Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Il glutine, una proteina presente in cereali come frumento, kamut, farro, segale e orzo, è un componente sempre più rappresentato nella dieta occidentale. 

Parallelamente all’aumento del consumo di prodotti che lo contengono -come pane, pasta e derivati delle farine- sta crescendo anche il numero di persone che reagisce a questa proteina sviluppando reazioni immunitarie che possono sfociare in celiachia, sensibilità al glutine, allergia al glutine, obesità e neuro-infiammazione. 

Una recente ricerca, in effetti, ha rilevato che nei topini il consumo di glutine induce infiammazione a livello dell’ipotalamo, una regione del cervello con un ruolo cruciale nella memoria, nel metabolismo e nel controllo glicemico, con potenziali implicazioni anche per l’uomo. 

GLI EFFETTI SUL METABOLISMO

I ricercatori hanno somministrato agli animali 3 tipi di dieta: una standard; una arricchita con il 4,5% di glutine (un quantitativo che riflette il consumo medio giornaliero di frumento nell’uomo) e una ricca di grassi. Tanto la dieta ricca in glutine quanto quella ricca in grassi hanno prodotto negli animali aumento del peso corporeo e iperglicemia, due effetti prevedibili perché già riscontrati in altri studi.  

UNA REAZIONE INATTESA  

La novità sta, invece, nel fatto che gli scienziati hanno analizzato gli effetti delle diverse diete anche a livello cerebrale, andando a studiare due tipi di cellule immunitarie presenti nel sistema nervoso: la microglia e gli astrociti. La dieta con glutine e quella con elevato apporto di grassi hanno scatenato nei topini una potente risposta infiammatoria a livello dell’ipotalamo, come rilevato dall’aumento del numero di astrociti e di microglia.    

La somministrazione di una quarta dieta ricca in grassi e glutine ha prodotto un’infiammazione ancora più spiccata a livello cerebrale. 

RICADUTE ANCHE PER L’UOMO?

Questi risultati, che necessitano di ulteriori conferme sperimentali, preoccupano, perché l’infiammazione cronica -come quella scatenata dal consumo a lungo termine di glutine- danneggia l’ipotalamo, con potenziali conseguenze non solo a livello metabolico (aumento di peso e alterato controllo glicemico), ma anche a livello dei processi cognitivi, essendo l’ipotalamo coinvolto nella formazione dei ricordi e della memoria.

Anche se lo studio è stato condotto sugli animali non possiamo infatti escludere ricadute nell’uomo, perché i topi hanno un sistema circolatorio, riproduttivo, digestivo, ormonale e nervoso simile al nostro. 

UNA PROTEINA PROBLEMATICA

Sebbene i meccanismi con cui il glutine induce infiammazione non siano ancora chiariti, sembrerebbe che alcune sue frazioni, non completamente digerite a livello intestinale, entrino in circolo scatenando una risposta immunitaria simile a quella riscontrabile nella celiachia.

In effetti in questa condizione, come anche nella sensibilità al glutine, il glutine può indurre infiammazione non solo nel tratto digerente ma anche a livello sistemico con sviluppo di iper-insulinismo, obesità, mal di testa, stanchezza e perdita memoria, tutti segni di coinvolgimento del sistema nervoso centrale.     

In attesa che la ricerca porti nuove risposte, variare la nostra dieta, limitare il consumo di derivati delle farine come cracker, biscotti, pane, dolci, fette biscottate ecc. – la cui azione obesogena e infiammatoria è nota da tempo – e ruotare i cereali, resta una strategia valida per tutti. 

Dr.ssa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

Fonte:Mohammed Z. Rizwan, Romy Kerbus, Kaj Kamstra, Pramuk Keerthisinghe, Alexander Tups. Dietary wheat gluten induces astro‐ and microgliosis in the hypothalamus of male mice. Journal of Neuroendocrinology, 2023; DOI: 10.1111/jne.13326