmoni, sarebbero in grado di rallentare il declino della funzione polmonare, come un recente studio statunitense evidenzia. 

Uno studio in due fasi

Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, è stato condotto su un ampio campione di adulti, provenienti da varie fasce della popolazione e monitorati per un periodo medio di sette anni, con osservazioni durate in alcuni casi fino a 20 anni. 

I ricercatori hanno suddiviso il lavoro in due fasi. 

Più omega-3 meno declino polmonare

Nella prima fase hanno misurato le concentrazioni plasmatiche di acidi grassi omega-3 in oltre 15.000 partecipanti in buona salute, senza segni evidenti di malattie polmonari. Contestualmente, è stata misurata la loro funzione respiratoria attraverso due parametri che indicano la capacità dei polmoni di espellere l’aria: il volume d’aria che si può espirare in un secondo (volume espiratorio forzato-1), e la massima quantità di aria che una persona può espirare con uno sforzo massimo, dopo una inspirazione completa (capacità vitale forzata).

I risultati hanno evidenziato come chi aveva livelli più elevati di omega-3 nel sangue ha avuto un minor declino della funzione polmonare nel corso degli anni. Le associazioni più forti si sono viste con l’acido docosaesaenoico (DHA), un acido grasso omega-3 che si trova solo nei pesci grassi e negli integratori alimentari.

Anche un piccolo aumento del DHA – di appena l’1% degli acidi grassi totali – era associato a un rallentamento della perdita di volume espiratorio forzato di 1,7 ml all’anno e della capacità vitale forzata di 2,4 ml all’anno. Questi risultati diventano importanti se confrontati con il normale declino della funzione polmonare in fumatori attivi ed ex fumatori, che procede con un tasso medio di declino rispettivamente di 8,0 mL all’anno e 2,0 mL all’anno.

Il ruolo della genetica

Nella seconda, non meno importante, fase dello studio i ricercatori hanno analizzato i dati genetici di oltre 500.000 partecipanti del Regno Unito per determinare se ci fosse una correlazione tra i marcatori genetici predittivi dei livelli di omega-3 nel sangue e la salute dei polmoni misurata con spirometria. Anche in questo caso i risultati hanno confermato il ruolo protettivo degli omega-3: gli individui geneticamente predisposti ad averne concentrazioni più elevate avevano una migliore funzione polmonare.

Una carenza sempre più diffusa

Nelle nostre membrane cellulari, gli omega-3 vengono bilanciati dagli omega-6, che hanno un’azione pro-infiammatoria. Per mantenere la salute delle cellule e degli organi, il rapporto ideale tra omega-6 e omega-3 dovrebbe essere tra 2:1 e 3:1. Tuttavia, nelle diete moderne, questo equilibrio è sempre più sbilanciato a favore degli omega-6, con rapporti che frequentemente superano i 20 o addirittura i 30:1. 

Questo squilibrio è il risultato di due fenomeni sempre più diffusi: da un lato, il crescente consumo di oli di semi ricchi di omega-6, come l’olio di mais, l’olio di soia e l’olio di girasole, ampiamente utilizzati nell’industria alimentare e nella ristorazione collettiva; dall’altro, il progressivo impoverimento di omega-3 in alimenti come il pesce, le uova, i prodotti lattiero-caseari e le carni provenienti da animali che, anziché pascolare e mangiare l’erba e il fieno, vengono allevati industrialmente e nutriti con mangimi a base di soia e mais, ricchi in omega-6. 

Per ristabilire il prezioso equilibrio tra omega-3 e omega-6, ridurre l’infiammazione nel corpo e promuovere la salute di tutti gli organi, compresi i nostri polmoni, è quindi essenziale non solo aumentare l’assunzione di omega-3 tramite integratori o il consumo di pesce proveniente da fonti sostenibili, ma contemporaneamente ridurre anche il consumo di oli di semi e di alimenti trasformati industrialmente che li contengono.

Dr.ssa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

FONTE: Bonnie K. Patchen, Pallavi Balte, Traci M. Bartz, et al. (2023), Investigating Associations of Omega-3 Fatty Acids, Lung Function Decline, and Airway Obstruction. American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine.https://www.atsjournals.org/doi/abs/10.1164/rccm.202301-0074OC?role=tab