Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

L'aria inquinata favorisce l'insorgere dell'alzheimer e la tendenza al suicidio

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Se l’Alzheimer è dunque una vera piaga della contemporaneità, l’altra è l’inquinamento, soprattutto quello dell’aria delle nostre metropoli. E tra inquinamento e declino cognitivo potrebbe esserci un pericoloso collegamento come dimostra uno studio in base al quale respirare aria sporca provoca la formazione di danni cerebrali riconducibili all’Alzheimer sin dalla culla, arrivando ad aumentare, proprio nei giovanissimi, le tendenze suicide. Ciò accadrebbe perché le particelle di particolato, più piccole di quelle dell’aria, s’introducono nel corpo attraverso il naso e riescono a superare la barriera protettiva del nostro cervello iniziando così a danneggiarlo sin dai primi respiri della vita. 

UNO STUDIO NELL’INQUINATISSIMA MEXICO CITY

Lo studio è stato condotto a Città del Messico, una delle più inquinate del mondo, sui campioni estratti in sede di autopsia dai cervelli di 203 abitanti della metropoli, di età compresa tra gli 11 mesi e i 40 anni. 

In questi campioni gli studiosi hanno cercato la presenza dei principali indicatori dell’insorgenza di Alzheimer: le placche di beta-amiloide e i grovigli neurofibrillari tau, la gravità dei quali è misurata su una scala che va da I, meno grave, a VI, più grave. Ancora, per ogni soggetto deceduto è stato tenuto conto della causa del decesso, l’esposizione al particolato in base al luogo di residenza ed è stata effettuata la genotipizzazione per determinare se fossero portatori di APOE4, una variante genetica che indica una suscettibilità della persona a sviluppare il morbo di Alzheimer.

SEGNI DI ALZHEIMER SIN DALLA CULLA  

Dall’incrocio di tutti questi dati è emerso, innanzitutto, che quasi la totalità dei soggetti, il 99,5%, presentava livelli inusualmente alti di placche di beta-amiloide e di grovigli neurofibrillari tau, compresi i piccolissimi a partire dagli 11 mesi età. Circa un quarto dei soggetti di età compresa tra i 30 e i 40 anni, inoltre, presentava grovigli neuronali tau già tra il livello III e IV di gravità. 

INQUINAMENTO E TENDENZA AL SUICIDIO

Nei soggetti con predisposizione genetica il quadro è ulteriormente compromesso: i portatori di APOE4, infatti, presentavano 23 volte più grovigli degli altri al più alto livello di gravità e avevano un rischio di tendenze suicidarie circa cinque volte più elevato.

Questi risultati suggeriscono che l’esposizione all’inquinamento atmosferico aumenta già nei primi anni di vita il rischio di una persona di sviluppare il morbo di Alzheimer. In questo contesto, coloro che hanno anche una predisposizione genetica corrono un rischio sostanzialmente maggiore di ammalarsi e possono, inoltre, essere più vulnerabili al suicidio. 

OMEGA-3: UNA DIFESA ESSENZIALE

Di fronte a due mostri come Alzheimer e inquinamento non siamo però del tutto impotenti e, ancora una volta, una delle nostre migliori difese risiede nell’alimentazione e, nello specifico, negli acidi grassi omega-3 a catena lunga presenti principalmente nel pesce. Questi grassi, infatti, esercitano un forte potere antiossidante e antiinfiammatorio e, soprattutto, contribuiscono a mantenere integra la barriera ematoencefalica che protegge il nostro cervello da elementi patogeni in arrivo dall’ambiente esterno, polveri sottili incluse. 

Mangiare almeno due volte a settimana il pesce aiuta a  proteggere il cervello dai potenziali effetti tossici dell’inquinamento. Del resto, già altri studi avevano associato il consumo di omega-3 a una maggiore protezione dai danni dell’inquinamento. Ragione in più per aumentare la presenza nella dieta quotidiana di alimenti contenenti questi preziosi grassi riducendo al contempo le fonti di omega-6 come gli oli vegetali presenti nei cibi molto trasformati industrialmente. Ricordiamo che gli omega-3 sono grassi essenziali, cioè che dobbiamo assumere necessariamente dall’esterno, attraverso il cibo o gli integratori, perché non li produciamo e che gli alimenti che più ne contengono sono: pesci grassi come alici, sgombro e salmone selvaggio, noci, semi di chia, lino e canapa (e loro oli) oltre a uova, carni e derivati del latte di animali allevati all’aperto.

Dr.ssa Debora Rasio
Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

FONTE: Lilian Calderón-Garcidueñas, et al. Hallmarks of Alzheimer disease are evolving relentlessly in Metropolitan Mexico City infants, children and young adults. APOE4 carriers have higher suicide risk and higher odds of reaching NFT stage V at ≤ 40 years of ageEnvironmental Research, 2018; 164: 475 DOI: 10.1016/j.envres.2018.03.023