Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Alimenti confezionati pieni di plastica

Indice

In molti degli alimenti confezionati che consumiamo quotidianamente c’è un ingrediente indesiderato: gli ftalati. E non è una buona notizia: si tratta di sostanze chimiche utilizzate nella produzione di materiali plastici che possono migrare negli alimenti. Un recente studio condotto dall’organizzazione no-profit Consumer Report ha rivelato la presenza diffusa di ftalati e bisfenolo A (BPA) in prodotti acquistati nei supermercati e nei fast-food. Su 85 prodotti analizzati, ben 84 contenevano ftalati, mentre il 79% dei campioni conteneva anche BPA. 

È importante sottolineare che, secondo Consumer Report, nessuno dei livelli di ftalati riscontrati nei prodotti analizzati superava i limiti stabiliti dalle normative americane ed europee. Ma questa è una mezza buona notizia, gli esperti, infatti, concordano sul fatto che non esista un livello di esposizione a ftalati che possa essere considerato completamente sicuro. Inoltre, molti dei limiti normativi attualmente in vigore non riflettono le conoscenze scientifiche più aggiornate sui potenziali effetti nocivi di queste sostanze, e potrebbero non essere sufficientemente protettivi.

Gli effetti degli ftalati sulla salute

Ormai sappiamo che ftalati e bisfenoli in eccesso possono alterare gli estrogeni e altri ormoni e perturbare il normale funzionamento del sistema endocrino. Ciò può aumentare il rischio di sviluppare varie condizioni patologiche, tra cui cancro, diabete, infertilità, disturbi del neurosviluppo e dell’apprendimento, obesità. Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che il DEHP, lo ftalato più diffuso negli alimenti, è associato alla resistenza all’insulina, al diabete mellito di tipo 2, all’ipertensione, all’infertilità e alla menopausa precoce. L’esposizione quotidiana agli ftalati attraverso l’alimentazione, anche a bassi livelli, può quindi contribuire all’insorgenza nel lungo periodo di effetti negativi per la salute, motivo per cui è importante limitare il più possibile il contatto con queste sostanze. 

Dove si nasconde la plastica

Gli alimenti con più plastica? Sono soprattutto quelli confezionati: tè freddo e altre bibite in lattina e in plastica, yogurt, alimenti per bambini. Ma ci sono anche molti cibi in barattolo come la frutta sciroppata e alcuni confezionati in cartone come i cereali per la colazione. Attenzione però, anche cibi avvolti in pellicola possono contenere plastica. Per esempio, Consumer Reports ha trovato, molti ftalati in una porzione di salsiccia avvolta in vassoi di polistirolo e pellicola.

Il problema non riguarda solo i cibi del supermercato, ma anche quelli dei fast food. Ad esempio, i nuggets di pollo impanati di una nota catena americana avevano ben 33.980 nanogrammi di ftalati per porzione, il quadruplo degli ftalati di una lattina di tè freddo. La lista completa la trovate qui: https://www.consumerreports.org/health/food-contaminants/the-plastic-chemicals-hiding-in-your-food-a7358224781/#high-risks-even-at-low-levels

Che fare?

A causa della loro ubiquità nell’ambiente, l’esposizione umana agli ftalati è praticamente inevitabile: possono essere facilmente rilasciati nel cibo, nell’acqua e in altri prodotti applicati direttamente sul corpo umano come le creme solari. Per questo, gli esperti ritengono che le agenzie sanitarie debbano rivalutarne i rischi. Finora ci si è concentrati solo sugli imballaggi, ma gli ftalati entrano nel cibo in tanti modi: nastri trasportatori, guanti, acqua e terreno contaminati. In attesa di nuove regole, per proteggerci possiamo scegliere più alimenti freschi e meno confezionati. E quando dobbiamo comprare cibi confezionati, scegliamo, ove possibile, quelli in contenitori di vetro.